LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Espulsione straniero: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8462/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso contro una misura di sicurezza di espulsione straniero. La decisione si fonda sulla mancanza di un valido permesso di soggiorno e sulla manifesta infondatezza delle doglianze del ricorrente, che non ha provato la sussistenza di condizioni ostative all’espulsione, nonostante una richiesta di protezione internazionale pendente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Espulsione Straniero: La Cassazione e i Limiti del Ricorso

L’ordinanza in commento affronta un tema cruciale in materia di immigrazione: l’espulsione straniero come misura di sicurezza. La Corte di Cassazione, con la decisione n. 8462 del 2024, ha delineato con chiarezza i presupposti che rendono un ricorso contro tale misura inammissibile, ponendo l’accento sulla regolarità del soggiorno e sulla fondatezza delle argomentazioni difensive. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un provvedimento del Magistrato di Sorveglianza di Roma, che disponeva l’esecuzione della misura di sicurezza dell’espulsione dal territorio dello Stato nei confronti di un cittadino straniero. Quest’ultimo, dopo aver scontato interamente la sua pena detentiva, presentava reclamo al Tribunale di Sorveglianza, che però lo respingeva.
Contro questa decisione, l’interessato proponeva ricorso per Cassazione, lamentando la violazione di legge e il vizio di motivazione. In particolare, sosteneva che il Tribunale non avesse adeguatamente considerato la sussistenza di condizioni che impedivano l’espulsione, come il suo radicamento sul territorio nazionale e la sua richiesta di protezione internazionale.

I Motivi del Ricorso e la Tesi della Difesa

La difesa del ricorrente si basava essenzialmente su due punti:
1. Violazione delle condizioni ostative all’espulsione: Secondo il ricorrente, il giudice non avrebbe tenuto conto del suo radicamento in Italia, un elemento che, ai sensi dell’art. 19 del D.Lgs. 286/1998, può costituire un ostacolo all’allontanamento.
2. Omessa motivazione sulla richiesta di Protezione Internazionale: Il ricorrente lamentava che la sua domanda di protezione internazionale, ancora pendente, non fosse stata valutata come motivo per sospendere o annullare il provvedimento di espulsione.

Espulsione Straniero: la Decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una valutazione netta della situazione documentale e giuridica del ricorrente. Gli Ermellini hanno ritenuto che il ricorso fosse manifestamente infondato e mirasse a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su diversi elementi chiave:
* Mancanza di un Titolo di Soggiorno Valido: Il primo punto, dirimente, è che il permesso di soggiorno del ricorrente era scaduto e non era stato rinnovato. La mancanza di un titolo valido, secondo la Corte, è un presupposto sufficiente per procedere all’espulsione ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico sull’Immigrazione (TUI).
* Assenza di Prove sulle Condizioni Ostative: Il ricorrente non aveva fornito prove adeguate a sostegno della sua tesi riguardo l’esistenza di condizioni ostative all’espulsione. La mera affermazione di avere un radicamento sul territorio non è sufficiente se non supportata da documentazione concreta.
* Irrilevanza della Richiesta di Protezione Pendente: Sebbene la richiesta di protezione internazionale fosse pendente, la Corte ha osservato che dagli atti emergeva come il ricorrente non avesse titolo per ottenerla. Pertanto, la sola pendenza della domanda non costituisce un impedimento automatico all’esecuzione della misura di sicurezza.
* Logicità della Motivazione Impugnata: Infine, la Cassazione ha ritenuto che la motivazione del Tribunale di Sorveglianza, seppure sintetica, non fosse né manifestamente illogica né viziata da violazioni di legge, respingendo così le censure del ricorrente.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: per opporsi efficacemente a un provvedimento di espulsione straniero, è indispensabile trovarsi in una condizione di regolarità sul territorio nazionale o, in alternativa, fornire prove concrete e documentate dell’esistenza di condizioni che vietano l’allontanamento, come quelle previste dalla normativa sulla protezione internazionale o sui legami familiari. Un ricorso basato su affermazioni generiche e privo di solidi supporti probatori è destinato a essere dichiarato inammissibile, in quanto non può trasformare il giudizio di legittimità in una nuova valutazione del merito dei fatti.

Un permesso di soggiorno scaduto può giustificare un’ordinanza di espulsione?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la mancanza di un valido titolo di soggiorno, come un permesso scaduto e non rinnovato, è un presupposto fondamentale che può portare all’espulsione ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico sull’Immigrazione.

La presentazione di una richiesta di protezione internazionale impedisce automaticamente l’espulsione?
No. Secondo questa ordinanza, il solo fatto che una richiesta di protezione internazionale sia pendente non è di per sé sufficiente a bloccare l’espulsione, specialmente se dagli atti risulta che il ricorrente non ha titolo per il riconoscimento della stessa e non ha adeguatamente documentato le condizioni ostative.

Per quale motivo il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto manifestamente infondato e finalizzato a ottenere una diversa e alternativa lettura dei fatti, attività non consentita in sede di legittimità. La motivazione del provvedimento impugnato, sebbene sintetica, non è stata considerata illogica o viziata da violazioni di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati