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Esposizione a pubblica fede: l’aggravante c’è sempre

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per danneggiamento aggravato nei confronti di un individuo che aveva colpito un’autovettura con sassi lanciati da una fionda. La Corte ha chiarito che l’aggravante dell’esposizione a pubblica fede sussiste anche se il proprietario si trova alla guida del veicolo, qualora la modalità dell’aggressione sia talmente improvvisa e imprevedibile da rendere impossibile qualsiasi forma di vigilanza o difesa efficace.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Danneggiamento e esposizione a pubblica fede: l’aggravante sussiste anche con il proprietario alla guida?

L’aggravante dell’esposizione a pubblica fede è un concetto cruciale nel diritto penale, specialmente nei reati contro il patrimonio come il furto o il danneggiamento. Tradizionalmente, si pensa a un’auto parcheggiata in strada o a oggetti lasciati incustoditi. Ma cosa succede se il bene viene danneggiato mentre il proprietario è presente e lo sta utilizzando? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 896/2024) fa luce su questo aspetto, stabilendo un principio importante sulla reale capacità di vigilanza del proprietario.

I fatti del caso

Il caso ha origine dalla condanna di un uomo per il reato di danneggiamento aggravato. L’imputato aveva lanciato dei sassi con una fionda dalla finestra della propria abitazione contro le auto che transitavano in strada, colpendo e danneggiando la vettura della persona offesa. Quest’ultima, al momento del fatto, si trovava alla guida del proprio veicolo.
Nei gradi di merito, l’imputato era stato condannato, riconoscendo la sussistenza dell’aggravante dell’esposizione del bene alla pubblica fede. L’uomo ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che tale aggravante non potesse essere applicata, poiché la presenza del proprietario alla guida escludeva, a suo dire, che il bene fosse affidato alla “pubblica fede”, essendo invece sotto il suo diretto e costante controllo.

La questione giuridica e la sussistenza dell’esposizione a pubblica fede

Il nodo centrale della questione era stabilire se la mera presenza fisica del proprietario a bordo del veicolo fosse sufficiente a escludere l’aggravante. La difesa sosteneva che la vigilanza diretta del conducente rendesse impossibile configurare l’esposizione a pubblica fede, facendo così venir meno la rilevanza penale del fatto (a seguito delle modifiche legislative che hanno depenalizzato il danneggiamento semplice).
La Corte di Cassazione è stata chiamata a decidere se, in circostanze così particolari, il concetto di vigilanza debba essere inteso in senso puramente formale (presenza fisica) o sostanziale (effettiva possibilità di difesa).

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, confermando la condanna. I giudici hanno ribadito che la ratio dell’aggravante risiede nella minorata possibilità di difesa del bene, che si trova fuori dalla sfera di controllo diretto e continuo del proprietario.

La presenza del titolare del bene al momento del fatto, chiarisce la Corte, non è sempre decisiva. Può diventare un elemento che esclude l’aggravante solo se questa presenza si traduce in una concreta e costante possibilità di vigilanza. Se, al contrario, l’aggressore fa affidamento sull’impossibilità oggettiva del proprietario di sorvegliare efficacemente il bene, l’aggravante sussiste.

Nel caso specifico, la Corte ha osservato che la condotta dell’imputato – il lancio di sassi con una fionda da una finestra – era tanto subdola quanto imprevedibile. Il proprietario, pur essendo alla guida, era impegnato nella conduzione del veicolo e non avrebbe mai potuto, con l’ordinaria diligenza, prevedere e prevenire un’aggressione di quel tipo. La sua capacità di controllo e difesa era, di fatto, annullata dalla natura stessa dell’azione criminosa. Di conseguenza, il veicolo, sebbene occupato, si trovava in una condizione di minorata difesa del tutto assimilabile a quella dell’esposizione a pubblica fede.

Conclusioni

Questa sentenza offre un importante insegnamento: la valutazione sulla sussistenza dell’aggravante dell’esposizione a pubblica fede non può basarsi su un criterio rigido e formale come la semplice presenza del proprietario. È necessario un esame concreto delle circostanze per stabilire se il titolare del bene avesse una reale ed effettiva possibilità di esercitare una vigilanza tale da impedire l’evento dannoso. Quando l’azione è improvvisa, imprevedibile e proviene da una fonte esterna non controllabile, la capacità di difesa è compromessa e l’aggravante può e deve essere applicata, garantendo così la tutela penale del bene.

Danneggiare un’auto mentre il proprietario la guida è sempre reato aggravato?
No, non necessariamente. L’aggravante dell’esposizione a pubblica fede si applica solo se la modalità dell’azione criminosa è tale da impedire al proprietario, pur presente, una concreta ed efficace possibilità di difesa e vigilanza sul bene.

Cosa si intende esattamente per ‘esposizione a pubblica fede’?
Si riferisce alla condizione di un bene che si trova in un luogo pubblico o accessibile a tutti, senza una sorveglianza diretta e continua del proprietario, il quale si affida al senso generale di onestà e rispetto per la sua protezione.

Perché in questo caso la Corte ha ritenuto sussistente l’aggravante?
Perché l’aggressione, avvenuta tramite il lancio di sassi con una fionda da una finestra, è stata considerata una condotta talmente subdola e imprevedibile da annullare di fatto qualsiasi possibilità di difesa da parte del conducente, che era impegnato nella guida e non poteva prevedere né prevenire l’attacco.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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