Furto con Destrezza: Quando la Semplice Distrazione non Basta per l’Aggravante
L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui confini applicativi dell’aggravante del furto con destrezza, prevista dall’art. 625, n. 4, del codice penale. La Suprema Corte, nel dichiarare inammissibile il ricorso di un imputato, ha ribadito un principio fondamentale sancito dalle Sezioni Unite: per la configurabilità di tale aggravante non è sufficiente approfittare di una mera disattenzione della vittima, ma occorre un comportamento attivo dell’agente, caratterizzato da abilità e astuzia, volto a eludere la sorveglianza.
I Fatti di Causa
Il caso trae origine dalla condanna di un soggetto per il reato di furto, aggravato per aver commesso il fatto con destrezza. La Corte d’Appello di Bologna aveva confermato la sentenza di primo grado, ritenendo l’imputato colpevole. Contro tale decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione proprio in relazione all’applicazione della suddetta aggravante.
L’Aggravante del Furto con Destrezza secondo le Sezioni Unite
Il cuore della questione giuridica risiede nella corretta interpretazione del concetto di ‘destrezza’. La Corte di Cassazione, nel respingere il ricorso, richiama la fondamentale pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza n. 34090 del 2017), che ha tracciato una linea di demarcazione netta.
Secondo questo autorevole precedente, l’aggravante della destrezza sussiste solo quando il comportamento dell’agente, posto in essere prima o durante l’impossessamento del bene, sia caratterizzato da una particolare abilità, astuzia o avvedutezza. Tale condotta deve essere idonea a sorprendere, attenuare o eludere la vigilanza della persona offesa. In altre parole, il ladro deve fare qualcosa di più che un semplice approfittamento: deve agire con una furbizia o una rapidità tali da superare le difese, anche solo passive, della vittima.
Di contro, l’aggravante non si applica nelle ipotesi in cui il reo si limiti a sfruttare situazioni di disattenzione o di momentaneo allontanamento del detentore dal bene, quando queste situazioni non sono state da lui stesso provocate.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte ha giudicato il ricorso ‘manifestamente infondato’ proprio perché non si confrontava con questo consolidato orientamento giurisprudenziale. I giudici di legittimità hanno evidenziato come la Corte d’Appello avesse motivato in modo logico e coerente la propria decisione, applicando correttamente i principi di diritto e i dettami della giurisprudenza costante.
La sentenza impugnata, infatti, aveva esplicitato le ragioni per cui la condotta dell’imputato integrava quel ‘quid pluris’ di abilità richiesto dalla norma. Il ricorso, pertanto, è stato dichiarato inammissibile, non riuscendo a scalfire la correttezza giuridica della decisione dei giudici di merito.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La decisione della Cassazione rafforza un principio di garanzia nel diritto penale: l’applicazione di un’aggravante, che comporta un aumento di pena, deve essere ancorata a elementi concreti e specifici. Per il furto con destrezza, non è sufficiente la negligenza della vittima, ma è necessaria una condotta qualificata dell’autore del reato.
Questa ordinanza conferma che per l’accusa, non basta dimostrare l’avvenuta sottrazione, ma è indispensabile provare quella particolare scaltrezza che ha permesso di superare la vigilanza sul bene. Per la difesa, invece, si apre la possibilità di contestare l’aggravante qualora il fatto sia riconducibile a un mero furto opportunistico, commesso approfittando di una circostanza favorevole non creata dall’agente. In definitiva, la destrezza non è nel cogliere l’occasione, ma nel crearla o sfruttarla con eccezionale abilità.
Cosa si intende per aggravante del furto con destrezza?
Per furto con destrezza si intende un furto commesso con una particolare abilità, astuzia o avvedutezza, tale da sorprendere, attenuare o eludere la sorveglianza della vittima sul bene. È un comportamento attivo e qualificato dell’agente.
Approfittare della distrazione di una persona è sufficiente per configurare il furto con destrezza?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il semplice approfittare di una situazione di disattenzione o di momentaneo allontanamento della vittima, se non provocata dall’autore del furto, non è sufficiente per applicare l’aggravante della destrezza.
Perché il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto manifestamente infondato. L’imputato non ha contestato in modo efficace la decisione della Corte d’Appello, la quale aveva correttamente applicato i principi stabiliti dalla giurisprudenza consolidata delle Sezioni Unite della Cassazione in materia di furto con destrezza.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 6021 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 6021 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: PILLA EGLE
Data Udienza: 15/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato il 15/09/1981
avverso la sentenza del 17/05/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
Rilevato che NOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di Bologna che ha confermato la pronunzia di primo grado con la quale era stato ritenuto colpevole del reato di furto aggravato dall’ aver commesso il fatto con destrezza (artt. 624 e 625 n. 4 cod. pen.).
Considerato che il primo ed unico motivo – con il quale il ricorrente denunzia violazione di legge e vizio di motivazione in relazione all’applicazione dell’aggravante di cui all’art. 625 n.4 cod. pen. – è manifestamente infondato non confrontandosi con la giurisprudenza delle Sezioni Unite di questa Corte, secondo cui la circostanza aggravante della destrezza di cui all’art. 625, primo comma, n. 4, cod. pen., richiede un comportamento dell’agente, posto in essere prima o durante l’impossessamento del bene mobile altrui, caratterizzato da particolare abilità, astuzia o avvedutezza, idoneo a sorprendere, attenuare o eludere la sorveglianza sul bene stesso; sicché non sussiste detta aggravante nell’ipotesi di furto commesso da chi si limiti ad approfittare di situazioni, dallo stesso non provocate, di disattenzione o di momentaneo allontanamento del detentore dalla cosa (Sez. U, n. 34090 del 27/04/2017, COGNOME, Rv. 270088).
Con motivazione esente dai descritti vizi logici, la Corte territoriale ha esplicitato le ragioni del suo convincimento (si vedano, in particolare, pagg. 2 e 3) facendo applicazione di corretti argomenti giuridici, nonché dei dettami di costante giurisprudenza di legittimità, ai fini dell’affermazione della responsabilità in ordine al contestato aggravante.
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
TABLE