LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Elezione di domicilio: basta il richiamo nell’appello

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di inammissibilità di un appello. La Corte ha stabilito che, per la validità dell’impugnazione, è sufficiente che l’atto di appello contenga un richiamo espresso e specifico a una precedente elezione di domicilio già presente nel fascicolo processuale, senza la necessità di allegarla nuovamente. Questa decisione si allinea a un recente intervento chiarificatore delle Sezioni Unite in materia di elezione di domicilio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Elezione di Domicilio: Basta il Richiamo nell’Atto di Appello

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sulle formalità necessarie per la presentazione di un atto di appello, con particolare riferimento all’obbligo di elezione di domicilio. La Suprema Corte, allineandosi a un principio espresso dalle Sezioni Unite, ha stabilito che non è necessario allegare nuovamente la dichiarazione di domicilio se questa è già presente agli atti e viene specificamente richiamata nell’impugnazione. Vediamo nel dettaglio la vicenda processuale e la portata di questa decisione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una decisione della Corte di appello di Venezia, la quale aveva dichiarato inammissibile l’appello proposto da un imputato avverso una sentenza di condanna del Tribunale di Verona. La ragione dell’inammissibilità risiedeva nella mancata allegazione, contestualmente all’atto di appello, della dichiarazione o elezione di domicilio, un requisito previsto dall’articolo 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale.

La Corte territoriale aveva ritenuto non sufficiente una precedente dichiarazione di domicilio, risalente al 2019 e presente nel fascicolo processuale, anche se l’atto di appello vi faceva riferimento. Contro questa ordinanza, la difesa dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo la violazione della norma processuale e richiamando la giurisprudenza che riteneva sufficiente la presenza agli atti della dichiarazione, purché indicata nell’impugnazione.

L’Importanza della Elezione di Domicilio nell’Appello

La norma in questione (art. 581, comma 1-ter c.p.p.), introdotta dalla Riforma Cartabia e successivamente abrogata, era stata concepita per garantire la certezza delle notifiche all’imputato nella fase di appello. Essa imponeva, a pena di inammissibilità, che l’atto di impugnazione delle parti private fosse accompagnato dalla dichiarazione o elezione di domicilio.

L’interpretazione rigida della norma aveva creato notevoli difficoltà pratiche, portando a numerose declaratorie di inammissibilità per motivi puramente formali. La questione centrale era se una precedente elezione di domicilio, già presente agli atti, potesse essere considerata valida anche per l’appello, soprattutto se l’imputato ne faceva esplicito riferimento nel nuovo atto.

L’Intervento Chiarificatore delle Sezioni Unite

Data l’incertezza interpretativa, la questione è stata rimessa alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione. Con una decisione del 24 ottobre 2024, le Sezioni Unite hanno stabilito un principio di diritto fondamentale: la norma deve essere interpretata nel senso che è sufficiente che l’impugnazione contenga “il richiamo espresso e specifico ad una precedente dichiarazione o elezione di domicilio e alla sua collocazione nel fascicolo processuale, tale da consentire l’immediata e inequivoca individuazione del luogo in cui eseguire la notificazione”.

In altre parole, non è necessario un nuovo deposito materiale del documento se l’atto di appello permette alla Corte di reperire facilmente e senza ambiguità la precedente dichiarazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Quinta Sezione Penale, nel decidere il ricorso, ha applicato direttamente il principio affermato dalle Sezioni Unite. I giudici hanno osservato che, nel caso di specie, l’impugnazione era stata presentata in un periodo in cui la norma era ancora in vigore (tra il 30 dicembre 2022 e il 24 agosto 2024).

L’esame dell’atto di appello ha permesso di verificare che vi era un “espresso richiamo al domicilio eletto” precedentemente. La stessa Corte di appello, pur dichiarando l’impugnazione inammissibile, aveva dato atto di aver rinvenuto senza difficoltà la dichiarazione del 3 maggio 2019, pur valutandola erroneamente come “inidonea”.

Alla luce del principio delle Sezioni Unite, tale richiamo era invece perfettamente idoneo a soddisfare il requisito di legge, poiché attualizzava il valore della precedente dichiarazione e ne consentiva l’immediato reperimento. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza di inammissibilità.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante punto fermo nell’interpretazione di norme processuali che possono avere un impatto significativo sul diritto di difesa. Si afferma un principio di ragionevolezza e di prevalenza della sostanza sulla forma: se lo scopo della norma (garantire la reperibilità dell’imputato) è raggiunto attraverso un richiamo chiaro ed esplicito a un atto già presente nel fascicolo, sanzionare l’imputato con l’inammissibilità dell’appello risulta una misura sproporzionata. La decisione della Cassazione ha quindi annullato il provvedimento impugnato e ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte di appello di Venezia affinché proceda con il giudizio di merito.

Per presentare appello è sempre necessario allegare una nuova dichiarazione di elezione di domicilio?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è necessario allegare una nuova dichiarazione se nell’atto di appello si fa un richiamo espresso e specifico a una precedente elezione di domicilio già presente nel fascicolo processuale, in modo da consentirne l’immediato reperimento.

Cosa succede se l’atto di appello si limita a menzionare una precedente elezione di domicilio senza allegarla?
Se il riferimento è chiaro, specifico e indica la collocazione dell’atto nel fascicolo, l’appello è ammissibile. La Corte ha stabilito che questo richiamo è sufficiente a soddisfare i requisiti della legge, in quanto attualizza il valore della precedente dichiarazione.

La norma che prevedeva questo obbligo è ancora in vigore?
No, l’art. 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale è stato abrogato dalla legge n. 114 del 9 agosto 2024. Tuttavia, i principi stabiliti dalla Cassazione continuano ad applicarsi a tutte le impugnazioni proposte nel periodo in cui la norma era vigente (fino al 24 agosto 2024).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati