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Errore materiale sentenza: correzione d’ufficio

La Corte di Cassazione ha corretto d’ufficio un errore materiale contenuto nell’intestazione di una propria sentenza. A causa di un refuso informatico, il collegio giudicante risultava composto da sei membri anziché dal numero corretto, come invece attestato dal verbale d’udienza. La Corte ha quindi disposto la soppressione del nominativo del giudice erroneamente indicato, ripristinando la corretta composizione del collegio e ordinando l’annotazione sull’originale dell’atto. La decisione si basa sulla procedura per la correzione dell’errore materiale sentenza, che non incide sulla validità della decisione.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Errore Materiale Sentenza: La Cassazione Corregge d’Ufficio la Composizione del Collegio

L’accuratezza formale degli atti giudiziari è un pilastro fondamentale del nostro sistema giuridico. Ma cosa succede quando un semplice refuso informatico altera un elemento, come la composizione del collegio giudicante? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sulla procedura di correzione di un errore materiale in una sentenza, dimostrando come il sistema preveda meccanismi snelli per rimediare a sviste che non intaccano la sostanza della decisione.

I Fatti: Un Giudice di Troppo nell’Intestazione della Sentenza

Il caso nasce da una nota della Cancelleria della Corte di Cassazione, che segnalava un’anomalia nell’intestazione di una sentenza emessa alcuni mesi prima. A causa di un “refuso dell’applicativo S.I.C. penale”, il sistema informatico non aveva registrato correttamente una sostituzione all’interno del collegio giudicante.

Di conseguenza, l’intestazione della sentenza riportava erroneamente sei componenti: il giudice originariamente designato (che in realtà era stato sostituito) più i cinque che avevano effettivamente partecipato. Il verbale d’udienza, invece, riportava correttamente il numero e i nominativi dei giudici che avevano preso parte alla decisione. Si è creata così una discrepanza tra due atti ufficiali.

L’Errore Materiale nella Sentenza e la Procedura di Correzione

Di fronte a questa situazione, la Corte ha agito d’ufficio, ovvero di propria iniziativa, per correggere quello che è stato qualificato come un “mero errore materiale”. L’articolo 130 del Codice di Procedura Penale prevede, infatti, una procedura specifica per correggere errori od omissioni che non determinano la nullità dell’atto e che non riguardano il contenuto decisionale.

L’errore materiale in una sentenza è tipicamente una svista, un errore di calcolo o, come in questo caso, un’inesatta trascrizione che non altera il percorso logico-giuridico che ha portato alla decisione. La divergenza tra l’intestazione della sentenza e il verbale d’udienza ha fornito la prova inconfutabile della natura puramente formale dell’errore.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha disposto la correzione dell’intestazione della sentenza, ordinando la soppressione del nome del consigliere che non aveva preso parte alla decisione. In questo modo, è stata ripristinata la coerenza formale dell’atto, allineandolo a quanto correttamente riportato nel verbale d’udienza.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è stata concisa e diretta. L’errore era palesemente materiale e non concettuale. Non vi era alcun dubbio su chi avesse effettivamente deciso la causa, poiché il verbale d’udienza, che fa fede fino a querela di falso, attestava la corretta composizione del collegio. L’anomalia nell’intestazione era quindi un vizio puramente formale, sanabile attraverso la procedura semplificata di correzione, che non richiede un nuovo giudizio né un complesso iter di impugnazione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio importante: la validità sostanziale di una decisione giudiziaria non viene compromessa da semplici sviste formali. Il sistema processuale è dotato di strumenti agili per garantire l’accuratezza e la certezza del diritto, preservando al contempo l’efficienza della giustizia. La correzione dell’errore materiale assicura che il documento ufficiale rispecchi fedelmente la realtà processuale, senza invalidare il lavoro svolto dai giudici e senza pregiudicare i diritti delle parti.

Che cos’è un errore materiale secondo questa ordinanza?
Secondo l’ordinanza, un errore materiale è una svista puramente formale, come l’errata indicazione dei giudici componenti il collegio nell’intestazione di una sentenza, derivante da un refuso informatico e che non influisce sulla sostanza della decisione.

Come può essere corretto un errore materiale in una sentenza?
Un errore materiale può essere corretto attraverso una procedura semplificata, ai sensi dell’art. 130 del codice di procedura penale. La Corte può procedere anche d’ufficio, cioè di propria iniziativa, disponendo la modifica dell’atto e la relativa annotazione sull’originale.

L’errore nella composizione del collegio ha reso nulla la sentenza?
No, l’errore non ha determinato la nullità della sentenza. Trattandosi di un vizio puramente formale e non sostanziale, la sua correzione ha sanato l’atto senza invalidare la decisione presa dal collegio che ha effettivamente partecipato all’udienza, come risultava dal verbale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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