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Furto aggravato: quando la videosorveglianza non basta

La Corte di Cassazione chiarisce che la semplice presenza di telecamere non esclude l’aggravante dell’esposizione a pubblica fede nel furto aggravato. È necessaria una sorveglianza attiva e costante, capace di un intervento immediato. L’ordinanza analizza il caso di un ricorso in cui si contestava la condanna per furto, ritenendo che la videosorveglianza fosse sufficiente a proteggere i beni. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che una vigilanza non continuativa, che non impedisce la fuga dei colpevoli, non elide l’aggravante.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Furto Aggravato: La Videosorveglianza da Sola Non Esclude l’Aggravante

Nell’era della tecnologia, si potrebbe pensare che la presenza di telecamere di videosorveglianza sia un deterrente sufficiente contro i furti e che possa escludere alcune circostanze aggravanti. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio consolidato: per escludere l’aggravante dell’esposizione a pubblica fede nel furto aggravato, non basta un sistema di sorveglianza passivo. È necessaria una vigilanza attiva, costante ed efficace. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un’imputata contro una sentenza della Corte di Appello. Quest’ultima, pur riformando parzialmente la decisione di primo grado, aveva confermato la condanna per il reato di furto, mantenendo l’aggravante dell’esposizione della merce alla pubblica fede, come previsto dall’articolo 625, n. 7, del codice penale. La difesa sosteneva che tale aggravante dovesse essere esclusa, ma la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile.

L’Aggravante del Furto e l’Esposizione a Pubblica Fede

L’aggravante dell’esposizione a pubblica fede si configura quando le cose rubate sono esposte, per necessità, consuetudine o destinazione, alla fiducia del pubblico. Pensiamo, ad esempio, alla merce esposta sugli scaffali di un supermercato. La difesa dell’imputata ha contestato la sussistenza di questa aggravante, probabilmente facendo leva sulla presenza di sistemi di sorveglianza nel luogo del furto.

La Decisione della Corte sul Furto Aggravato

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi presentati una mera riproposizione di argomenti già valutati e respinti nei gradi di giudizio precedenti. La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire la sua costante giurisprudenza in materia.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un principio chiaro: l’aggravante dell’esposizione a pubblica fede può essere esclusa solo in presenza di una sorveglianza che sia continuativa, costante e specificamente efficace nell’impedire la sottrazione del bene. Un controllo meramente saltuario o eventuale non è sufficiente.

La Corte sottolinea che anche un sistema di videosorveglianza, secondo l’interpretazione maggioritaria, non esclude di per sé l’aggravante. Questo perché un tale sistema, se non presidiato costantemente da personale in grado di intervenire immediatamente, non garantisce l’interruzione dell’azione criminosa. La sua funzione, in molti casi, è quella di identificare i colpevoli a posteriori, non di prevenire il furto nel momento in cui si compie.

Nel caso specifico, la vigilanza non era stata continua. La prova risiede nel fatto che gli autori del reato erano riusciti ad allontanarsi, rendendo necessario un inseguimento. Questo dimostra che il sistema di controllo in atto non era idoneo a ostacolare la sottrazione e a garantire un intervento tempestivo, confermando così la sussistenza del furto aggravato.

le conclusioni

L’ordinanza in esame conferma un importante principio di diritto con notevoli implicazioni pratiche per gli esercenti commerciali e per chiunque esponga beni al pubblico. La sola installazione di telecamere a circuito chiuso non costituisce una difesa sufficiente a escludere l’aggravante dell’esposizione a pubblica fede. Per ottenere tale risultato, è indispensabile predisporre un sistema di sorveglianza attiva, con personale dedicato che monitori costantemente la situazione e sia in condizione di intervenire immediatamente per bloccare l’azione delittuosa. Questa decisione rafforza la tutela dei beni esposti, chiarendo che la fiducia riposta nel pubblico non viene meno con la semplice presenza di un occhio elettronico passivo.

La semplice presenza di telecamere di videosorveglianza è sufficiente a escludere l’aggravante dell’esposizione a pubblica fede in un furto?
No, secondo la Corte di Cassazione non è sufficiente. È necessaria una sorveglianza continuativa, costante e specificamente efficace, in grado di impedire la sottrazione del bene e di consentire un intervento immediato.

Perché il ricorso dell’imputata è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente perché i motivi erano una semplice ripetizione di argomentazioni già respinte in appello, senza una critica specifica e argomentata alla sentenza impugnata. Inoltre, anche il motivo relativo alla recidiva è stato ritenuto manifestamente infondato.

Cosa significa che la vigilanza non era ‘continuativa’ nel caso specifico?
Significa che la sorveglianza non era costante al punto da prevenire il reato. La prova è che gli autori del furto sono riusciti ad allontanarsi e si è reso necessario un inseguimento, dimostrando che il controllo non ha garantito l’interruzione immediata dell’azione criminosa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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