Errore di Fatto nel Calcolo della Prescrizione: la Cassazione Annulla la Propria Sentenza
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10920 del 2024, offre un importante chiarimento sulla correzione dell’errore di fatto e sulle sue conseguenze procedurali, in particolare quando questo incide sul calcolo della prescrizione. La decisione dimostra come anche il massimo organo della giurisdizione possa riconoscere e rettificare una propria svista materiale, garantendo la correttezza del procedimento.
I Fatti del Caso: un Doppio Conteggio nel Periodo di Sospensione
Due imputati hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione per la correzione di un errore di fatto contenuto in una precedente sentenza della stessa Corte (la n. 21902/2023). Secondo i ricorrenti, la Corte aveva commesso una svista nel calcolare il periodo totale di sospensione del termine di prescrizione del reato.
Il problema nasceva dalla sovrapposizione di due distinti periodi di sospensione:
1. Un primo periodo di 53 giorni, dovuto al rinvio di un’udienza per un legittimo impedimento, dal 15 gennaio 2020 al 26 marzo 2020.
2. Un secondo periodo di sospensione legato all’emergenza pandemica da Covid-19, introdotto dalla legge.
I ricorrenti sostenevano che la sentenza impugnata avesse erroneamente conteggiato 17 giorni in più, in quanto il periodo dal 9 marzo al 25 marzo 2020 era stato incluso sia nel calcolo della sospensione per impedimento, sia nel successivo calcolo legato alla normativa Covid. Il calcolo corretto, a loro avviso, avrebbe dovuto considerare un’unica sospensione complessiva, senza duplicazioni.
L’Analisi della Corte e la Correzione dell’Errore di Fatto
La Suprema Corte, riesaminando la motivazione della propria precedente sentenza, ha ritenuto fondate le doglianze dei ricorrenti. Ha osservato che la formulazione utilizzata nella sentenza del 2023 si prestava effettivamente a un’interpretazione ambigua. In particolare, il testo menzionava prima il periodo di 53 giorni di sospensione fino al 26 marzo 2020, ma specificava che tale computo appariva limitato fino all’8 marzo, “poiché dal 9 marzo opera la sospensione c.d. Covid”.
Questa frase ha generato l’incertezza interpretativa che costituisce l’essenza dell’errore di fatto. La Corte ha riconosciuto che tale formulazione poteva aver indotto a un calcolo errato, sovrapponendo parzialmente i due periodi. Pertanto, ha concluso che era necessario accogliere il ricorso nella sua fase rescindente, ovvero quella in cui si accerta l’errore e si annulla il provvedimento viziato.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione della Corte si basa sull’istituto della correzione dell’errore di fatto previsto dall’articolo 625-bis del codice di procedura penale. Questo strumento consente di rimediare a sviste materiali o a errori percettivi che non riguardano l’interpretazione di norme giuridiche, ma la constatazione di fatti processuali.
Nel caso specifico, l’errore non era di natura giuridica (cioè su come si applica la legge sulla prescrizione), ma puramente materiale e di calcolo. La Corte ha ritenuto che la lettura della precedente motivazione giustificasse il dubbio sollevato dai ricorrenti. L’accoglimento del ricorso è stato dunque un atto dovuto per ripristinare la correttezza formale e sostanziale del calcolo dei termini procedurali, un elemento fondamentale per la garanzia dei diritti della difesa.
Di conseguenza, la Corte ha revocato la propria precedente sentenza e ha fissato una nuova udienza per la cosiddetta fase rescissoria, durante la quale il ricorso originario verrà riesaminato alla luce del corretto computo dei termini di prescrizione.
Le Conclusioni
Questa pronuncia sottolinea l’importanza cruciale della precisione nel calcolo dei termini processuali, come la prescrizione. Un errore di fatto, anche se apparentemente di lieve entità come il doppio conteggio di pochi giorni, può avere conseguenze decisive sull’esito di un processo. La decisione ribadisce che il sistema giudiziario prevede meccanismi di autocorrezione, applicabili anche ai più alti livelli di giudizio, per assicurare che le decisioni si fondino su presupposti fattuali esatti. La revoca di una propria sentenza da parte della Cassazione e la fissazione di una nuova udienza testimoniano la centralità del principio del giusto processo e la volontà di emendare qualsiasi vizio che possa comprometterlo.
Cos’è un errore di fatto che può portare alla revoca di una sentenza della Cassazione?
Un errore di fatto, secondo la sentenza, è una svista materiale nel calcolo dei termini, come un doppio conteggio di un periodo di sospensione della prescrizione, che non implica una valutazione giuridica ma un’errata percezione di un dato oggettivo.
Perché la Corte ha revocato la sua precedente sentenza?
La Corte ha revocato la sentenza perché ha riconosciuto che la motivazione conteneva una formulazione ambigua sul calcolo dei periodi di sospensione della prescrizione, che si prestava a un’interpretazione errata e a un possibile doppio conteggio di 17 giorni, configurando così un errore di fatto.
Cosa succede dopo che la Corte di Cassazione revoca una sua sentenza per errore di fatto?
Dopo aver accertato l’errore e revocato la sentenza (fase rescindente), la Corte fissa una nuova udienza per riesaminare il caso nel merito alla luce della correzione apportata (fase rescissoria). In questo caso, è stata fissata una nuova udienza per l’11 aprile 2024.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 1 Num. 10920 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 1 Num. 10920 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 15/02/2024
SENTENZA
sui ricorsi proposti da: COGNOME NOME nato a PALERMO il DATA_NASCITA
COGNOME NOME nato a CALTANISSETTA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 01/07/2022 della CORTE APPELLO di MILANO
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME; lette/sentite le conclusioni del PG NOME COGNOME Il PG conclude chiedendo il rigetto del ricorso.
udito il difensore L’avvocato COGNOME conclude chiedendo l’accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
COGNOME NOME e COGNOME NOME ricorrono avverso la sentenza emessa dalla Corte di cassazione in data 3 maggio 2023 n. 21902/2023 ex art. 625-bis cod. proc. pen., deducendo l’errore di fatto commesso nel computo dei periodi di sospensione del termine di prescrizione del reato.
In particolare, a pag. 26 della suddetta sentenza sarebbeNtatq erroneamente conteggiati 17 giorni in più come periodo di sospensione per la pandemia da covid ex art. 83 d.l. n. 18 del 2020 dal 9.3.2020 al 25.3.2020 che era compreso nel periodo poi calcolato di nuovo dal 26.3.2020 per ulteriori 64 giorni. Invece, per il ricorrente, il calcolo corretto doveva essere di soli 64 giorni, senza il conteggio parzialmente sovrapposto per 17 giorni, rispetto al pregresso periodo di 53 giorni calcolato per il rinvio dovuto alla constatazione dell’impedimento all’udienza del 15 gennaio 2020 fino al 26 marzo 2020.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Ritiene la Corte che la lettura a pag. 26 della motivazione della sentenza della Corte di cassazione del 3 maggio 2023 n. 21902/2023 si presta all’interpretazione del calcolo del termine di prescrizione spiegata dal ricorrente, atteso che prima dell’indicazione del periodo di sospensione per rinvio di 64 giorni del termine di prescrizione, la frase sui 53 giorni di sospensione per rinvio per impedimento all’udienza del 15.1.2020 fino al 26.3.2020 è espressa con un riferimento ad un computo che appare limitato fino all’8.3.2020 “poiché dal 9 marzo opera la sospensione c.d. Covid”.
E’ necessario quindi accogliere il ricorso nella fase rescindente e fissare l’udienza dell’Il aprile 2024 per la fase rescissoria.
P.Q.M.
o Revoca nei confronti di COGNOME NOME e di COGNOME NOME la sentenza emessa dalla Corte suprema di cassazione in data 3 maggio 2023 Nr. 21902/2023. Fissa per la fase rescissoria l’udienza dell’il aprile 2024.
Così deciso il 15/02/202*