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Furto in pertinenze: quando il cortile è abitazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto e tentato furto in abitazione. I reati erano avvenuti in una lavanderia e in un’area cortilizia, considerate dalla Corte come pertinenze dell’abitazione. Questa ordinanza ribadisce un’interpretazione estensiva del concetto di dimora, fondamentale per la qualificazione del reato di furto in pertinenze.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Furto in Pertinenze: Quando il Cortile è Considerato Abitazione?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema di grande rilevanza pratica: la qualificazione del furto in pertinenze come furto in abitazione. La decisione offre un’importante chiave di lettura per comprendere l’estensione del concetto di ‘privata dimora’ e le conseguenze penali che ne derivano. Questo caso specifico riguarda un furto avvenuto in una lavanderia e un tentato furto in un’area cortilizia, episodi che mettono in luce i confini applicativi di una delle figure di reato più comuni contro il patrimonio.

I Fatti del Caso

L’imputato era stato ritenuto responsabile, sia in primo grado che in appello, per due distinti episodi. Il primo consisteva nell’essersi impossessato di una borsa lasciata nel vano lavanderia di un’abitazione. Il secondo, invece, riguardava il tentativo di rubare una bicicletta parcheggiata nell’area cortilizia di un’altra abitazione. La difesa dell’imputato aveva contestato la qualificazione giuridica dei fatti, sostenendo che tali luoghi non potessero essere considerati ‘abitazione’ ai sensi della legge e che, pertanto, il reato dovesse essere derubricato a furto semplice.

La Decisione della Corte e il Concetto di Furto in Pertinenze

La Suprema Corte ha respinto la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. Il fulcro della decisione risiede nella corretta interpretazione del concetto di privata dimora e delle sue pertinenze. La Corte d’Appello aveva già correttamente evidenziato come, in entrambi i casi, le azioni predatorie fossero state compiute in ‘luoghi pertinenziali delle dimore’ delle persone offese. La Cassazione ha confermato questa linea interpretativa, ritenendola conforme a diritto e ai principi consolidati dalla giurisprudenza di legittimità.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si basano su un principio fondamentale: il concetto di ‘privata dimora’ non si limita alle sole mura domestiche, ma si estende a tutti quegli spazi accessori o complementari dove si svolgono atti della vita privata. Una lavanderia o un cortile, sebbene esterni all’appartamento vero e proprio, sono funzionalmente collegati ad esso e rientrano nella sfera di protezione garantita dalla norma sul furto in abitazione. La Corte ha ritenuto le argomentazioni della sentenza impugnata ‘immuni da censure’, in quanto ‘conformi a diritto, rispettose dei principi stabiliti in sede di legittimità e congruamente articolate’. Di conseguenza, il tentativo della difesa di ottenere una diversa qualificazione giuridica è stato giudicato destituito di fondamento, confermando la condanna per furto e tentato furto in abitazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame ribadisce un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato. In pratica, chiunque commetta un furto in aree come cantine, garage, cortili condominiali o vani comuni come le lavanderie, risponderà del più grave reato di furto in abitazione (art. 624-bis c.p.) e non di furto semplice (art. 624 c.p.). Questa distinzione è cruciale, poiché il furto in abitazione prevede pene significativamente più severe. La decisione serve quindi da monito, chiarendo che la tutela del domicilio si estende a tutti gli spazi che ne costituiscono una proiezione funzionale, garantendo una protezione rafforzata alla sfera privata del cittadino.

Rubare un oggetto da un’area cortilizia o da una lavanderia condominiale è considerato furto in abitazione?
Sì, secondo la decisione della Corte, questi luoghi sono considerati ‘pertinenze’ della privata dimora. Di conseguenza, il furto commesso in tali aree viene qualificato come il più grave reato di furto in abitazione.

Qual è la differenza tra furto in pertinenze e furto semplice?
La differenza risiede nella qualificazione giuridica e nella pena. Il furto in pertinenze viene assimilato al furto in abitazione, che è punito con sanzioni più severe rispetto al furto semplice, poiché lede non solo il patrimonio ma anche la sfera privata e la sicurezza della persona offesa.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile perché le argomentazioni difensive sono state giudicate manifestamente infondate. La decisione della Corte d’Appello era, infatti, corretta dal punto di vista legale, ben motivata e in linea con i principi consolidati della giurisprudenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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