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Errore materiale Cassazione: quando non è ammesso

La Corte di Cassazione stabilisce che un errore di percezione (errore di fatto) non può essere corretto tramite la procedura di correzione di errore materiale (art. 130 c.p.p.). Un’azienda, terza interessata in un sequestro penale, si era vista respingere il ricorso per un presunto difetto di procura. Tentando di correggere questo vizio, ha invocato l’errore materiale. La Corte ha chiarito che l’unico rimedio per gli errori di fatto è il ricorso straordinario (art. 625-bis c.p.p.), non esperibile dal terzo non condannato. Pertanto, l’istanza di correzione per errore materiale in Cassazione è stata dichiarata inammissibile, in quanto modificherebbe la sostanza della decisione.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Errore materiale Cassazione: I Limiti del Rimedio per il Terzo Interessato

Quando la Corte di Cassazione commette un errore, quali sono i rimedi a disposizione delle parti? Una recente ordinanza della Suprema Corte fa luce sulla netta distinzione tra errore di fatto ed errore materiale, chiarendo i limiti di applicabilità della procedura di correzione per l’errore materiale Cassazione, specialmente quando a farne le spese è un soggetto terzo estraneo al reato. Questo caso analizza la richiesta di una società, colpita da un sequestro, di correggere un presunto errore di percezione che aveva portato alla dichiarazione di inammissibilità del suo ricorso.

Il Caso: Un Sequestro e un Ricorso Dichiarato Inammissibile

La vicenda trae origine dal sequestro di una cospicua somma di denaro (400.000,00 euro) ai danni di una società, terza estranea a un procedimento penale. La società, tramite il suo amministratore, aveva presentato ricorso in Cassazione contro il provvedimento che confermava il sequestro. Tuttavia, la Suprema Corte aveva dichiarato il ricorso inammissibile per un vizio formale: un presunto “difetto di procura speciale” ai sensi dell’art. 100 del codice di procedura penale.

La Difesa e il Tentativo di Correzione dell’Errore Materiale

Il difensore della società, convinto che la procura speciale fosse invece regolarmente presente negli atti trasmessi alla Corte, ha agito per sanare quello che ha definito un “errore di percezione”. Ritenendo di non poter utilizzare il ricorso straordinario per errore di fatto (ex art. 625-bis c.p.p.), in quanto non riservato a soggetti terzi non condannati, ha optato per la procedura di correzione dell’errore materiale, prevista dall’art. 130 c.p.p. La tesi difensiva, supportata da un precedente specifico, sosteneva che tale procedura potesse essere utilizzata per emendare un errore di fatto quando il soggetto pregiudicato non avesse altri rimedi a disposizione.

La Decisione sull’Errore materiale Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto questa interpretazione e dichiarato inammissibile anche questo secondo ricorso. I giudici hanno tracciato una linea invalicabile tra i due istituti, ribadendo principi consolidati dalle Sezioni Unite.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha affermato che gli errori di fatto contenuti nei provvedimenti della Cassazione sono emendabili esclusivamente con il ricorso straordinario previsto dall’art. 625-bis c.p.p. Questa norma rappresenta l’unico mezzo di impugnazione per tale tipologia di vizi, in deroga al principio di intangibilità delle decisioni della Suprema Corte. La procedura di correzione dell’errore materiale, disciplinata dall’art. 130 c.p.p., ha invece una funzione completamente diversa: serve a rettificare errori formali o di calcolo che non incidono sul contenuto decisorio del provvedimento. È uno strumento di mera “rettifica e armonizzazione della forma espressiva della volontà del giudice”.

Nel caso di specie, accogliere la richiesta di correzione avrebbe comportato una “radicale modificazione del contenuto decisorio”, trasformando una declaratoria di inammissibilità in una di ammissibilità. Questo va ben oltre lo scopo dell’art. 130 c.p.p. Il fatto che il terzo interessato non possa accedere al rimedio dell’art. 625-bis non apre automaticamente la porta a strumenti alternativi non previsti per quello scopo.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte ha stabilito un principio di diritto chiaro: non è ammissibile né il ricorso straordinario per cassazione (art. 625-bis) né la procedura di correzione dell’errore materiale (art. 130) per far valere un vizio di fatto in una sentenza della Cassazione relativa all’istanza di restituzione di un bene sequestrato, presentata da un terzo non condannato. La declaratoria di inammissibilità del ricorso è stata quindi confermata, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. La Corte, tuttavia, ha specificato che questa decisione non preclude alla parte interessata la possibilità di presentare una nuova istanza di revoca del sequestro nelle sedi opportune.

È possibile utilizzare la procedura di correzione dell’errore materiale per correggere un errore di fatto della Corte di cassazione?
No. La Corte ha stabilito che gli errori di fatto (come un errore di percezione sulla presenza di un documento) sono emendabili solo con il ricorso straordinario ex art. 625-bis c.p.p. La correzione dell’errore materiale ex art. 130 c.p.p. è riservata a vizi formali che non modificano la sostanza della decisione.

Un terzo interessato da un sequestro, ma non condannato, può proporre ricorso straordinario per errore di fatto?
No. Secondo la sentenza, il rimedio del ricorso straordinario per errore di fatto non è esperibile dal terzo interessato che non riveste la qualità di condannato.

Cosa può fare una parte se il suo ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per un errore di percezione del giudice?
Se la parte non rientra tra i soggetti legittimati a proporre il ricorso straordinario (come il terzo non condannato nel caso di specie), non può utilizzare la procedura di correzione dell’errore materiale come alternativa. Tuttavia, la Corte ha precisato che la decisione non preclude la possibilità di presentare una nuova istanza (in questo caso, di revoca del sequestro) nelle sedi competenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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