LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Errore di fatto: quando il ricorso in Cassazione è nullo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario, sottolineando la netta distinzione tra l’errore di fatto, inteso come svista percettiva, e l’errore di giudizio, che riguarda la valutazione delle prove. Il ricorso è stato respinto perché le censure sollevate dal ricorrente rientravano in quest’ultima categoria, non correggibile con lo strumento eccezionale dell’errore di fatto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Errore di fatto: quando il ricorso in Cassazione è nullo

Il ricorso straordinario per errore di fatto è uno strumento eccezionale nel nostro ordinamento, destinato a correggere sviste materiali e non a riaprire una valutazione di merito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (Num. 20375/2024) ribadisce con fermezza i confini di questo istituto, dichiarando inammissibile un ricorso che, dietro la parvenza di un errore percettivo, celava in realtà un tentativo di ridiscutere la valutazione giuridica della Corte.

I Fatti del Caso: Un Tentativo di Annullamento

Un imputato, dopo aver visto rigettato il suo ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello, decideva di giocare un’ultima carta: il ricorso straordinario previsto dall’art. 625-bis del codice di procedura penale. Sosteneva che la Corte, nella sua precedente decisione, fosse incorsa in un errore di fatto, omettendo di considerare alcuni motivi cruciali del suo appello originario. Nello specifico, lamentava la mancata trattazione di punti relativi a una particolare pratica illecita, all’assenza dell’elemento soggettivo del reato e a materiale probatorio proveniente da un altro procedimento. A suo dire, questi motivi erano decisivi e la loro omissione aveva viziato la sentenza.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità per Errore di Giudizio

La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno chiarito che non vi era stata alcuna omissione. I motivi che il ricorrente riteneva ignorati erano stati, in realtà, già esaminati e valutati nella precedente sentenza. La doglianza dell’imputato, quindi, non riguardava una svista materiale (un “non vedere” o “non leggere” un atto), ma un dissenso rispetto alla valutazione compiuta dalla Corte. Si trattava, in sostanza, di una mera riproposizione degli stessi argomenti, mascherata da denuncia di un errore di fatto.

Le Motivazioni: La Distinzione Cruciale tra Errore di Fatto e di Giudizio

Il cuore della decisione risiede nella netta distinzione che la giurisprudenza consolidata opera tra errore di fatto ed errore di giudizio. L’ordinanza spiega che l’errore di fatto emendabile con il ricorso straordinario è solo quello percettivo, determinato da una svista che porta il giudice a decidere sulla base di un’inesistenza materiale degli atti. Si pensi, ad esempio, al non vedere un documento presente nel fascicolo.

Al contrario, sono estranei a questa nozione:

* Gli errori nell’interpretazione di norme giuridiche, sostanziali o processuali.
* La deduzione di un’errata valutazione degli elementi probatori.
* Il dissenso rispetto a indirizzi giurisprudenziali consolidati.

Questi ultimi rientrano nell’ambito dell’errore di giudizio, che attiene all’attività valutativa e interpretativa del giudice. Permettere di impugnare tali errori tramite il rimedio ex art. 625-bis significherebbe introdurre un ulteriore grado di giudizio, in contrasto con la natura stessa della Cassazione e con il principio costituzionale della ragionevole durata del processo.

Conclusioni: L’Eccezionalità del Ricorso per Errore di Fatto

La decisione in commento è un importante monito sulla corretta utilizzazione degli strumenti processuali. Il ricorso straordinario per errore di fatto non è una terza istanza di merito né un’occasione per contestare le conclusioni giuridiche della Suprema Corte. È un rimedio eccezionale, limitato a correggere sviste puramente materiali che hanno alterato la base fattuale della decisione. Qualsiasi tentativo di utilizzarlo per criticare la valutazione giuridica o probatoria della Corte è destinato all’inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Cos’è un “errore di fatto” secondo la Corte di Cassazione?
Un errore di percezione, come una svista o un’omissione materiale, che porta la Corte a basare la sua decisione su un fatto inesistente negli atti processuali o diverso da quello reale. Non include errori nella valutazione delle prove o nell’interpretazione delle leggi.

È possibile utilizzare il ricorso straordinario per contestare la valutazione delle prove fatta dalla Cassazione?
No. Secondo l’ordinanza, contestare la valutazione delle prove o l’interpretazione delle norme costituisce un “errore di giudizio”, non un “errore di fatto”. Pertanto, non può essere oggetto del ricorso straordinario previsto dall’art. 625-bis del codice di procedura penale.

Cosa succede se si propone un ricorso straordinario per motivi non ammessi dalla legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso esaminato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati