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Errore di fatto: i limiti del ricorso straordinario

La Corte di Cassazione chiarisce i confini del ricorso straordinario per errore di fatto, stabilendo la sua inapplicabilità alle ordinanze che decidono sulla richiesta di rimessione del processo. Il caso riguardava un imputato che contestava due provvedimenti, ritenendo vi fosse un errore di fatto. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che tale rimedio è riservato a decisioni che incidono sulla formazione del giudicato sostanziale, e non a quelle di natura puramente processuale come la rimessione, che non stabilizzano la decisione finale sul merito.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Errore di Fatto: Quando il Ricorso Straordinario Non è Ammesso

Il ricorso straordinario per errore di fatto, previsto dall’articolo 625-bis del codice di procedura penale, rappresenta un rimedio eccezionale per correggere sviste percettive della Corte di Cassazione. Tuttavia, il suo ambito di applicazione è rigorosamente definito. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito questi limiti, chiarendo perché tale strumento non possa essere utilizzato per contestare decisioni di natura puramente processuale, come quelle sulla rimessione del processo. Analizziamo la vicenda per comprendere meglio la portata di questo importante principio.

I Fatti del Caso: un Tentativo di Correzione Giudiziaria

Un imputato, tramite il suo procuratore speciale, ha presentato un ricorso straordinario per la correzione di un presunto errore di fatto contenuto in due distinti provvedimenti della Corte di Cassazione. Il primo era un’ordinanza che aveva dichiarato inammissibile la sua richiesta di rimessione del processo ad altra sede giudiziaria. Il secondo era una successiva sentenza che, a sua volta, aveva dichiarato inammissibile il ricorso contro la decisione di merito della Corte d’Appello, anche in relazione alla mancata considerazione della precedente istanza di rimessione.

La tesi del ricorrente si fondava sull’idea che la Corte avesse commesso un errore nel valutare la tempistica della richiesta di rimessione, ritenendola tardiva. Secondo la difesa, la decisione di merito non era ancora definitiva al momento della richiesta, poiché era stato letto solo il dispositivo e non ancora depositate le motivazioni. Di conseguenza, la Corte avrebbe commesso una svista materiale nel giudicare inammissibile la sua istanza.

L’Ambito del Ricorso per Errore di Fatto secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, cogliendo l’occasione per delineare con precisione i confini del rimedio previsto dall’art. 625-bis c.p.p. La decisione si basa su una distinzione fondamentale tra le decisioni che incidono sulla sostanza del giudizio e quelle che riguardano la mera procedura.

La Distinzione Cruciale: Decisioni sul Merito vs. Decisioni Processuali

Il ricorso per errore di fatto è stato concepito dal legislatore per emendare quelle decisioni che contribuiscono alla “stabilizzazione” del giudicato in senso sostanziale. Si tratta, in altre parole, di sentenze che definiscono la responsabilità penale dell’imputato, diventando irrevocabili. L’errore che può essere corretto è quello percettivo, una vera e propria “svista materiale” che ha indotto la Corte a decidere sulla base di un fatto processuale inesistente o diverso da quello reale.

Al contrario, le decisioni che regolano lo svolgimento del processo, come quelle sulla competenza o, appunto, sulla rimessione per legittima suspicione, hanno natura ordinatoria e processuale. Non decidono sulla colpevolezza o innocenza dell’imputato e non sono destinate a passare in giudicato nel senso sostanziale del termine.

L’Ordinanza di Rimessione non Rientra nell’Art. 625-bis

Sulla base di questa distinzione, la Suprema Corte ha stabilito che la decisione in materia di rimessione del processo non è suscettibile di dare luogo alla formazione del giudicato. È una decisione che viene presa “allo stato degli atti” e mira a garantire l’imparzialità del giudice e la libera attività difensiva, ma non contribuisce a definire la questione di fondo della responsabilità penale.

Pertanto, essa non rientra nel novero dei provvedimenti che possono essere oggetto di correzione per errore di fatto. Tentare di utilizzare questo strumento per contestare un’ordinanza sulla rimessione significa sollecitare un potere decisorio ormai consumato su una materia che esula dall’ambito di applicazione del rimedio straordinario.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione di inammissibilità riaffermando principi consolidati. In primo luogo, l’errore di fatto deve consistere in un’erronea supposizione dell’inesistenza di una censura o in una svista meramente percettiva, non in una diversa valutazione giuridica o interpretativa. Nel caso di specie, il ricorrente non lamentava una svista, ma un presunto errore di valutazione giuridica sulla tempistica della richiesta di rimessione.

In secondo luogo, e in modo dirimente, la decisione sulla rimessione è estranea al concetto di “giudicato” sostanziale a cui il rimedio ex art. 625-bis è strettamente collegato. La giurisprudenza delle Sezioni Unite ha chiarito che tale ricorso è esperibile contro le decisioni che, definendo il giudizio, contribuiscono alla “stabilizzazione” della posizione giuridica del condannato. L’ordinanza sulla rimessione non ha questa funzione. Di conseguenza, la Seconda Sezione Penale aveva correttamente ritenuto inammissibile il ricorso originario su quel punto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame offre un importante promemoria sui limiti del ricorso straordinario per errore di fatto. Questo strumento non è una terza istanza di giudizio né un mezzo per rimettere in discussione valutazioni giuridiche della Corte di Cassazione. Il suo scopo è circoscritto alla correzione di specifici e documentati errori percettivi su atti processuali, e solo in relazione a decisioni che hanno un impatto definitivo sulla questione della responsabilità penale. Escludere dal suo campo di applicazione le ordinanze di natura processuale, come quelle sulla rimessione, serve a preservare la natura eccezionale del rimedio e la stabilità delle decisioni giudiziarie.

È possibile utilizzare il ricorso straordinario per errore di fatto per contestare una decisione sulla rimessione del processo?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che le decisioni sulla rimessione del processo hanno natura puramente processuale e non contribuiscono alla formazione del giudicato sostanziale. Pertanto, non rientrano nell’ambito di applicazione dell’art. 625-bis cod. proc. pen.

Qual è la natura dell’errore di fatto che può essere corretto con il ricorso straordinario?
L’errore di fatto deve consistere in una svista materiale o in una disattenzione di ordine meramente percettivo, che abbia causato l’erronea supposizione dell’inesistenza di un fatto processuale o di una censura. Non può riguardare errori di valutazione giuridica o interpretativa.

Quali tipi di decisioni della Corte di Cassazione possono essere oggetto del ricorso per errore di fatto?
Possono essere oggetto di tale ricorso le decisioni che contribuiscono alla “stabilizzazione” del giudicato in senso sostanziale, ovvero quelle che definiscono la responsabilità penale o altre questioni di merito in modo irrevocabile. Sono escluse le decisioni su questioni meramente processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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