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Furto aggravato: quando non è truffa? La Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, cogliendo l’occasione per ribadire la netta distinzione tra il reato di furto aggravato dal mezzo fraudolento e quello di truffa. Secondo la Corte, il criterio distintivo risiede nella fase finale dell’azione criminale: si configura furto e non truffa quando, nonostante l’uso di raggiri, l’impossessamento del bene avviene tramite un atto di ‘usurpazione unilaterale’ da parte dell’autore, senza un atto di disposizione patrimoniale da parte della vittima.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Furto aggravato o truffa? La Cassazione chiarisce la linea di confine

La distinzione tra furto aggravato dall’uso di mezzi fraudolenti e il reato di truffa rappresenta uno dei temi più dibattuti e complessi del diritto penale. Sebbene entrambi i reati ledano il patrimonio, il meccanismo con cui si arriva all’offesa è profondamente diverso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un’importante chiave di lettura per distinguere le due fattispecie, sottolineando come l’elemento decisivo sia l’atto finale di impossessamento del bene.

Il caso in esame

La vicenda giudiziaria trae origine dal ricorso presentato da un soggetto condannato nei gradi di merito per un reato contro il patrimonio. La difesa sosteneva che i fatti dovessero essere qualificati come truffa anziché furto, basandosi sulla presenza di un’attività ingannatoria nei confronti della vittima. La questione è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sulla corretta qualificazione giuridica del fatto.

La differenza tra furto aggravato e truffa secondo la Corte

Il cuore della pronuncia della Suprema Corte risiede nella chiarificazione del criterio distintivo tra i due reati. Gli Ermellini hanno stabilito che la differenza non sta tanto nella presenza di un’attività fraudolenta, che può caratterizzare entrambe le ipotesi, quanto nella ‘fase risolutiva del processo causale’.

* Nella truffa, l’inganno induce la vittima a compiere un ‘atto dispositivo’, cioè un’azione volontaria (sebbene viziata dall’errore) con cui trasferisce il bene o il diritto al truffatore. La cooperazione della vittima, anche se carpita con l’inganno, è un elemento essenziale.
* Nel furto aggravato dal mezzo fraudolento, l’attività ingannatoria è puramente preparatoria. Serve a eludere la sorveglianza, a distrarre la vittima o a creare le condizioni favorevoli per l’azione successiva. Tuttavia, l’impossessamento finale del bene avviene tramite un’azione unilaterale e arbitraria dell’autore del reato, una vera e propria ‘usurpazione unilaterale’ che si sostituisce alla volontà della vittima.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha specificato che si configura l’ipotesi di furto, e non di truffa, quando l’autore del reato realizza attività preparatorie finalizzate a operare il trasferimento a sé del bene utilizzando mezzi fraudolenti. Se tra l’atto ingannatorio e l’impossessamento si inserisce l’azione del reo con carattere di usurpazione unilaterale, il reato commesso è quello di furto. In sostanza, il mezzo fraudolento è solo lo strumento per aggirare le difese della vittima, ma la sottrazione materiale del bene avviene senza e contro la volontà di quest’ultima. La vittima non ‘dà’, ma ‘subisce’ la perdita del bene.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio giurisprudenziale di fondamentale importanza pratica. La corretta qualificazione del reato ha conseguenze significative sia in termini di pena applicabile sia di procedibilità. La decisione della Corte ribadisce che per distinguere tra furto aggravato e truffa è necessario analizzare la dinamica dell’azione nel suo complesso, concentrandosi sul momento cruciale dell’impossessamento. Se questo avviene con un atto unilaterale del ladro, che si appropria della cosa mobile altrui, si tratterà sempre di furto, anche se l’intera operazione è stata resa possibile da un sofisticato inganno.

Qual è la differenza fondamentale tra furto aggravato dal mezzo fraudolento e truffa secondo la Corte?
La differenza risiede nella fase finale dell’azione: si ha furto aggravato quando l’autore, pur usando l’inganno, si impossessa del bene con un’azione unilaterale (usurpazione); si ha truffa quando è la stessa vittima, indotta in errore dall’inganno, a compiere un atto di disposizione patrimoniale a favore del reo.

Cosa si intende per ‘usurpazione unilaterale’ nel contesto del furto aggravato?
Si intende l’azione autonoma e indipendente del ladro che prende materialmente possesso del bene, sottraendolo alla vittima. Questo atto si contrappone all’atto di disposizione patrimoniale della truffa, dove è la vittima stessa a consegnare il bene.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la Corte ha ritenuto che la condotta contestata rientrasse correttamente nell’ipotesi del furto aggravato e non della truffa, dato che l’impossessamento finale del bene era avvenuto tramite un’azione di usurpazione unilaterale da parte dell’imputato, rendendo infondate le argomentazioni difensive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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