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Elezione di domicilio in appello: obbligo tassativo

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 25/10/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso, ribadendo che l’elezione di domicilio in appello è un requisito formale obbligatorio ai sensi dell’art. 581 co. 1-ter c.p.p. Tale obbligo sussiste anche se l’imputato era presente alla lettura della sentenza di primo grado, poiché la norma non prevede eccezioni.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Elezione di Domicilio in Appello: Un Obbligo Assoluto Secondo la Cassazione

Nel processo penale, il rispetto delle forme e dei termini non è un mero formalismo, ma una garanzia fondamentale per il corretto svolgimento della giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con fermezza questo principio, soffermandosi su un adempimento cruciale: l’elezione di domicilio in appello. La pronuncia chiarisce che tale obbligo è inderogabile, anche quando l’imputato è presente alla lettura della sentenza di primo grado, pena l’inammissibilità dell’impugnazione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una decisione della Corte di Appello, la quale aveva dichiarato inammissibile l’impugnazione proposta da un imputato. La ragione di tale provvedimento risiedeva nella mancata presentazione, da parte del difensore, della dichiarazione o elezione di domicilio dell’assistito contestualmente al deposito dell’atto di appello. Questo adempimento è essenziale per consentire la notifica del decreto di citazione per il giudizio di secondo grado.

La difesa aveva presentato ricorso in Cassazione, sostenendo un’unica tesi: l’elezione di domicilio in appello non sarebbe stata necessaria, poiché l’imputato aveva presenziato all’ultima udienza del processo di primo grado e, di conseguenza, alla lettura del dispositivo della sentenza. Secondo questa interpretazione, la presenza fisica dell’imputato avrebbe sanato la necessità di una successiva e formale indicazione del luogo per le notifiche.

La Decisione della Corte: l’obbligo di elezione di domicilio in appello è inderogabile

La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente la tesi difensiva, definendo il motivo di ricorso come ‘manifestamente infondato’. Gli Ermellini hanno fondato la loro decisione sulla chiara e inequivocabile dicitura dell’articolo 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce in modo esplicito che l’atto di appello deve contenere, a pena di inammissibilità, la dichiarazione o l’elezione di domicilio dell’imputato.

Le Motivazioni

Il cuore della motivazione risiede nell’interpretazione letterale e sistematica della norma. La Corte ha sottolineato come il legislatore abbia posto un obbligo formale preciso e non suscettibile di interpretazioni estensive o deroghe non previste. L’articolo 581, comma 1-ter c.p.p. non opera alcuna distinzione tra l’imputato che era presente e quello che era assente al momento della lettura della sentenza di primo grado.

L’obbligo di depositare l’elezione di domicilio è ‘contestuale’ alla presentazione dell’atto di appello. Si tratta di un requisito di ammissibilità autonomo, finalizzato a garantire la certezza e la regolarità delle notificazioni nella fase successiva del giudizio. La presenza dell’imputato in aula non può sostituire questo adempimento formale, la cui omissione comporta la sanzione più grave: l’inammissibilità, che preclude al giudice la possibilità di entrare nel merito dei motivi di gravame.

Conclusioni

La decisione in commento rappresenta un monito fondamentale per tutti gli operatori del diritto. Nel processo penale, la forma è sostanza. L’omissione di un adempimento come l’elezione di domicilio in appello non è una mera irregolarità, ma un errore fatale che può compromettere irrimediabilmente il diritto di difesa. La pronuncia conferma un orientamento rigoroso, che impone la massima diligenza nella redazione e nel deposito degli atti di impugnazione. Per l’imputato e il suo difensore, ciò significa che non esistono scorciatoie: le regole procedurali devono essere seguite alla lettera per assicurare che il processo possa proseguire e che le ragioni della difesa vengano effettivamente esaminate dal giudice superiore.

È obbligatorio depositare l’elezione di domicilio con l’atto di appello penale?
Sì, l’ordinanza chiarisce che l’articolo 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale impone l’obbligo di depositare la dichiarazione o elezione di domicilio contestualmente all’atto di appello, a pena di inammissibilità.

La presenza dell’imputato alla lettura della sentenza di primo grado esonera da questo obbligo?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la norma non fa alcuna distinzione tra imputato presente o assente al momento della lettura del dispositivo. L’obbligo di eleggere domicilio per l’appello sussiste in ogni caso.

Cosa succede se non si deposita l’elezione di domicilio insieme all’atto di appello?
La conseguenza diretta e inevitabile è la dichiarazione di inammissibilità dell’appello. Ciò significa che l’impugnazione non verrà esaminata nel merito e la sentenza di primo grado diventerà definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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