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Giudicato progressivo: No prescrizione nel rinvio

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un’imputata che chiedeva la declaratoria di prescrizione per il reato di truffa. La Corte ha applicato il principio del giudicato progressivo, stabilendo che, essendo la responsabilità penale già passata in giudicato, il giudice del rinvio, investito solo della rideterminazione della pena e della confisca, non può dichiarare l’estinzione del reato.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudicato Progressivo: Quando la Responsabilità Penale Diventa Intoccabile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33706 del 2025, torna a pronunciarsi su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il giudicato progressivo. Questa decisione offre un importante chiarimento sui poteri del giudice del rinvio, specialmente quando la sua competenza è limitata a specifici aspetti della sentenza, come il trattamento sanzionatorio. Il caso esaminato dimostra come, una volta divenuta definitiva una parte della sentenza, questa acquisti una stabilità tale da non poter più essere messa in discussione, nemmeno di fronte a cause di estinzione del reato come la prescrizione.

Il Caso: Un Rinvio Limitato a Pena e Confisca

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un’imputata per una serie di reati, tra cui associazione a delinquere e truffa aggravata. Dopo un primo ricorso, la Corte di Cassazione aveva annullato parzialmente la sentenza della Corte d’Appello, rinviando il caso per una nuova valutazione limitata a due soli aspetti: la determinazione della pena (il cosiddetto trattamento sanzionatorio) e la confisca per equivalente. È importante sottolineare che la Cassazione aveva ritenuto inammissibili i motivi di ricorso relativi all’accertamento della responsabilità per i reati di associazione e truffa, rendendo di fatto definitiva la condanna su quei punti.

La Difesa e l’Eccezione di Prescrizione

Nel successivo giudizio di rinvio davanti alla Corte d’Appello di Brescia, la difesa dell’imputata ha sollevato una questione cruciale: nel frattempo, il reato di truffa si era prescritto. Secondo la difesa, la Corte d’Appello avrebbe dovuto prenderne atto, dichiarare l’estinzione del reato e, di conseguenza, revocare la confisca per equivalente disposta in relazione a quel delitto. La richiesta si basava sull’idea che una causa di estinzione del reato debba sempre essere rilevata, in ogni stato e grado del procedimento.

Il Principio del Giudicato Progressivo Secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione, investita nuovamente della questione, ha rigettato il ricorso, riaffermando con forza il principio del giudicato progressivo, sancito dall’art. 624 del codice di procedura penale. Secondo tale norma, se l’annullamento non riguarda tutte le disposizioni della sentenza, le parti non annullate e che non hanno una connessione essenziale con la parte annullata diventano definitive. Nel caso di specie, la responsabilità penale per il reato di truffa non era stata oggetto dell’annullamento con rinvio. Anzi, i motivi di ricorso su quel punto erano stati dichiarati inammissibili. Pertanto, la condanna per truffa era già passata in giudicato, diventando irrevocabile.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che il giudicato formatosi sull’accertamento del reato e sulla responsabilità dell’imputato ‘paralizza’ i poteri del giudice del rinvio. Quest’ultimo, essendo chiamato a decidere solo su aspetti specifici (in questo caso, pena e confisca), non può più tornare indietro e rimettere in discussione il cuore della condanna. La possibilità di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione, secondo la Suprema Corte, sussiste solo se il giudicato non si è ancora formato sulla responsabilità. Poiché in questo caso la colpevolezza era già stata definitivamente accertata, il giudice del rinvio non aveva il potere di applicare l’art. 129 c.p.p. e dichiarare estinto il reato. Qualsiasi diversa interpretazione, secondo i giudici, creerebbe una situazione di incertezza e altererebbe il corretto svolgimento del processo, finendo per ‘sanare’ impropriamente impugnazioni che erano state respinte o dichiarate inammissibili.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale fondamentale. L’implicazione pratica principale è che, in caso di annullamento parziale, le parti della sentenza che non sono state toccate dalla decisione della Cassazione diventano un punto fermo e non più negoziabile. Per gli avvocati e i loro assistiti, ciò significa che le strategie difensive nel giudizio di rinvio devono concentrarsi esclusivamente sui punti devoluti dalla Cassazione. Tentare di riaprire questioni già coperte da giudicato, come la responsabilità penale, per far valere una prescrizione maturata nel frattempo, è una strada non percorribile. La decisione riafferma la stabilità e la certezza del diritto, valori essenziali per il corretto funzionamento della giustizia penale.

Può il giudice del rinvio dichiarare la prescrizione di un reato se la condanna per quel reato è già definitiva?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il giudicato formatosi sull’accertamento del reato e sulla responsabilità dell’imputato impedisce al giudice del rinvio di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione sopravvenuta, qualora il suo compito sia limitato a questioni di carattere sanzionatorio.

Cosa si intende per giudicato progressivo?
È il principio, derivante dall’art. 624 c.p.p., secondo cui quando la Corte di Cassazione annulla solo una parte di una sentenza, le altre parti non annullate e non strettamente connesse a quella annullata diventano definitive e irrevocabili (passano in giudicato).

Perché la confisca per equivalente non è stata revocata nonostante l’eccezione di prescrizione?
La confisca per equivalente non è stata revocata perché era collegata al reato di truffa, per il quale la condanna era già diventata definitiva. Poiché il giudice del rinvio non poteva dichiarare la prescrizione del reato presupposto, non poteva nemmeno revocare la misura patrimoniale che ne conseguiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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