Errore Materiale: Quando la Cassazione Corregge Se Stessa
Nel complesso mondo del diritto, la precisione è fondamentale. Ogni parola in un atto giudiziario ha un peso specifico e un significato preciso. Cosa succede, però, quando un documento così importante come una sentenza della Corte di Cassazione contiene una svista? La recente sentenza n. 8386 del 2024 ci offre un esempio lampante di come l’ordinamento gestisca un errore materiale, dimostrando che anche il più alto grado di giudizio può e deve correggere i propri refusi per garantire la correttezza formale.
I Fatti del Caso: Un Dettaglio Sbagliato in Sentenza
La vicenda ha origine da un’istanza presentata dal difensore di un imputato. L’avvocato, che era stato nominato come ‘difensore d’ufficio’, aveva proposto ricorso per cassazione avverso una sentenza di appello. La Corte di Cassazione, nel decidere su quel ricorso con una precedente sentenza, aveva commesso un’imprecisione: nella parte motiva del provvedimento, aveva indicato che l’impugnazione era stata avanzata dal ‘difensore di fiducia’ dell’imputato.
Sebbene questa distinzione non alterasse la sostanza della decisione finale sul ricorso, essa rappresentava una scorretta rappresentazione della realtà processuale. Il legale non era stato scelto privatamente dal suo assistito, ma gli era stato assegnato dal sistema giudiziario per garantire il suo diritto di difesa. Per questo motivo, l’avvocato ha presentato un’istanza formale per la correzione dell’errore.
La Procedura per la Correzione dell’Errore Materiale
L’ordinamento processuale prevede uno specifico strumento per rimediare a sviste o imprecisioni che non intaccano il contenuto logico-giuridico della decisione: la procedura di correzione dell’errore materiale. Si tratta di un meccanismo snello che permette al giudice di emendare i propri provvedimenti da refusi, errori di calcolo, o inesattezze fattuali come quella verificatasi nel caso di specie, senza dover rimettere in discussione il merito della causa.
In questo contesto, il difensore ha agito correttamente, segnalando l’incongruenza alla stessa Sezione della Corte che aveva emesso la sentenza, chiedendo di ristabilire la verità formale degli atti.
Le Motivazioni
La Corte di Cassazione, esaminata l’istanza, ha rapidamente constatato la fondatezza della richiesta. I giudici hanno definito l’inesattezza come ‘effettivamente riscontrabile’. La motivazione alla base della decisione di correggere è semplice e diretta: la realtà processuale era che l’avvocato ricorrente agiva in qualità di difensore d’ufficio, e la sentenza doveva rispecchiare fedelmente questa circostanza. Pertanto, la Corte ha disposto che, in ogni punto della motivazione della precedente sentenza in cui compariva l’espressione ‘difensore di fiducia’, questa dovesse essere sostituita con ‘difensore d’ufficio’.
Conclusioni
Questa pronuncia, pur risolvendo una questione apparentemente minore, ribadisce un principio fondamentale: l’importanza della precisione e dell’accuratezza formale negli atti giudiziari. Un errore materiale, anche se non influisce sull’esito del giudizio, mina la coerenza e l’affidabilità del documento. La decisione della Cassazione di correggere prontamente la propria svista non solo tutela la corretta rappresentazione dei fatti processuali, ma rafforza anche la fiducia dei cittadini nel rigore e nell’attenzione dell’amministrazione della giustizia. Insegna che nessun dettaglio è troppo piccolo quando si tratta di garantire la piena aderenza degli atti alla realtà che sono chiamati a rappresentare.
 
Cos’è un errore materiale in una sentenza?
È un’imprecisione o una svista, come un errore di trascrizione o di qualifica, che non modifica la sostanza della decisione ma che la Corte può correggere per ristabilire la correttezza formale dell’atto.
In questo caso, qual era l’errore materiale commesso dalla Corte?
La Corte aveva erroneamente qualificato l’avvocato dell’imputato come ‘difensore di fiducia’, mentre in realtà era un ‘difensore d’ufficio’, ovvero nominato dal tribunale.
Qual è stata la conseguenza della richiesta di correzione?
La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta, ordinando la correzione della sentenza precedente. Ha disposto che, dove era scritto ‘difensore di fiducia’, si dovesse leggere ‘difensore d’ufficio’, e ha mandato l’ordine alla cancelleria per le relative annotazioni.
 
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 4 Num. 8386 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 4   Num. 8386  Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 30/01/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 15/06/2023 della CORTE DI CASSAZIONE di ROMA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME; lette le conclusioni del PG NOME COGNOME che ha concluso per la correzione dell’errore 
1,,
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATU 1:N . DIRITTI)
AVV_NOTAIO, difensore d’ufficio del COGNOME NOME COGNOME ha proposto istanza correzione di errore materiale della sentenza n. 34533/2023, emessa da questa Sezione 15 giugno 2023.
Si rileva che è effettivamente riscontrabile l’errore materiale, atteso che, nella motiv si riporta che limpugnazione della sentenza di appello da parte dell’imputato NOME COGNOME era stata avanzata a mezzo del difensore di fiducia, laddove listante AVV_NOTAIO era stato nominato come difensore d’ufficio ed in tale qualità aveva proposto il ricors cassazione,
Deve quindi correggersi l’errore materiale disponendo che ove è scritto ” difensor fiducia” deve leggersi” difensore d’ufficio”.
PQM
Corregge la sentenza emessa il 15 giugno 2023 dalla Corte di Cassazione, Quarta sezione penale, nel procedimento penale n.,6212/2023, nel senso che, ove in motivazione si leg “difensore di fiducia” deve leggersi ” difensore d’ufficio”. Manda alla Cancelleria p annotazioni.
Roma, 30 gennaio 2024