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Finanziamenti soci: quando è bancarotta fraudolenta

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che aveva riqualificato il reato da bancarotta fraudolenta per distrazione a bancarotta preferenziale. Il caso riguardava il rimborso di finanziamenti soci. La Corte ha stabilito che per qualificare la condotta è necessario un’analisi sostanziale del finanziamento e della situazione finanziaria della società, per verificare se si applica la regola della postergazione (art. 2467 c.c.), rendendo la restituzione una distrazione di beni sociali.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Finanziamenti soci: quando il rimborso è bancarotta fraudolenta

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori su un tema cruciale del diritto societario e penale: la corretta qualificazione del reato derivante dalla restituzione dei finanziamenti soci in un contesto di crisi aziendale. La Corte ha chiarito che, per distinguere tra bancarotta preferenziale e la più grave bancarotta fraudolenta per distrazione, non basta guardare alla forma dell’operazione, ma è necessaria un’analisi approfondita della sua sostanza e del contesto economico in cui è avvenuta.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un’indagine a carico di due amministratori di una società a responsabilità limitata, accusati inizialmente di bancarotta fraudolenta per distrazione. L’accusa sosteneva che avessero sottratto oltre 350.000 euro dal patrimonio sociale, restituendoli a sé stessi e ad altri soci a titolo di rimborso per ‘versamenti infruttiferi’.

In prima istanza, il Giudice per le indagini preliminari aveva riqualificato il fatto in bancarotta preferenziale, ritenendo che tali versamenti fossero semplici prestiti (mutui). Di conseguenza, il reato è stato dichiarato prescritto. Il Procuratore generale ha però impugnato la decisione, portando il caso davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che la restituzione di quei fondi configurasse una vera e propria distrazione, in violazione delle norme sui finanziamenti soci in situazioni di squilibrio finanziario.

La Decisione della Cassazione e la natura dei finanziamenti soci

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Procuratore, annullando la sentenza e rinviando il caso per un nuovo giudizio. Il fulcro della decisione risiede nella necessità di distinguere correttamente le varie forme di apporti economici da parte dei soci, che hanno conseguenze giuridiche molto diverse.

Tipologie di Apporti dei Soci

La Corte ha ribadito la classificazione consolidata dei versamenti che un socio può effettuare:
1. Conferimenti: Apporti di capitale di rischio che entrano nel capitale sociale e non danno diritto a restituzione se non dopo la liquidazione.
2. Versamenti a fondo perduto (o in conto capitale): Acquisiti definitivamente dalla società, senza obbligo di rimborso.
3. Versamenti in conto futuro aumento di capitale: Legati a una futura operazione sul capitale; se questa non avviene, il socio ha diritto alla restituzione.
4. Finanziamenti soci: Veri e propri prestiti che creano un debito per la società e un credito per il socio.

È proprio su quest’ultima categoria che si concentra la sentenza. I finanziamenti soci, pur essendo prestiti, sono soggetti a una disciplina speciale quando la società è in difficoltà.

Il Principio di Postergazione dei Finanziamenti Soci

Il punto chiave è l’articolo 2467 del codice civile, che introduce la regola della ‘postergazione’. Questa norma stabilisce che il rimborso dei finanziamenti soci deve essere posticipato rispetto al soddisfacimento degli altri creditori quando il finanziamento è stato concesso in un momento in cui vi era un eccessivo squilibrio dell’indebitamento rispetto al patrimonio netto, o in una situazione finanziaria in cui sarebbe stato più ragionevole un conferimento di capitale.

In pratica, la legge considera questi finanziamenti ‘anomali’ come capitale di rischio mascherato da debito. La loro restituzione prima di aver pagato tutti gli altri creditori non è una semplice preferenza, ma una sottrazione di risorse che sarebbero dovute rimanere a garanzia dei terzi.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione evidenziando come il giudice di primo grado abbia errato nel fermarsi alla qualificazione contabile di ‘versamento infruttifero’ per concludere che si trattasse di un mutuo. La motivazione della sentenza impugnata è stata ritenuta carente perché non ha indagato sulla sostanza dell’operazione. Non ha verificato la ‘collocazione temporale e situazionale’ del finanziamento, ovvero se fosse stato erogato in un periodo di crisi tale da attivare la regola della postergazione.

Secondo la Cassazione, la natura giuridica di un versamento non può dipendere solo dalla sua denominazione, ma richiede un’analisi del contesto. Se il finanziamento è ‘sostitutivo del capitale’, il credito del socio diventa inesigibile fino al pagamento di tutti gli altri creditori. Di conseguenza, un rimborso anticipato costituisce una condotta distrattiva, integrando il più grave reato di bancarotta fraudolenta.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza riafferma un principio fondamentale: per determinare la responsabilità penale degli amministratori in caso di rimborso di finanziamenti soci, è indispensabile un’indagine approfondita. Il giudice deve accertare se, al momento dell’erogazione, la società si trovasse in una condizione di squilibrio finanziario. Se la risposta è affermativa, il finanziamento è soggetto a postergazione e la sua restituzione prima di aver soddisfatto gli altri creditori configura il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione, non quello di bancarotta preferenziale. Il caso è stato quindi rinviato al Tribunale per un nuovo esame che tenga conto di questi principi.

Quando il rimborso di un finanziamento a un socio costituisce bancarotta fraudolenta per distrazione anziché preferenziale?
Quando il finanziamento è stato erogato in una situazione di significativo squilibrio finanziario della società, tale da renderlo ‘sostitutivo del capitale’. In questi casi, si applica la regola della postergazione (art. 2467 c.c.), che rende il credito del socio inesigibile fino al completo soddisfacimento degli altri creditori. La restituzione viola questo vincolo e viene considerata una sottrazione di patrimonio sociale (distrazione).

Cosa si intende per ‘postergazione’ dei finanziamenti soci?
La postergazione è un meccanismo legale per cui il diritto del socio al rimborso del suo finanziamento viene subordinato al pagamento di tutti gli altri creditori sociali. Si applica quando il prestito è stato concesso in un momento di crisi o di forte indebitamento della società, in cui sarebbe stato più corretto un apporto di capitale di rischio.

La registrazione contabile di un versamento è sufficiente per determinarne la natura giuridica ai fini penali?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la denominazione utilizzata nelle scritture contabili (come ‘versamento soci infruttifero’) non è decisiva. È necessario un ‘nuovo sforzo motivazionale’ che indaghi la sostanza dell’operazione, la situazione finanziaria della società al momento dell’erogazione e la reale volontà delle parti per qualificare correttamente l’apporto e, di conseguenza, la natura penale della sua eventuale restituzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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