LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Errore di fatto: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6802/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario basato su un presunto errore di fatto nel calcolo della prescrizione. La Corte ha chiarito che una valutazione giuridica, anche se errata, costituisce un errore di giudizio e non un errore di fatto, il quale è limitato a una svista puramente percettiva degli atti processuali. Questa decisione ribadisce i confini rigorosi di questo specifico mezzo di impugnazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Errore di Fatto vs Errore di Giudizio: la Cassazione traccia i confini

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 6802 del 2024, torna a pronunciarsi sui limiti di applicabilità del ricorso straordinario per errore di fatto, uno strumento processuale tanto specifico quanto delicato. La decisione offre un’importante lezione sulla distinzione fondamentale tra un errore puramente percettivo e un errore di valutazione giuridica, chiarendo quando un’impugnazione di questo tipo è destinata all’inammissibilità.

Il Contesto del Ricorso: un Percorso Giudiziario Complesso

Il caso trae origine da una condanna per illecita cessione di sostanze stupefacenti di lieve entità. Dopo la condanna in primo grado, la Corte di Appello aveva parzialmente riformato la sentenza, riducendo solo la pena. Successivamente, la Corte di Cassazione aveva dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’imputato. Contro quest’ultima decisione, il difensore ha proposto un ricorso straordinario ai sensi dell’art. 625-bis del codice di procedura penale, lamentando un presunto errore di fatto commesso dalla stessa Corte di legittimità.

La Doglianza del Ricorrente: un Errore di Fatto sul Calcolo della Prescrizione

Il cuore del ricorso straordinario si concentrava su un punto specifico: il calcolo del termine di prescrizione del reato. Secondo la difesa, la Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il precedente ricorso, avrebbe erroneamente computato un periodo di sospensione di 133 giorni, legato a un rinvio di un’udienza del processo di primo grado. Senza quel periodo di sospensione, sosteneva il ricorrente, il reato si sarebbe estinto prima della pronuncia della sentenza d’appello. Questa errata considerazione, secondo la tesi difensiva, configurava un errore di fatto decisivo, che avrebbe viziato la decisione della Corte.

Le Motivazioni della Corte

La Quarta Sezione Penale ha rigettato completamente questa impostazione, dichiarando il ricorso inammissibile. Le motivazioni sono un chiaro compendio sulla natura dell’errore di fatto emendabile con il rimedio straordinario.

La Corte ha ribadito un principio consolidato, anche delle Sezioni Unite: l’errore di fatto rilevante ai sensi dell’art. 625-bis c.p.p. è solo quello percettivo, causato da una svista o da un equivoco nella lettura degli atti interni al giudizio. Deve trattarsi di un’inesatta percezione delle risultanze processuali che conduce a una decisione diversa da quella che sarebbe stata adottata in sua assenza.

Sono invece esclusi da questo ambito:
1. Gli errori di interpretazione di norme giuridiche, sostanziali o processuali (i cosiddetti errores in iudicando).
2. Gli errori percettivi in cui sia incorso il giudice di merito, che devono essere fatti valere con le impugnazioni ordinarie.
3. Le decisioni che, pur partendo da una premessa errata, contengono un contenuto valutativo e non meramente percettivo.

Nel caso specifico, la valutazione della Corte di Cassazione riguardo al periodo di sospensione della prescrizione non è stata una svista materiale, ma un’attività di giudizio. I giudici hanno compiuto una valutazione giuridica sulla legittimità e computabilità di quel periodo. Di conseguenza, anche se tale valutazione fosse stata errata, si sarebbe trattato di un error in iudicando, non di un errore di fatto. L’attivazione del rimedio straordinario si è rivelata quindi impropria, poiché mirava a contestare l’attività di giudizio della Corte, non a emendare un errore percettivo.

Le Conclusioni

La pronuncia in esame riafferma con forza la natura eccezionale e i confini rigorosi del ricorso straordinario per errore di fatto. Questo strumento non può essere utilizzato come un’ulteriore istanza di appello per rimettere in discussione le valutazioni giuridiche della Corte di Cassazione. La distinzione tra errore nella percezione di un dato processuale (es. leggere “Tizio” al posto di “Caio”) ed errore nell’interpretazione del suo significato giuridico (es. ritenere legittima una sospensione dei termini) è netta e invalicabile. Per i professionisti del diritto, questa sentenza costituisce un monito a utilizzare con estrema cautela tale rimedio, pena la declaratoria di inammissibilità e la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Cos’è un “errore di fatto” che giustifica un ricorso straordinario alla Corte di Cassazione?
Un errore di fatto è un errore puramente percettivo, come una svista o un equivoco, in cui il giudice incorre nella lettura degli atti processuali. Deve essere un errore che ha influenzato la decisione, la quale sarebbe stata diversa se il fatto fosse stato percepito correttamente. Non è un errore di interpretazione della legge.

Perché il presunto errore nel calcolo della prescrizione non è stato considerato un errore di fatto in questo caso?
La Corte ha stabilito che la decisione di includere o meno un periodo di sospensione nel calcolo della prescrizione non è una semplice percezione di un dato, ma una valutazione giuridica. Si tratta di un’attività di giudizio, un’interpretazione della norma. Pertanto, un eventuale sbaglio in questo ambito costituisce un errore di giudizio (error in iudicando) e non un errore di fatto.

Cosa accade se si propone un ricorso straordinario per un motivo non corretto, come un errore di giudizio?
Come avvenuto in questo caso, il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta non solo il rigetto della richiesta, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver attivato impropriamente il rimedio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati