LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Furto con mezzo fraudolento: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per furto aggravato a un individuo che si era finto balbuziente e bisognoso di aiuto per ingannare la vittima. La Corte ha stabilito che tale comportamento integra l’aggravante del furto con mezzo fraudolento, in quanto è un’azione insidiosa e scaltra volta a sorprendere la volontà del detentore del bene. L’appello è stato dichiarato inammissibile.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Furto con mezzo fraudolento: quando la finta fragilità diventa un inganno penalmente rilevante

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un importante chiarimento su cosa si intenda per furto con mezzo fraudolento. Il caso analizzato riguarda un individuo che, per commettere un furto, ha finto di essere balbuziente e bisognoso di aiuto, sfruttando la compassione della vittima per aggirarne le difese. Questa decisione ribadisce un principio consolidato, ma lo applica a una situazione di inganno basato sulla vulnerabilità simulata.

I Fatti del Caso

Un soggetto veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di furto in concorso, aggravato dall’uso di un mezzo fraudolento. La condotta contestata consisteva nell’aver simulato una condizione di debolezza, fingendosi balbuziente e bisognoso di assistenza, al fine di carpire la fiducia della persona offesa e sottrarle dei beni. L’imputato, tramite il suo difensore, presentava ricorso in Cassazione, contestando proprio la sussistenza dell’aggravante. La difesa sosteneva che tale comportamento non costituisse un’azione sufficientemente astuta o insidiosa da poter essere qualificata come ‘mezzo fraudolento’ ai sensi della legge penale.

La questione del furto con mezzo fraudolento

Il nucleo della controversia legale risiede nell’interpretazione dell’articolo 625, comma 1, n. 2 del Codice Penale. Questa norma prevede un aumento di pena per il reato di furto quando la violenza sulle cose o il mezzo fraudolento vengono utilizzati per commettere il fatto. Ma cosa si intende esattamente per ‘mezzo fraudolento’? La giurisprudenza di legittimità ha da tempo chiarito che non è necessario un inganno complesso o un raggiro elaborato. È sufficiente qualsiasi azione insidiosa, caratterizzata da astuzia o scaltrezza, che sia capace di ‘soverchiare o sorprendere la contraria volontà del detentore della cosa’. In altre parole, il mezzo è fraudolento quando elude le normali cautele e difese che una persona adotta per proteggere i propri beni.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. Gli Ermellini hanno pienamente condiviso la valutazione dei giudici di merito, confermando che il comportamento dell’imputato integrava pienamente la nozione di mezzo fraudolento.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si basa su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Viene citata una precedente sentenza (Cass. n. 32847/2019) che definisce il mezzo fraudolento come ‘qualunque azione insidiosa, improntata ad astuzia o scaltrezza, atta a soverchiare o sorprendere la contraria volontà del detentore della cosa, eludendo gli accorgimenti predisposti dal soggetto passivo a difesa della stessa’. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che fingersi balbuziente e fragile per suscitare pietà e abbassare il livello di vigilanza della vittima rappresenti un tipico esempio di tale condotta. Non si tratta di un banale accorgimento, ma di una vera e propria messinscena finalizzata a creare una condizione favorevole per la consumazione del reato, superando le difese psicologiche e materiali della persona offesa.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio di grande rilevanza pratica: l’aggravante del mezzo fraudolento non si limita a stratagemmi complessi, ma include anche inganni che fanno leva su sentimenti umani come la compassione e la solidarietà. La decisione sottolinea che la legge penale tutela non solo la proprietà, ma anche la buona fede dei cittadini, punendo più severamente chi la strumentalizza per commettere reati. Fingere una vulnerabilità per ingannare e derubare non è solo moralmente riprovevole, ma costituisce un’aggravante specifica che comporta un trattamento sanzionatorio più aspro.

Cosa si intende per ‘mezzo fraudolento’ nel reato di furto?
Secondo la Corte di Cassazione, si intende qualsiasi azione insidiosa, basata su astuzia o scaltrezza, che sia in grado di sorprendere la volontà della vittima e aggirare le sue difese per facilitare il furto.

Fingersi una persona fragile o bisognosa di aiuto può essere considerato un mezzo fraudolento?
Sì. La Corte ha stabilito che fingersi balbuziente e bisognoso di aiuto per abbassare le difese della vittima e commettere un furto costituisce un comportamento che integra pienamente l’aggravante del mezzo fraudolento.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna per furto aggravato. Ha inoltre condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila Euro alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati