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Elezione di domicilio: valida se allegata all’appello

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’elezione di domicilio effettuata prima della presentazione dell’appello è valida, purché venga allegata all’atto di impugnazione. La sentenza annulla la decisione della Corte d’Appello che aveva dichiarato inammissibile un ricorso perché la dichiarazione non era stata fatta contestualmente all’appello, conformandosi all’orientamento delle Sezioni Unite.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Elezione di Domicilio: La Cassazione Conferma la Validità della Dichiarazione Precedente all’Appello

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha risolto un importante dubbio interpretativo riguardante i requisiti di ammissibilità dell’appello penale, in particolare per quanto concerne l’elezione di domicilio. La questione, nata da una modifica introdotta dalla cosiddetta ‘riforma Cartabia’ (poi abrogata), verteva sulla validità di una dichiarazione di domicilio effettuata prima della presentazione dell’atto di impugnazione. La Corte, uniformandosi a un precedente intervento delle Sezioni Unite, ha stabilito un principio di ragionevolezza che tutela il diritto di difesa.

Il Caso: Un Appello Dichiarato Inammissibile

La vicenda trae origine da una decisione della Corte di Appello di Genova, che aveva dichiarato inammissibile l’appello presentato da un imputato avverso una sentenza di primo grado per rapina impropria. La ragione dell’inammissibilità risiedeva nel fatto che l’atto di appello non era accompagnato da una dichiarazione di domicilio contestuale, ma solo dall’allegazione del verbale dell’udienza di convalida dell’arresto, nel quale l’imputato aveva già eletto domicilio presso il suo difensore. La Corte territoriale, seguendo un’interpretazione rigida della norma, aveva ritenuto tale adempimento non idoneo a soddisfare il requisito di legge.

La Questione Giuridica sull’Elezione di Domicilio

Il cuore del problema risiedeva nell’interpretazione dell’articolo 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale. Questa norma, introdotta nel 2023 e abrogata nell’agosto 2024, prevedeva, a pena di inammissibilità, che l’atto di impugnazione fosse accompagnato dal deposito della dichiarazione o elezione di domicilio. Ciò aveva generato un contrasto giurisprudenziale:

1. Orientamento Rigoroso: Alcune sentenze sostenevano che la dichiarazione dovesse essere rilasciata contestualmente al deposito dell’appello, non potendo essere utilizzata una dichiarazione resa in una fase precedente del procedimento.
2. Orientamento Sostanziale: Altre pronunce, invece, ritenevano che la norma non imponesse un limite temporale, essendo sufficiente che una dichiarazione valida, sebbene precedente, fosse allegata all’atto per garantirne l’efficacia.

La difesa dell’imputato, e successivamente lo stesso Procuratore Generale presso la Cassazione, hanno sostenuto la seconda tesi, evidenziando come l’onere collaborativo fosse stato comunque assolto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza di inammissibilità e rinviando il caso alla Corte di Appello di Genova. I giudici hanno fondato la loro decisione sul principio di diritto stabilito dalle Sezioni Unite nella sentenza ‘De Felice’. Secondo tale autorevole pronuncia, non viola la norma la puntuale allegazione, nell’intestazione dell’atto di appello, di una elezione di domicilio già effettuata in una fase precedente, come quella della convalida dell’arresto. La ratio della norma, ovvero responsabilizzare la parte e agevolare le notificazioni, è comunque soddisfatta se l’atto di impugnazione contiene il riferimento e l’allegato che certifica la scelta del domicilio. Un’interpretazione eccessivamente formalistica, che richieda una nuova dichiarazione identica a una già presente agli atti, limiterebbe in modo irragionevole il diritto di accesso al giudizio di impugnazione, un diritto costituzionalmente garantito.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione chiarisce un punto fondamentale per tutti gli appelli presentati nel periodo di vigenza della norma (fino al 24 agosto 2024). Il principio affermato è che la sostanza prevale sulla forma: l’importante è che il giudice dell’impugnazione sia messo nelle condizioni di conoscere, tramite l’atto di appello stesso, il domicilio eletto per le notifiche. Non è necessario, quindi, un nuovo atto formale se uno valido è già stato compiuto e viene correttamente richiamato e allegato. Questa sentenza rafforza il principio di leale collaborazione tra le parti e garantisce che cavilli procedurali non ostacolino l’accesso alla giustizia, riaffermando un’interpretazione delle norme processuali orientata alla tutela dei diritti fondamentali.

Per presentare un appello penale, la dichiarazione di elezione di domicilio deve essere fatta nello stesso momento dell’atto di impugnazione?
No. La Corte di Cassazione, seguendo le Sezioni Unite, ha chiarito che non è necessaria una contestualità. È sufficiente che una dichiarazione o elezione di domicilio, anche se effettuata in una fase precedente del procedimento (come la convalida dell’arresto), sia allegata all’atto di appello.

Perché la Corte d’Appello aveva ritenuto l’appello inammissibile?
La Corte d’Appello aveva aderito a un orientamento giurisprudenziale più restrittivo, secondo cui l’art. 581, comma 1-ter, c.p.p. richiedeva che la dichiarazione di domicilio fosse rilasciata ‘contestualmente’ all’atto di appello, ritenendo insufficiente allegare un verbale di una dichiarazione precedente.

La regola sull’obbligo di allegare la dichiarazione di domicilio all’appello è ancora in vigore?
No. La sentenza chiarisce che la disciplina dell’art. 581, comma 1-ter, c.p.p., introdotta da una riforma del 2023, è stata abrogata dalla legge n. 114 del 9 agosto 2024. Tuttavia, continua ad applicarsi alle impugnazioni proposte fino al 24 agosto 2024, come nel caso esaminato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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