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Espulsione straniero: quando i legami familiari non bastano

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di uno straniero contro un provvedimento di espulsione. La Corte ha stabilito che i legami familiari addotti non erano un ostacolo all’espulsione, in quanto non concreti né effettivi, mancando figli minori, convivenza pregressa e contatti durante la detenzione. La decisione conferma la necessità di una valutazione della pericolosità del soggetto in rapporto alla reale situazione familiare.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Espulsione Straniero e Vincoli Familiari: La Cassazione Sottolinea l’Importanza dell’Effettività

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10531 del 2024, affronta un tema delicato e di grande attualità: il bilanciamento tra l’esigenza di sicurezza pubblica, che può portare all’espulsione di uno straniero, e il diritto alla vita familiare di quest’ultimo. Questa decisione chiarisce che la mera presenza di familiari sul territorio nazionale non costituisce un ostacolo automatico all’allontanamento, se i legami non sono concreti ed effettivi.

Il Caso: Ricorso Contro l’Allontanamento dal Territorio

Un cittadino straniero ha presentato ricorso in Cassazione contro l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Ancona che ne disponeva l’allontanamento. Il ricorrente sosteneva che la presenza di suoi familiari in Italia rappresentasse un impedimento all’espulsione, invocando la tutela dei suoi legami affettivi. Il Tribunale di Sorveglianza aveva già respinto tali argomentazioni, ma il soggetto ha deciso di portare la questione davanti alla massima Corte.

La Valutazione dei Legami Familiari nell’Espulsione Straniero

Il cuore della questione giuridica risiede nella corretta ponderazione tra la pericolosità sociale del soggetto e la sua situazione familiare. La giurisprudenza costante, richiamata anche in questa ordinanza, richiede un’analisi approfondita della natura e dell’effettività dei vincoli familiari, che non possono essere solo dichiarati ma devono essere dimostrati nella loro concretezza.

I Punti Contestati dal Ricorrente

Il ricorrente basava il suo appello sull’esistenza di familiari residenti in Italia, indicandoli come un motivo sufficiente a bloccare il provvedimento di espulsione. Tuttavia, la sua argomentazione non ha convinto i giudici di merito, i quali avevano già evidenziato diverse criticità nella sua narrazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione del Tribunale di Sorveglianza. Le motivazioni si fondano su diversi pilastri argomentativi che meritano un’analisi approfondita.

La Mera Riproduzione delle Censure

In primo luogo, la Corte ha osservato che il ricorso si limitava a riproporre le stesse censure già adeguatamente esaminate e respinte dal giudice di merito. Un ricorso per cassazione non può essere una semplice ripetizione di argomenti già vagliati, ma deve individuare specifiche violazioni di legge nella decisione impugnata.

L’Assenza di Vincoli Familiari Effettivi

Il punto cruciale della decisione riguarda la valutazione dei legami familiari. La Cassazione ha condiviso l’analisi del Tribunale di Sorveglianza, che aveva accertato diversi elementi di fatto decisivi:

* Assenza di figli minori: Lo straniero non risultava avere figli minori in Italia, un elemento che avrebbe potuto avere un peso significativo nella valutazione.
* Mancata convivenza: Non era stata provata una convivenza con i familiari prima del periodo di detenzione.
* Indicazioni contraddittorie: Il soggetto aveva fornito versioni confuse e contraddittorie sull’identità dei familiari e sulla natura dei rapporti con essi.
* Nessun contatto durante la detenzione: Non risultava che l’uomo avesse mai richiesto o effettuato colloqui o telefonate con la moglie durante il periodo di reclusione, un fatto che mina la credibilità dell’effettività del legame coniugale.

Questa analisi fattuale ha permesso al giudice di concludere che i vincoli familiari invocati erano privi della concretezza e dell’effettività necessarie per prevalere sulle esigenze di sicurezza pubblica.

Le Conclusioni: Pericolo Sociale vs. Diritto alla Vita Familiare

In conclusione, l’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: nel contesto di un provvedimento di espulsione straniero, il diritto alla vita familiare non è un diritto assoluto, ma deve essere bilanciato con la pericolosità concreta ed attuale del soggetto. I legami familiari possono costituire un impedimento all’espulsione solo se sono reali, solidi e attuali. La loro mera esistenza formale, non supportata da prove di una vita familiare effettiva e da contatti costanti, non è sufficiente a paralizzare l’azione dello Stato volta a tutelare la sicurezza della collettività. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende sigilla la netta posizione della Corte sulla manifesta infondatezza del ricorso.

La sola presenza di familiari in Italia è sufficiente a impedire l’espulsione di uno straniero?
No, secondo questa ordinanza la sola presenza di familiari non è sufficiente. È necessario che i vincoli familiari siano concreti ed effettivi, e il giudice deve compiere una ponderazione tra la situazione familiare e la pericolosità del soggetto.

Quali elementi valuta il giudice per determinare l’effettività dei vincoli familiari ai fini di un’eventuale espulsione?
Il giudice valuta diversi elementi, tra cui la presenza di figli minori, la convivenza prima della detenzione, la coerenza delle dichiarazioni sui rapporti familiari e l’esistenza di contatti effettivi (come colloqui o telefonate) durante eventuali periodi di reclusione.

Cosa succede se il ricorso contro un’ordinanza di espulsione viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso viene dichiarato inammissibile, la decisione impugnata diventa definitiva. Come in questo caso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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