Errore Materiale: La Cassazione Corregge se Stessa con Procedura Semplificata
Nel mondo del diritto, la precisione è tutto. Ogni parola in un atto giudiziario ha un peso specifico e un significato preciso. Ma cosa succede quando, per una semplice svista, viene usata una parola al posto di un’altra? Un’ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come il sistema giudiziario gestisca un errore materiale, dimostrando l’importanza della correttezza formale e l’efficienza degli strumenti procedurali a disposizione.
I Fatti del Caso: Una Semplice Sostituzione di Parole
Il caso in esame nasce da un’iniziativa della stessa Corte di Cassazione, che ha rilevato un’imprecisione nel dispositivo di un ruolo di udienza pronunciato alcuni mesi prima. Nello specifico, la Corte aveva scritto ‘la ordinanza impugnata’ per riferirsi all’atto contro cui un soggetto aveva presentato ricorso. Tuttavia, la terminologia corretta e più generica avrebbe dovuto essere ‘il provvedimento impugnato’. Sebbene possa sembrare una differenza minima a un occhio non esperto, nel linguaggio giuridico la distinzione è rilevante. Il termine ‘provvedimento’ è più ampio e omnicomprensivo rispetto a ‘ordinanza’, che si riferisce a una specifica tipologia di atto giudiziario.
La Procedura di Correzione dell’Errore Materiale
Di fronte a questo errore materiale, la Corte non ha avuto bisogno di avviare un complesso iter processuale. Ha invece agito ‘de plano’, un’espressione latina che significa ‘con procedura semplificata’, senza la necessità di convocare le parti in un’udienza formale. Questa possibilità è prevista dal Codice di procedura penale, in particolare dagli articoli 625-bis e 130, che consentono al giudice di correggere d’ufficio gli errori di natura formale che non intaccano la sostanza della decisione.
La Corte ha quindi emesso una nuova ordinanza dedicata esclusivamente a disporre la correzione. Ha ordinato alla cancelleria di annotare la modifica sugli atti originali, sostituendo la frase errata con quella corretta, ripristinando così la piena e ineccepibile accuratezza formale del documento.
Le Motivazioni della Corte
La motivazione della Corte è stata diretta e concisa. I giudici hanno ‘Considerato’ che l’uso dell’espressione ‘la ordinanza impugnata’ al posto di ‘il provvedimento impugnato’ costituiva un ‘mero errore materiale’. Hanno poi ‘Ritenuto’ che, in base alla normativa vigente, si dovesse procedere ‘de plano’ alla correzione. La decisione si fonda sulla necessità di garantire che gli atti giudiziari siano privi di qualsiasi ambiguità o imprecisione, anche se queste non alterano il significato sostanziale della pronuncia. La trasparenza e la precisione terminologica sono pilastri fondamentali per la certezza del diritto e la corretta amministrazione della giustizia.
Conclusioni: L’Importanza della Precisione Formale
Questa ordinanza, pur nella sua semplicità, offre una lezione importante. Dimostra che il sistema giudiziario possiede meccanismi interni agili per auto-correggersi, assicurando che gli errori formali vengano rettificati in modo rapido ed efficiente. Per il cittadino e l’operatore del diritto, ciò rappresenta una garanzia di affidabilità e rigore. La cura per il dettaglio formale non è un mero vezzo burocratico, ma un elemento essenziale che contribuisce alla chiarezza e all’integrità dell’intero processo decisionale della giustizia.
Cos’è un errore materiale secondo questa ordinanza?
È un’imprecisione formale, come l’uso di un termine giuridico (‘ordinanza’) al posto di un altro più appropriato (‘provvedimento’), che non altera la sostanza della decisione ma ne inficia la precisione terminologica.
Come può essere corretto un errore materiale dalla Corte di Cassazione?
Può essere corretto d’ufficio attraverso una procedura semplificata, definita ‘de plano’, senza la necessità di una nuova udienza, come previsto dagli articoli 625-bis e 130 del codice di procedura penale.
Perché è stato importante correggere la dicitura da ‘ordinanza impugnata’ a ‘provvedimento impugnato’?
Sebbene non cambiasse l’esito del caso, la correzione era necessaria per garantire la massima precisione e correttezza formale dell’atto giudiziario, utilizzando il termine giuridicamente più ampio e corretto per riferirsi all’atto che era stato oggetto del ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 1 Num. 26853 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 1 Num. 26853 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 22/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso iscritto di ufficio:
per la correzione del dispositivo del ruolo di udienza pronunciato dalla Prima sezione penale della Corte di cassazione in data 18/01/2024;
nell’ambito del procedimento, iscritto al n.r.g. 35028/2023, relativo a COGNOME NOME nato a Gela il DATA_NASCITA;
visti gli atti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il dispositivo del ruolo di udienza, pronunziato da questa Corte all’udienza del 18 gennaio 2024, sul ricorso n.35028/2023 di r.g., proposto da NOME COGNOME avverso il provvedimento emesso dal Tribunale di sorveglianza di Napoli in data 2 maggio 2023;
Considerato che, per mero errore materiale, in detto dispositivo è stato scritto ‘la ordinanza impugnata’ anziché l’indicazione corretta ‘il provvedimento impugnato’;
Ritenuto che, pertanto, si deve procedere ‘de plano’, ai sensi degli artt.625bis, comma 3, e 130 cod. proc. pen., alla correzione dell’errore materiale del citato dispositivo nei termini appresso indicati;
P.Q.M.
Dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nel dispositivo trascritto sul ruolo di udienza del 18 gennaio 2024 sul ricorso nr. 35028/2023 r.g. nel senso che in luogo di “la ordinanza impugnata” sia scritto e letto “il provvedimento impugnato”. Manda alla cancelleria per le annotazioni sugli originali.
Così deciso in Roma, il 22 maggio 2024.