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Furto con destrezza: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28451/2025, si è pronunciata sul reato di furto con destrezza. Nel caso esaminato, un individuo era stato condannato per aver sottratto un portafoglio in un luogo affollato. La Corte ha confermato l’aggravante, precisando che la destrezza sussiste quando l’agente approfitta di una condizione favorevole, come la distrazione della vittima, per agire con particolare abilità e rapidità, eludendo la sorveglianza. La decisione ribadisce l’importanza dell’abilità superiore alla norma nel configurare tale circostanza aggravante.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Furto con Destrezza: La Cassazione Stabilisce i Confini dell’Aggravante

Il furto con destrezza rappresenta una figura di reato che solleva frequenti questioni interpretative nelle aule di giustizia. Quando un borseggio cessa di essere un furto semplice per diventare un reato aggravato? La recente sentenza della quinta sezione penale della Corte di Cassazione fa luce sui criteri necessari per configurare questa specifica aggravante, offrendo un’analisi dettagliata del concetto di “destrezza”.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un soggetto per il reato di furto aggravato. L’imputato era stato accusato di aver sottratto il portafoglio a una persona che si trovava in un luogo particolarmente affollato, approfittando della calca e di un momento di distrazione della vittima. Sia in primo grado che in appello, i giudici avevano ritenuto sussistente l’aggravante del furto con destrezza, sottolineando la particolare abilità con cui l’imputato aveva agito.

Contro la sentenza di appello, la difesa proponeva ricorso per cassazione, sostenendo che la condotta tenuta non integrasse i requisiti della destrezza. Secondo il ricorrente, l’azione non era stata caratterizzata da una particolare abilità o sveltezza, ma si era limitata a sfruttare una condizione oggettivamente favorevole, come la confusione generale.

La Questione Giuridica sul Furto con Destrezza

Il nodo centrale della questione giuridica sottoposta alla Corte era definire con precisione i contorni dell’aggravante della destrezza. La difesa argomentava che non ogni atto di sottrazione compiuto con rapidità o di nascosto potesse automaticamente qualificarsi come ‘destro’. Si rendeva quindi necessario stabilire se, per configurare il furto con destrezza, fosse sufficiente l’approfittamento di una distrazione della vittima o se fosse richiesta una condotta dell’agente dotata di una speciale abilità, superiore a quella comunemente usata per commettere un furto.

L’Aggravante nel Codice Penale

L’articolo 625, n. 4, del codice penale prevede un aumento di pena se il fatto è commesso “con destrezza”. La giurisprudenza ha storicamente oscillato nell’interpretare questo concetto, cercando un equilibrio tra una visione oggettiva (legata alle circostanze esterne) e una soggettiva (incentrata sull’abilità personale del reo).

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, nel respingere il ricorso, ha fornito motivazioni chiare e puntuali per confermare la sussistenza dell’aggravante. I giudici hanno chiarito che la destrezza non si esaurisce nella mera clandestinità dell’azione, ma consiste in un ‘quid pluris’: un’abilità o sveltezza particolari che neutralizzano o superano la normale vigilanza della persona offesa.

Secondo la Corte, la destrezza si manifesta quando l’agente compie un’azione caratterizzata da una speciale rapidità e abilità, eludendo la sorveglianza dell’uomo medio. Nel caso specifico, l’imputato non si era limitato ad approfittare della folla, ma aveva agito con un movimento fulmineo e mirato, tale da non essere percepito dalla vittima e dalle persone circostanti. Questo comportamento, secondo gli Ermellini, denota una capacità criminale superiore a quella ordinaria e giustifica pienamente l’applicazione dell’aggravante. La Corte ha quindi ribadito che l’approfittamento di una situazione di distrazione della vittima, quando combinato con una condotta particolarmente abile e veloce, integra pienamente gli estremi del furto con destrezza.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione consolida un principio di diritto fondamentale: per aversi furto con destrezza, non è sufficiente che il ladro agisca di nascosto, ma è necessario che la sua condotta manifesti un’abilità manuale e una sveltezza esecutiva che siano superiori alla media. La decisione sottolinea che l’aggravante ha lo scopo di punire più severamente non chiunque rubi, ma chi lo fa con una professionalità tale da rendere la difesa della vittima particolarmente difficile. Di conseguenza, la valutazione del giudice deve concentrarsi sulla specifica modalità dell’azione, per verificare se essa presenti quel grado di abilità che la legge intende sanzionare più gravemente.

Cos’è il furto con destrezza secondo la Cassazione?
È un furto commesso con una particolare abilità e rapidità, tale da superare la normale vigilanza della vittima. Non si tratta di una semplice azione furtiva, ma di una condotta che dimostra una capacità criminale superiore alla norma.

La semplice sottrazione di un oggetto è sempre furto con destrezza?
No. Per configurare l’aggravante, non è sufficiente l’atto di sottrarre un bene di nascosto. È necessario che l’agente dimostri una speciale abilità manuale o astuzia che neutralizzi le difese della persona offesa.

Quale elemento è decisivo per configurare l’aggravante della destrezza?
L’elemento decisivo è la presenza di un’abilità superiore a quella comune, una sveltezza esecutiva che permette al ladro di eludere la sorveglianza della vittima, anche quando questa si trova in una situazione di potenziale attenzione (come in un luogo affollato).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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