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Fornitura calcestruzzo: quando scatta l’obbligo del POS

La Cassazione annulla una condanna per violazione delle norme di sicurezza, chiarendo la distinzione tra fornitura calcestruzzo e posa in opera. L’obbligo di redigere il Piano Operativo di Sicurezza (POS) per il fornitore scatta solo se i suoi dipendenti partecipano attivamente alla stesura del getto, manovrando il terminale della pompa, e non con la sola manovra a distanza del braccio meccanico.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Fornitura Calcestruzzo in Cantiere: Quando è Obbligatorio il POS? La Cassazione Fa Chiarezza

La distinzione tra la mera fornitura calcestruzzo e la sua ‘posa in opera’ è un tema cruciale per la sicurezza nei cantieri e per la corretta attribuzione delle responsabilità. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 536/2025, interviene proprio su questo punto, annullando una condanna e stabilendo un principio fondamentale: l’obbligo di redigere il Piano Operativo di Sicurezza (POS) non scatta per il semplice fatto di consegnare il calcestruzzo, anche manovrando il braccio della pompa. Serve un ‘qualcosa in più’.

I Fatti: Una Condanna per Mancato POS

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di Avellino nei confronti dei legali rappresentanti di tre diverse società fornitrici di calcestruzzo. Erano stati ritenuti responsabili di violazioni dell’art. 96 del D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro) per la carente redazione del POS e per l’omessa fornitura di servizi igienico-assistenziali ai propri dipendenti operanti in un cantiere edile. La tesi dell’accusa, accolta in primo grado, era che le loro attività non si limitassero alla semplice consegna, ma integrassero una vera e propria partecipazione ai lavori.

I Motivi del Ricorso: Semplice Fornitura o Posa in Opera?

Gli imputati hanno presentato ricorso in Cassazione, sostenendo un errore di diritto. Il punto centrale della loro difesa era che le loro aziende avevano effettuato una semplice fornitura calcestruzzo, un’attività assimilabile alla consegna di qualsiasi altro materiale da costruzione. Secondo i ricorrenti, i loro dipendenti si erano limitati a scaricare il materiale manovrando il braccio meccanico del mezzo di trasporto dal pannello di comando, senza mai entrare nell’area di getto o manovrare direttamente il terminale in gomma della pompa. Questa attività, a loro dire, non poteva essere equiparata alla ‘posa in opera’, che sarebbe rimasta esclusiva responsabilità dell’impresa esecutrice dei lavori.

La Decisione della Cassazione sulla fornitura calcestruzzo

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza di condanna e rinviando il caso al Tribunale per un nuovo giudizio. I giudici hanno ritenuto fondata la censura relativa all’errata qualificazione dell’attività svolta dagli operai delle ditte fornitrici. La sentenza di merito, infatti, non aveva chiarito in modo inequivocabile se i dipendenti avessero effettivamente partecipato attivamente alla fase di getto del conglomerato cementizio.

Le Motivazioni: Il ‘Quid Pluris’ che Fa la Differenza

La Corte ha delineato con precisione il confine tra fornitura e posa in opera. Per ravvisare la posa in opera, e quindi far scattare gli obblighi di sicurezza correlati come la redazione del POS, è necessario un ‘quid pluris’ rispetto alla semplice consegna. Questo ‘qualcosa in più’ si concretizza quando i dipendenti del fornitore non si limitano a manovrare a distanza il braccio meccanico per direzionare il flusso di materiale nel punto indicato, ma partecipano attivamente alla stesura.

In altre parole, si ha posa in opera quando gli operai del fornitore:
1. Manovrano direttamente il terminale flessibile della pompa (il cosiddetto ‘bocchettone’).
2. Operano all’interno dell’area di getto.
3. Contribuiscono materialmente alla distribuzione omogenea del calcestruzzo, seguendo le direttive dell’impresa esecutrice.

Se, al contrario, l’attività si esaurisce nel posizionare il mezzo e nel manovrare il braccio meccanico tramite il pannello di comando, rimanendo al di fuori dell’area di lavoro, si resta nell’ambito della mera fornitura calcestruzzo. La sentenza impugnata è stata annullata proprio perché non aveva accertato questo aspetto cruciale, limitandosi a un’affermazione generica sulla ‘manovra della pompa’.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Imprese

Questa sentenza offre un chiarimento di fondamentale importanza per le imprese di fornitura e per quelle edili. La responsabilità per la redazione del POS e per le relative misure di sicurezza non può essere attribuita automaticamente al fornitore di calcestruzzo. È necessario un accertamento in fatto, caso per caso, per verificare se la sua attività abbia superato la soglia della mera consegna, trasformandosi in una compartecipazione attiva all’esecuzione dei lavori. Per le imprese fornitrici, è essenziale definire chiaramente i limiti delle mansioni dei propri dipendenti e assicurarsi che non oltrepassino le operazioni di scarico a distanza, per non incorrere in responsabilità penali improprie.

Quando un’impresa che effettua la fornitura di calcestruzzo è obbligata a redigere il Piano Operativo di Sicurezza (POS)?
L’obbligo di redigere il POS scatta solo quando i suoi dipendenti non si limitano alla consegna ma partecipano attivamente alla ‘posa in opera’ del materiale, ad esempio manovrando direttamente il terminale flessibile (bocchettone) della pompa all’interno dell’area di getto per distribuire il conglomerato.

La semplice manovra del braccio della pompa di calcestruzzo dal camion costituisce ‘posa in opera’?
No. Secondo la Corte, la manovra del braccio meccanico a distanza, tramite il pannello di comando posto sul mezzo, per direzionare il getto nel punto indicato, rientra nell’attività di mera fornitura e consegna, e da sola non è sufficiente a configurare la ‘posa in opera’.

Qual è stata la decisione finale della Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna e ha disposto un nuovo processo (rinvio) presso il Tribunale di Avellino. Il nuovo giudice dovrà verificare in modo specifico se gli operai delle ditte fornitrici abbiano compiuto attività riconducibili alla ‘posa in opera’ secondo i criteri indicati dalla Suprema Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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