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Errore materiale: spese processuali e correzione

La Corte di Cassazione interviene con un’ordinanza per effettuare la correzione di un errore materiale in una propria precedente sentenza. Il caso riguardava l’omessa statuizione sulla condanna alle spese processuali a carico del querelato a seguito di estinzione del reato per remissione di querela. La Corte ha chiarito che, poiché l’attribuzione delle spese in tale circostanza è un obbligo di legge e non una decisione discrezionale del giudice, la sua omissione costituisce un errore materiale che può essere corretto senza alterare la sostanza della decisione.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Correzione Errore Materiale: Il Caso delle Spese Processuali Dimenticate

Nel complesso mondo della giustizia, anche una virgola fuori posto può avere conseguenze. Ma cosa succede quando l’errore non è una virgola, ma un’intera statuizione mancante? La procedura di correzione errore materiale serve proprio a porre rimedio a queste sviste, senza dover rimettere in discussione l’intera decisione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante, intervenendo per correggere una propria sentenza che aveva omesso di pronunciarsi sulle spese processuali a seguito di una remissione di querela.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un procedimento penale conclusosi con una sentenza di annullamento senza rinvio. Il motivo? Il reato si era estinto perché la persona offesa aveva ritirato la querela e l’imputato aveva accettato tale remissione. Tuttavia, nel redigere il dispositivo della sentenza, la Corte aveva omesso di specificare a chi spettasse il pagamento delle spese del procedimento.

Successivamente, un tribunale, notando questa lacuna, ha sollevato la questione, chiedendo alla stessa Corte di Cassazione di correggere quello che appariva come un mero errore materiale. La Corte ha quindi fissato un’udienza per decidere su come procedere.

La Procedura di Correzione Errore Materiale e la Legge

Il Codice di procedura penale, agli articoli 130 e 340, fornisce gli strumenti per affrontare situazioni come questa. La procedura di correzione errore materiale è ammessa quando l’errore non incide sulla sostanza della decisione del giudice, ovvero sul cosiddetto thema decidendum.

Nel caso specifico, l’articolo 340, comma 4, del codice di procedura penale, stabilisce chiaramente che, in caso di remissione di querela, le spese del procedimento sono a carico del querelato (cioè dell’imputato), salvo diverso accordo tra le parti. Questo significa che la decisione sulle spese non è lasciata alla discrezionalità del giudice, ma è una conseguenza diretta e automatica prevista dalla legge. Pertanto, l’omissione di tale statuizione non rappresenta una scelta voluta, ma una semplice svista.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta di correzione, ritenendola fondata. I giudici hanno spiegato che la procedura di correzione degli errori materiali è applicabile proprio quando l’intervento non modifica l’essenza del provvedimento. La statuizione sulle spese processuali, in questo contesto, appartiene a quella categoria di elementi che, pur essendo parte della pronuncia, sono esterni al nucleo decisionale e conseguono direttamente da una specifica norma di legge.

Poiché la legge impone che le spese gravino sul querelato (in assenza di un patto contrario, che in questo caso non risultava), l’aggiunta di questa clausola nel dispositivo della sentenza non comporta alcuna nuova valutazione di merito. Si tratta semplicemente di completare la decisione con un elemento che avrebbe dovuto essere presente per dettato legislativo. La Corte ha richiamato una consolidata giurisprudenza, anche a Sezioni Unite, che conferma la possibilità di ricorrere a questa procedura per modifiche che non intaccano la sostanza del giudicato.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte ha disposto di correggere la propria precedente sentenza, aggiungendo la dicitura: “Spese del procedimento a carico del querelato”. Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale di economia processuale e certezza del diritto: il sistema giudiziario è dotato di meccanismi agili per rimediare a sviste e omissioni che non alterano il cuore di una decisione. L’intervento dimostra come la legge preveda rimedi specifici per garantire che i provvedimenti giurisdizionali siano formalmente completi e conformi alle norme procedurali, assicurando che ogni aspetto, anche quello delle spese, sia regolato come previsto.

È possibile correggere una sentenza che omette di pronunciarsi sulle spese processuali?
Sì, la Corte di Cassazione ha chiarito che l’omessa statuizione sulle spese, quando la loro attribuzione è una conseguenza automatica prevista dalla legge e non discrezionale, costituisce un errore materiale che può essere corretto con l’apposita procedura.

In caso di remissione di querela, chi paga le spese del procedimento?
Secondo l’art. 340, comma 4, del codice di procedura penale, le spese sono a carico del querelato (la persona contro cui era stata sporta la querela), salvo che le parti abbiano espressamente concordato una diversa ripartizione nell’atto di remissione.

Qual è la differenza tra un errore materiale e uno che incide sulla decisione?
Un errore materiale riguarda elementi formali o calcoli che non alterano il nucleo della decisione del giudice (il thema decidendum). Un errore che incide sulla decisione, invece, riguarda il merito della causa e non può essere risolto con la procedura di correzione, ma richiederebbe un mezzo di impugnazione ordinario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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