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Elezione di Domicilio: basta il richiamo per l’appello

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di inammissibilità di un appello. La Corte d’Appello aveva ritenuto mancante la nuova elezione di domicilio contestuale all’impugnazione. La Cassazione, richiamando una sentenza delle Sezioni Unite, ha chiarito che, per la normativa applicabile ratione temporis, era sufficiente il richiamo espresso e specifico ad una precedente elezione di domicilio già presente agli atti, annullando la decisione e rinviando alla Corte d’Appello per il giudizio di merito.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Elezione di Domicilio nell’Appello Penale: la Cassazione fa chiarezza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 26765/2025, affronta un’importante questione di procedura penale relativa all’Elezione di Domicilio in sede di appello. La pronuncia chiarisce i requisiti di ammissibilità dell’impugnazione alla luce di una norma, oggi abrogata, ma ancora applicabile ai casi pendenti. La decisione sottolinea come un’interpretazione eccessivamente formalistica delle norme processuali possa essere superata a favore di un approccio più sostanziale, che valorizzi l’effettiva conoscibilità degli atti da parte dell’imputato.

I Fatti di Causa: dalla condanna all’inammissibilità dell’appello

Il caso trae origine da una condanna in primo grado emessa dal Tribunale di Avezzano per il reato di lesioni aggravate. L’imputato, tramite il suo difensore, proponeva appello avverso tale sentenza. Tuttavia, la Corte d’Appello di L’Aquila dichiarava l’impugnazione inammissibile. La ragione? La mancata presentazione, insieme all’atto di appello, di una nuova dichiarazione o Elezione di Domicilio, come richiesto dall’articolo 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale, all’epoca vigente.

Il Ricorso per Cassazione e la questione sulla Elezione di Domicilio

Contro l’ordinanza di inammissibilità, la difesa ricorreva in Cassazione, sostenendo la violazione di legge. Il punto centrale del ricorso era che, sebbene l’articolo in questione fosse stato successivamente abrogato, la sua interpretazione corretta, fornita dalle Sezioni Unite della Cassazione con la sentenza ‘De Felice’, non richiedeva necessariamente il deposito di un atto nuovo.
Secondo la difesa, era sufficiente un richiamo espresso e specifico a una precedente elezione di domicilio già presente nel fascicolo processuale. Nel caso specifico, l’atto di appello conteneva un chiaro riferimento all’elezione di domicilio effettuata dall’imputato anni prima presso lo studio del proprio difensore. Tale riferimento era talmente chiaro e inequivocabile che la stessa Corte d’Appello lo aveva utilizzato per notificare proprio l’ordinanza di inammissibilità.

La Decisione della Cassazione: le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso, annullando l’ordinanza impugnata. I giudici hanno ribadito il principio stabilito dalle Sezioni Unite: l’onere previsto dall’art. 581, comma 1-ter, c.p.p. (per gli appelli proposti fino al 24 agosto 2024) può essere assolto anche tramite un richiamo esplicito, contenuto nell’atto di impugnazione, a una precedente dichiarazione o Elezione di Domicilio. L’importante è che tale richiamo consenta un’immediata e inequivoca individuazione del luogo per le notificazioni.

La Corte ha censurato l’operato della Corte d’Appello, che si era basata su un orientamento interpretativo restrittivo e formalistico, ormai superato. La Corte territoriale, infatti, non aveva nemmeno considerato il richiamo all’elezione di domicilio contenuto nell’intestazione dell’atto, nonostante questo fosse palesemente idoneo a raggiungere lo scopo della norma: garantire la reperibilità dell’imputato. La fattispecie, secondo la Cassazione, rientrava perfettamente nell’ambito applicativo della regola di ammissibilità più flessibile indicata dalle Sezioni Unite, che privilegia l’idoneità sostanziale dell’indicazione rispetto a un formalismo eccessivo.

Conclusioni: l’impatto pratico della sentenza

La sentenza in commento consolida un importante principio di diritto processuale. Pur nel rispetto delle forme, la procedura non deve trasformarsi in un ostacolo insormontabile all’esercizio del diritto di difesa. La decisione afferma che, quando lo scopo di una norma (in questo caso, assicurare la corretta notificazione degli atti all’imputato) è palesemente raggiunto, un’interpretazione che si aggrappa a un formalismo sterile deve cedere il passo a una valutazione di idoneità sostanziale. Di conseguenza, l’ordinanza di inammissibilità è stata annullata e gli atti sono stati trasmessi nuovamente alla Corte d’Appello di L’Aquila, che dovrà ora procedere con la celebrazione del giudizio d’appello.

Perché l’appello era stato inizialmente dichiarato inammissibile?
L’appello era stato dichiarato inammissibile perché l’imputato non aveva depositato, contestualmente all’atto di impugnazione, una nuova e specifica dichiarazione o elezione di domicilio, come previsto dall’art. 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale (norma all’epoca vigente).

È sempre necessario depositare un nuovo atto di elezione di domicilio con l’appello?
No. Secondo l’interpretazione fornita dalle Sezioni Unite e confermata da questa sentenza, per gli appelli proposti sotto la vigenza della vecchia norma, l’obbligo poteva essere assolto anche con un richiamo espresso e specifico, contenuto nell’atto di appello, a una precedente elezione di domicilio già presente nel fascicolo processuale, purché idonea a individuare senza incertezze il luogo delle notifiche.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di inammissibilità senza rinvio. Ha stabilito che il riferimento all’elezione di domicilio contenuto nell’atto di appello era sufficiente a soddisfare il requisito di legge e, pertanto, ha trasmesso gli atti alla Corte d’Appello per la celebrazione del processo di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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