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Estensione mandato arresto europeo e diritto difesa

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26196/2024, ha annullato una decisione di estensione del mandato d’arresto europeo perché emessa senza contraddittorio. Secondo la Corte, è violato il diritto di difesa se non si fissa un’udienza camerale, modellata sulle norme per l’estradizione, per garantire la partecipazione del difensore e il diritto dell’interessato a essere sentito.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Estensione Mandato d’Arresto Europeo: Diritto al Contraddittorio Sempre Garantito

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26196 del 2024, ha riaffermato un principio cardine della cooperazione giudiziaria europea: la procedura di estensione del mandato d’arresto europeo non può prescindere dal diritto di difesa e dal contraddittorio. La Suprema Corte ha annullato la decisione di una Corte d’Appello che aveva concesso l’assenso all’estensione senza fissare un’udienza e senza sentire l’interessato, delineando le garanzie procedurali da seguire in questi casi.

I Fatti del Caso

Il caso riguardava un cittadino tedesco, già consegnato alle autorità giudiziarie della Germania sulla base di un mandato d’arresto europeo esecutivo per reati di truffa. Successivamente, le stesse autorità tedesche avevano emesso un nuovo mandato d’arresto europeo, questa volta di tipo processuale, per un ulteriore reato di truffa, chiedendo all’Italia l’assenso all’estensione degli effetti della consegna già avvenuta.

La Corte d’appello di Roma accoglieva la richiesta, rilasciando l’assenso. Tuttavia, questa decisione veniva presa senza fissare alcuna udienza e, di conseguenza, senza permettere la partecipazione della difesa né garantire che l’interessato, detenuto in Germania, fosse sentito.

L’interessato, tramite i suoi difensori, proponeva ricorso per cassazione, lamentando proprio la violazione del diritto di difesa per l’assenza di un contraddittorio.

La Decisione della Corte sull’Estensione Mandato d’Arresto Europeo

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo il motivo relativo alla violazione di legge per l’assenza di contraddittorio. Gli Ermellini hanno stabilito che, ai fini del rilascio dell’assenso all’estensione della consegna, l’interessato deve essere sentito. Una procedura che prescinda totalmente dalle regole del contraddittorio è da considerarsi illegittima perché strutturalmente lesiva dei diritti di difesa, che devono essere salvaguardati anche dallo Stato di esecuzione (in questo caso, l’Italia).

La Corte ha quindi annullato l’ordinanza impugnata e ha rinviato il caso alla Corte d’appello di Roma per un nuovo giudizio, che dovrà svolgersi nel rispetto delle garanzie procedurali indicate.

Le Motivazioni: Il Diritto al Contraddittorio e il Rinvio alle Norme sull’Estradizione

La motivazione della sentenza si basa su una ricostruzione attenta del quadro normativo nazionale ed europeo. La legge italiana sul mandato d’arresto europeo (L. n. 69/2005) non disciplina espressamente la procedura da seguire per l’estensione del mandato d’arresto europeo. Tuttavia, la stessa legge prevede che l’interessato possa rinunciare al principio di specialità, ma solo dopo essere stato sentito con le garanzie difensive.

Da questo punto, la Corte deduce un principio generale: l’ascolto dell’interessato è un passaggio necessario. Per colmare la lacuna legislativa sulle modalità di questo ascolto, la Cassazione, richiamando un proprio precedente (n. 19471/2023) e la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (cause riunite C-428/21 e C-429/21), afferma che si debba fare riferimento alla disciplina prevista per l’estensione dell’estradizione (art. 710 del codice di procedura penale).

Questo significa che la procedura deve essere modellata su quella norma, nei limiti della compatibilità con l’istituto del mandato d’arresto europeo. In pratica:

1. Fissazione di un’udienza camerale: È necessario celebrare un’udienza in camera di consiglio per assicurare la partecipazione del difensore.
2. Assenza dell’interessato: L’udienza si svolge necessariamente in assenza della persona interessata, poiché già consegnata e detenuta in un altro Stato.
3. Audizione nello Stato richiedente: L’audizione dell’interessato deve avvenire davanti all’Autorità Giudiziaria dello Stato richiedente (la Germania, nel caso di specie), che dovrà trasmettere le dichiarazioni rese.

La decisione impugnata, essendo stata emessa senza garantire alcunché di tutto ciò, è risultata viziata ai sensi dell’art. 178, comma 1, lett. c), cod. proc. pen., integrando una violazione di legge che ne giustifica l’annullamento.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia della Corte di Cassazione chiarisce un punto procedurale di fondamentale importanza nella cooperazione giudiziaria. Stabilisce che il diritto di difesa non può subire compressioni neanche nelle fasi successive alla consegna della persona. L’estensione del mandato d’arresto europeo non è un atto meramente formale, ma un procedimento autonomo che richiede il rispetto del contraddittorio.

Le Corti d’Appello, quando investite di una richiesta di estensione, dovranno quindi obbligatoriamente fissare un’udienza camerale, garantendo la partecipazione dei difensori e acquisendo le dichiarazioni rese dall’interessato davanti all’autorità straniera. Qualsiasi procedura più snella, che ometta queste garanzie, è da considerarsi illegittima e la relativa decisione passibile di annullamento.

È possibile estendere gli effetti di un mandato d’arresto europeo a reati diversi da quelli per cui è avvenuta la consegna?
Sì, è possibile. Tuttavia, lo Stato di esecuzione (quello che ha effettuato la consegna) deve rilasciare un apposito assenso, seguendo una procedura che rispetti il diritto di difesa dell’interessato.

La persona già consegnata ha diritto di essere sentita nella procedura di estensione del mandato d’arresto europeo?
Sì. La Corte di Cassazione, in linea con la giurisprudenza europea, ha stabilito che l’interessato deve essere sentito. L’audizione si svolge davanti all’autorità giudiziaria dello Stato richiedente (dove la persona è detenuta) e le sue dichiarazioni devono essere trasmesse all’autorità giudiziaria dello Stato di esecuzione.

Quali regole procedurali si applicano all’estensione del mandato d’arresto europeo se la legge non le prevede espressamente?
In assenza di una disciplina specifica, la Corte di Cassazione ha stabilito che si deve fare riferimento, per quanto compatibile, alla normativa prevista per l’estensione dell’estradizione (art. 710 del codice di procedura penale). Ciò impone la fissazione di un’udienza camerale per garantire il contraddittorio e la partecipazione del difensore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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