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Fatto lieve stupefacenti: quando viene escluso?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio, confermando la decisione dei giudici di merito di escludere l’ipotesi del ‘fatto lieve’. La decisione si fonda su una valutazione complessiva che include l’ingente quantità di sostanza (598 dosi), la detenzione di droghe di tipo diverso, i precedenti specifici e le prove di un’attività di spaccio in corso, come messaggi di richiesta d’acquisto ricevuti durante la perquisizione.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Spaccio e Fatto Lieve: La Cassazione Chiarisce i Criteri di Esclusione

L’applicazione dell’ipotesi di fatto lieve nei reati di spaccio di stupefacenti rappresenta uno dei temi più dibattuti nelle aule di giustizia. La sua concessione può portare a una riduzione significativa della pena, ma quali sono i criteri che i giudici devono seguire per riconoscerla? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti, ribadendo la necessità di una valutazione complessiva che va ben oltre il solo dato quantitativo della sostanza.

I Fatti del Caso e i Motivi del Ricorso

Il caso esaminato riguarda un individuo condannato sia in primo grado che in appello per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali:

1. Errata esclusione del fatto lieve: Si contestava la decisione dei giudici di merito di negare l’applicazione dell’art. 73, comma 5, D.P.R. 309/1990, basandosi unicamente sul dato ponderale della droga e sulla presunzione che fosse destinata allo spaccio.
2. Travisamento della prova: La difesa sosteneva un’errata interpretazione di alcune prove, in particolare screenshot di ‘note’ che, a suo dire, erano state valutate in modo atomistico e decontestualizzato.
3. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: Si lamentava infine la mancata concessione delle attenuanti generiche, senza un’adeguata motivazione.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità del Ricorso

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato come i motivi proposti non rappresentassero una critica argomentata e specifica alla sentenza d’appello, ma si limitassero a riproporre le medesime questioni già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio. In presenza di una cosiddetta ‘doppia conforme’, ovvero due sentenze di merito che giungono alla stessa conclusione, il ricorrente non può limitarsi a sollecitare una nuova e diversa lettura degli elementi di prova, attività preclusa alla Corte di Cassazione, che è giudice di legittimità e non di merito.

Le Motivazioni: Perché il Fatto Lieve è Stato Escluso

La parte più interessante della decisione risiede nelle motivazioni con cui la Corte ha confermato la correttezza del ragionamento dei giudici di merito nell’escludere l’ipotesi del fatto lieve. La motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata logica, coerente e priva di vizi.

I giudici hanno evidenziato una serie di elementi che, valutati nel loro complesso, deponevano in senso contrario alla lieve entità del fatto:

* Diversità delle sostanze: L’imputato deteneva stupefacenti di tipo diverso, un indice di maggiore pericolosità e inserimento nel mercato della droga.
* Quantità significativa: Dall’hashish sequestrato era possibile ricavare ben 598 dosi medie singole, un numero tutt’altro che trascurabile.
* Modalità della condotta: Durante la perquisizione, erano stati osservati in diretta messaggi inequivocabilmente riferibili a richieste di acquisto di stupefacenti, a riprova di un’attività di spaccio ben avviata.
* Precedenti specifici: La presenza di precedenti condanne per reati della stessa indole è stata valorizzata come un ulteriore elemento indicativo della non occasionalità della condotta.

La Corte ha quindi ribadito il principio secondo cui la valutazione per il riconoscimento del fatto lieve non può essere frammentaria, ma deve abbracciare tutti gli indici previsti dalla norma: i mezzi, le modalità dell’azione, la quantità e la qualità delle sostanze. In questo caso, la combinazione di tali elementi ha condotto i giudici a escludere in modo logico e coerente la ricorrenza del fatto lieve.

Le Conclusioni: Un Approccio Globale per la Valutazione

Questa ordinanza conferma un orientamento consolidato: il riconoscimento del fatto lieve non è un automatismo legato al solo superamento o meno di soglie quantitative. È l’esito di un giudizio complessivo sulla condotta e sulla sua offensività concreta. La presenza di un’organizzazione minima, la professionalità nell’attività di spaccio (desumibile anche da messaggi e precedenti) e la quantità non irrisoria di sostanza sono tutti fattori che, se presenti congiuntamente, rendono difficile, se non impossibile, qualificare il reato come di lieve entità.

La sola quantità di droga è sufficiente per escludere il ‘fatto lieve’?
No, la Corte ha chiarito che la valutazione deve essere complessiva. Anche se la quantità è un indice importante, deve essere considerata insieme ad altri elementi come la diversità della sostanza, le modalità della condotta (ad es. la ricezione di messaggi per l’acquisto) e i precedenti specifici dell’imputato.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché non contestava in modo specifico e argomentato la logicità della sentenza d’appello, ma si limitava a riproporre le stesse censure già respinte e a chiedere alla Cassazione una nuova valutazione delle prove, compito che non le spetta.

Cosa significa il principio della ‘doppia conforme’ citato nella decisione?
Significa che sia il Tribunale (primo grado) sia la Corte d’Appello hanno raggiunto la stessa conclusione condannando l’imputato con motivazioni simili. Questa doppia valutazione concorde rende più solida la ricostruzione dei fatti e più difficile per l’imputato contestarla efficacemente in Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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