Errore Materiale: Quando la Precisione è Legge
Nel complesso mondo del diritto, la precisione è fondamentale. Ogni parola, numero o data in un documento ufficiale ha un peso specifico. Ma cosa succede quando si verifica una svista? Il nostro ordinamento prevede uno strumento apposito: la correzione errore materiale. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come questo meccanismo funzioni, garantendo che la giustizia non sia ostacolata da semplici imprecisioni.
Il Caso: Un Errore nella Data del Provvedimento Impugnato
La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso un’ordinanza di un Tribunale di sorveglianza. La Corte di Cassazione, nel pronunciarsi sulla questione, emetteva a sua volta un’ordinanza. Tuttavia, nell’intestazione di quest’ultima, veniva indicata una data errata per il provvedimento impugnato. Invece di riportare la data corretta, ovvero ’20/02/2024′, veniva menzionata la data ’26/10/2023′.
Si trattava di un classico errore materiale: una svista che non alterava il ragionamento giuridico della Corte né la sua decisione finale, ma che creava un’evidente discrepanza formale, potenzialmente fonte di incertezza su quale fosse l’atto effettivamente oggetto del giudizio.
La Decisione della Corte sulla correzione errore materiale
Di fronte a questa imprecisione, la stessa Corte di Cassazione è intervenuta con una nuova ordinanza, il cui unico scopo era disporre la correzione errore materiale. Il dispositivo è stato chiaro e diretto: ha ordinato di rettificare l’intestazione del precedente provvedimento, specificando che, laddove era indicata la data errata, dovesse intendersi quella corretta.
La Corte ha inoltre dato mandato alla propria cancelleria di eseguire l’annotazione della correzione sull’originale del documento errato, così da sanare formalmente l’atto e allinearlo alla realtà processuale.
Le Motivazioni
La motivazione alla base di questa decisione, sebbene non esplicitata in modo esteso nel breve testo dell’ordinanza di correzione, è intrinseca alla funzione stessa dell’istituto. La correzione è necessaria per assicurare la certezza del diritto e la trasparenza degli atti giudiziari. Un errore sulla data del provvedimento impugnato, se non corretto, potrebbe generare confusione e potenziali contestazioni future sulla validità del procedimento. Correggendo l’errore, la Corte ripristina la coerenza formale dei suoi atti, garantendo che non vi siano dubbi su quale decisione del Tribunale di sorveglianza sia stata esaminata.
Le Conclusioni
Questo caso, pur nella sua semplicità procedurale, evidenzia l’importanza dei meccanismi di salvaguardia previsti dall’ordinamento per mantenere l’integrità e l’accuratezza dei procedimenti giudiziari. L’istituto della correzione errore materiale dimostra come il sistema sia in grado di auto-correggersi in modo agile ed efficiente, sanando sviste formali senza la necessità di annullare atti o avviare complessi iter procedurali. È una testimonianza del rigore richiesto nell’amministrazione della giustizia, dove anche un dettaglio apparentemente minore come una data deve essere assolutamente preciso per garantire la validità e la chiarezza delle decisioni.
Cos’è un errore materiale secondo questa ordinanza?
Sulla base del provvedimento, un errore materiale è una svista contenuta in un atto giudiziario, come un’indicazione errata della data di un altro provvedimento, che non influisce sulla decisione di merito ma necessita di essere rettificata per garantire l’esattezza formale dell’atto.
Quale errore specifico è stato corretto dalla Corte di Cassazione?
La Corte ha corretto la data del provvedimento impugnato, originariamente indicata come ’26/10/2023′ in una sua precedente ordinanza, specificando che la data corretta da intendersi era ’20/02/2024′.
Qual è la conseguenza pratica della correzione di un errore materiale?
La Corte dispone che la cancelleria annoti la correzione sull’originale del documento errato. Questo assicura che il fascicolo processuale sia formalmente corretto e che non vi siano ambiguità sull’atto a cui si fa riferimento.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 27524 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 27524 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 10/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a SAN GAVINO MONREALE il 07/01/1966
avverso l’ordinanza del 20/06/2024 della CORTE DI CASSAZIONE di ROMA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Visti gli atti.
Atteso che nell’intestazione dell’ordinanza di questa Corte in data 20 giugno
2024, n. 26758/24, emessa in relazione al ricorso iscritto al N.R.G. 14223/2024, il provvedimento impugnato dal ricorrente COGNOME NOME è indicato
“ordinanza del 26/10/2023 del TRIB. RAGIONE_SOCIALE CAGLIARI”;
Rilevato che detta indicazione è frutto di errore materiale, poiché dagli atti risulta che l’ordinanza impugnata è quella emessa dalla medesima autorità
giudiziaria ma è la n. 224/2024 del 20/02/2024;
Ritenuto che il predetto errore materiale non determina nullità e la sua eliminazione non comporta modificazioni essenziali della suddetta ordinanza di
questa Corte.
Considerato che, pertanto, può procedersi alla correzione ai sensi dell’art.
130, comma 1, cod. proc. pen., disponendo le annotazioni in calce al rispettivo originale a cura della cancelleria;
P. Q. M.
Dispone la correzione dell’errore materiale contenuto nell’intestazione dell’ordinanza n. 26758 del 2024 emessa il 20 giugno 2024 nei confronti di COGNOME NOME nel procedimento R.G.n.14223/24 nel senso che, ove è indicato come provvedimento impugnato “ordinanza del 26/10/2023 del Trib. sorveglianza di Cagliari”, deve intendersi “ordinanza del 20/02/2024 del Trib. sorveglianza di Cagliari”.
Manda alla cancelleria per le annotazioni sull’originale. Così deciso in Roma, 10 luglio 2025.