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Giudice del rinvio: poteri dopo annullamento per vizio

La Corte di Cassazione chiarisce i poteri del giudice del rinvio a seguito di un annullamento per vizio di motivazione. In questo caso, relativo a una misura cautelare per associazione mafiosa, la Corte ha stabilito che il giudice del rinvio non è limitato a correggere il difetto, ma deve procedere a un nuovo e completo esame del materiale probatorio, potendo anche pervenire alla stessa conclusione della decisione annullata, purché su basi argomentative diverse e logiche. Il ricorso è stato quindi rigettato.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudice del Rinvio: Pieni Poteri dopo Annullamento per Vizio di Motivazione

Quando la Corte di Cassazione annulla una sentenza, quali sono i poteri del giudice del rinvio a cui il caso viene rimandato? Può riesaminare tutto da capo o deve solo correggere un errore specifico? Una recente sentenza della Suprema Corte (n. 9008/2024) fa luce su questo aspetto cruciale della procedura penale, chiarendo l’ampiezza del suo mandato, specialmente in caso di annullamento per ‘vizio di motivazione’.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catanzaro nei confronti di un soggetto indagato per partecipazione a un’associazione di stampo mafioso e tentata estorsione aggravata. La difesa aveva impugnato il provvedimento, lamentando il parziale e ritardato deposito delle registrazioni delle intercettazioni, un elemento cruciale per l’esercizio del diritto di difesa.

In un primo momento, la Corte di Cassazione aveva accolto il ricorso, annullando l’ordinanza. La ragione non era una violazione di legge procedurale, ma un ‘vizio di motivazione’: il Tribunale non aveva spiegato in modo logico perché il mancato accesso a tutte le intercettazioni non avesse arrecato un pregiudizio concreto alla difesa.

Il caso è stato quindi rinviato al Tribunale di Catanzaro, il quale, in qualità di giudice del rinvio, ha confermato la misura cautelare. Contro questa nuova decisione, la difesa ha proposto un ulteriore ricorso in Cassazione, sostenendo che il Tribunale avrebbe dovuto limitarsi a sanare la nullità derivante dal mancato deposito, invece di emettere una nuova motivazione sugli stessi presupposti.

La Decisione della Cassazione sui Poteri del Giudice del Rinvio

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, cogliendo l’occasione per ribadire un principio fondamentale. La Corte ha chiarito la netta distinzione tra un annullamento per violazione di legge (che impone al giudice del rinvio di attenersi a un preciso principio di diritto) e un annullamento per vizio di motivazione.

In quest’ultimo caso, come quello in esame, l’annullamento travolge non solo la motivazione, ma anche gli accertamenti di fatto su cui essa si basava. Di conseguenza, il giudice del rinvio non è un mero ‘correttore’ di bozze, ma è investito del potere di compiere un nuovo e completo esame di tutto il materiale probatorio.

Le motivazioni

Secondo la Corte, quando una decisione viene annullata per mancanza o manifesta illogicità della motivazione, i poteri del giudice del rinvio hanno la ‘massima latitudine’. Egli è chiamato a riesaminare ex novo l’intera questione, con gli stessi poteri del giudice che ha emesso il provvedimento annullato. L’unico limite è quello di non fondare la nuova decisione sugli stessi identici argomenti che la Cassazione ha già giudicato illogici o carenti.

Il giudice del rinvio può quindi ricostruire i dati di fatto, apprezzare il valore delle prove e pervenire a una nuova affermazione di responsabilità (o, come in questo caso, di gravità indiziaria) sulla base di un percorso argomentativo diverso, arricchito e logicamente coerente. Nel caso specifico, il Tribunale di Catanzaro aveva legittimamente proceduto a un riesame completo, rigettando il ricorso con una motivazione rinnovata, incentrata sulla genericità della richiesta difensiva, superando così le censure mosse in precedenza dalla Cassazione.

Le conclusioni

La sentenza consolida un importante principio: l’annullamento per vizio di motivazione non ingessa il giudizio di rinvio, ma lo ‘libera’. Il giudice del rinvio ha il dovere e il potere di effettuare una valutazione autonoma e completa, senza essere vincolato dalle precedenti valutazioni di fatto. Questa decisione riafferma la centralità di una motivazione logica e completa come pilastro del giusto processo, garantendo che ogni decisione restrittiva della libertà personale sia fondata su un esame approfondito e non su argomentazioni superficiali o contraddittorie.

Quali sono i poteri del giudice del rinvio dopo un annullamento per vizio di motivazione?
In caso di annullamento per vizio di motivazione, il giudice del rinvio ha il potere di compiere un nuovo e completo esame del materiale probatorio, con gli stessi poteri del giudice che ha emesso il provvedimento annullato. Non è limitato alla sola correzione del vizio, ma deve riesaminare l’intera questione.

Il giudice del rinvio può arrivare alla stessa conclusione della sentenza annullata?
Sì, può pervenire alla stessa conclusione (ad esempio, confermare una misura cautelare), a condizione che lo faccia sulla scorta di un percorso argomentativo diverso, arricchito e privo dei vizi di logicità o carenza che avevano causato l’annullamento.

Qual è l’unico limite imposto al giudice del rinvio in questi casi?
L’unico limite consiste nel non fondare la nuova decisione sugli stessi specifici argomenti che la Corte di Cassazione ha già ritenuto illogici o carenti. Deve quindi fornire una motivazione nuova e logicamente solida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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