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Fatture false: prescrizione parziale in Cassazione

L’amministratore di una società è stato condannato per l’utilizzo di fatture false in un complesso schema di frode fiscale pluriennale. La Corte di Cassazione ha confermato la sua colpevolezza ma ha dichiarato prescritto il reato per una delle annualità contestate, rideterminando la pena finale. È stata respinta la richiesta di non punibilità per particolare tenuità del fatto a causa della gravità e sistematicità della condotta.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Fatture False: Prescrizione Parziale in Cassazione per Frode Fiscale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso complesso di utilizzo di fatture false, inserito in uno schema di “frode carosello”. La decisione chiarisce importanti principi sulla prescrizione del reato e sulla valutazione della colpevolezza, anche a fronte di decisioni contrastanti della giustizia tributaria. Vediamo nel dettaglio come i giudici hanno risolto la questione.

Il Caso: una Frode Fiscale Pluriennale

L’amministratore di una società operante nel commercio all’ingrosso di prodotti lattiero-caseari è stato processato per aver indicato, nelle dichiarazioni fiscali relative agli anni dal 2012 al 2015, elementi passivi fittizi per centinaia di migliaia di euro. L’accusa, basata su una verifica fiscale, ha ricostruito un meccanismo di frode carosello. In pratica, la società dell’imputato figurava come acquirente di merci da intermediari nazionali, i quali a loro volta le avrebbero acquistate da un fornitore comunitario.

Le indagini hanno però rivelato che questi intermediari erano mere società “cartiere”, prive di una reale struttura operativa, create al solo scopo di emettere fatture false. Le merci, in realtà, venivano acquistate direttamente dal fornitore comunitario e giungevano alla società dell’imputato, che però utilizzava le fatture fittizie degli intermediari per detrarsi indebitamente l’IVA e creare costi inesistenti. Condannato in primo e secondo grado, l’imprenditore ha proposto ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso e le Fatture False

La difesa ha basato il ricorso su tre punti principali:

Contestazione della Colpevolezza

L’imputato sosteneva che i giudici di merito avessero errato nel confermare la condanna, ignorando le sentenze dei giudici tributari che avevano annullato gli avvisi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate. A suo dire, le operazioni erano reali, come provato dai documenti di trasporto internazionale (CMR).

Richiesta di non Punibilità

In subordine, si chiedeva l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale, relativo alla non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Eccezione di Prescrizione

Infine, la difesa ha sollevato l’eccezione di prescrizione del reato per l’annualità fiscale 2012, ritenuta la più grave e base del calcolo della pena.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto solo l’ultimo motivo di ricorso, rigettando gli altri due.

Conferma della Responsabilità Penale

I giudici hanno stabilito che la valutazione del giudice penale è autonoma rispetto a quella del giudice tributario. Mentre quest’ultimo si era fermato a un esame formale della documentazione, il processo penale ha permesso una valutazione complessiva e sostanziale delle prove. L’analisi ha confermato l’esistenza della frode carosello, evidenziando le anomalie gestionali delle società intermediarie e le discrasie documentali. Le argomentazioni della difesa sono state quindi ritenute un tentativo di rivalutare i fatti, inammissibile in sede di legittimità.

Rigetto della Causa di non Punibilità per l’uso di Fatture False

La Corte ha ritenuto che il reato non potesse essere considerato di “particolare tenuità”. Gli elementi ostativi erano chiari:
1. L’ingente ammontare dell’imposta evasa.
2. La complessità e l’insidiosità del meccanismo fraudolento (frode carosello).
3. La reiterazione della condotta per diverse annualità.

Accoglimento della Prescrizione per il 2012

La Corte ha invece accolto il motivo sulla prescrizione. Il reato di dichiarazione fraudolenta si consuma con la presentazione della dichiarazione. Per l’anno d’imposta 2012, la dichiarazione era stata presentata il 30 settembre 2013. Il termine di prescrizione, in questi casi, è di 10 anni. Pertanto, il reato si è estinto il 30 settembre 2023, prima della pronuncia della sentenza d’appello (14 novembre 2023).

Le Motivazioni

La Corte ha sottolineato che, nel processo penale, la prova si forma sulla base di una valutazione completa di tutti gli elementi disponibili, superando la mera regolarità formale dei documenti. La presenza di uno schema fraudolento consolidato, come la frode carosello, e la ripetizione del reato su più anni sono indicatori di una gravità tale da escludere l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Per quanto riguarda la prescrizione, la Corte ha applicato rigorosamente il calcolo dei termini, rilevando come per una delle annualità contestate il tempo per perseguire il reato fosse ormai scaduto.

Le Conclusioni

La sentenza è stata annullata senza rinvio limitatamente al reato relativo all’anno 2012, perché estinto per prescrizione. Di conseguenza, la pena è stata rideterminata per le restanti annualità (2013, 2014 e 2015), venendo fissata in 1 anno e 2 mesi di reclusione, con conferma del beneficio della sospensione condizionale. Questa decisione ribadisce l’autonomia del giudizio penale in materia di reati tributari e l’importanza di una corretta individuazione del momento consumativo del reato ai fini del calcolo della prescrizione.

Qual è l’esito per un imprenditore accusato di usare fatture false per più anni se un reato si prescrive?
La condanna viene annullata solo per l’annualità prescritta. La pena finale viene ricalcolata sulla base dei reati non ancora prescritti, escludendo l’aumento di pena che era stato applicato per la violazione estinta.

Una sentenza favorevole del giudice tributario garantisce l’assoluzione nel processo penale per frode fiscale?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che il giudice penale conduce una valutazione autonoma e più approfondita delle prove, non essendo vincolato dalle decisioni delle commissioni tributarie, che possono basarsi su un esame più formale.

Quando l’uso di fatture false non è considerato di ‘particolare tenuità’?
Non è considerato di ‘particolare tenuità’ quando ricorrono elementi di gravità come un ingente importo di imposta evasa, l’uso di meccanismi fraudolenti complessi (come la ‘frode carosello’) e la reiterazione della condotta criminosa per più anni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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