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Elezione di domicilio: appello inammissibile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 43680/2024, ha confermato l’inammissibilità di un appello penale a causa di un difetto formale relativo all’elezione di domicilio. Richiamando un recente intervento delle Sezioni Unite, la Corte ha stabilito che, per le impugnazioni proposte fino al 24 agosto 2024, non è sufficiente una semplice menzione del domicilio eletto nell’atto di appello. È invece necessario un richiamo espresso e specifico al precedente atto di elezione e alla sua collocazione nel fascicolo processuale. La decisione sottolinea il rigore formale richiesto dalla legge, anche se successivamente abrogata.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Elezione di domicilio: quando un appello viene dichiarato inammissibile?

Nel labirinto delle norme procedurali, un dettaglio formale può determinare il destino di un’impugnazione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 43680/2024) ha ribadito l’importanza di rispettare scrupolosamente i requisiti previsti per l’atto di appello, con particolare riferimento all’elezione di domicilio. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere come un vizio, apparentemente minore, possa portare a una drastica dichiarazione di inammissibilità, precludendo l’esame nel merito del ricorso.

I fatti del caso

Un imputato, condannato in primo grado dal Tribunale, proponeva appello tramite il proprio difensore. La Corte d’appello, tuttavia, dichiarava l’impugnazione inammissibile. Il motivo? Nell’atto di appello si dava atto che l’imputato aveva eletto domicilio presso lo studio del suo avvocato, ma non era stata depositata, contestualmente all’impugnazione, la relativa dichiarazione o elezione di domicilio, come richiesto dall’articolo 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale (una norma introdotta dalla c.d. Riforma Cartabia e successivamente abrogata).

L’imputato, non dandosi per vinto, ricorreva in Cassazione, sostenendo che l’elezione di domicilio era già stata effettuata in una precedente udienza e che, pertanto, non fosse necessaria una nuova dichiarazione formale. La questione è giunta così all’attenzione della Suprema Corte.

L’interpretazione delle Sezioni Unite sull’elezione di domicilio

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, basando la propria decisione su un recentissimo e fondamentale intervento delle Sezioni Unite (camera di consiglio del 24/10/2024). Le Sezioni Unite sono intervenute per chiarire due punti cruciali:

1. Applicabilità della norma abrogata: Sebbene il comma 1-ter dell’art. 581 c.p.p. sia stato abrogato nell’agosto 2024, esso continua ad applicarsi a tutte le impugnazioni proposte prima del 24 agosto 2024. Il caso in esame rientrava in questo periodo transitorio.
2. Modalità di adempimento: La semplice esistenza di una precedente elezione di domicilio agli atti non è sufficiente. Le Sezioni Unite hanno stabilito che l’atto di impugnazione deve contenere un “richiamo espresso e specifico” alla precedente dichiarazione e alla sua collocazione nel fascicolo processuale. Questo richiamo deve essere tale da permettere una “immediata e inequivoca individuazione del luogo in cui eseguire la notificazione”.

Le motivazioni

Alla luce di questo principio, la Cassazione ha ritenuto che la mera enunciazione contenuta nell’atto di appello – «elettivamente domiciliato presso l’Avv. [omissis]» – non soddisfacesse il requisito richiesto. Questa formula, infatti, non richiamava specificamente il precedente atto con cui era avvenuta l’elezione di domicilio, né indicava dove tale atto potesse essere reperito all’interno del fascicolo processuale.

Secondo la Corte, la norma mirava a garantire la certezza e la rapidità delle notificazioni, un obiettivo che può essere raggiunto solo se l’ufficio giudiziario è messo in condizione di individuare senza incertezze il domicilio eletto. Un semplice riferimento generico non basta; è indispensabile un rinvio puntuale all’atto specifico. Di conseguenza, l’appello è stato correttamente dichiarato inammissibile dalla Corte territoriale.

Le conclusioni

La sentenza in commento, pur riferendosi a una norma non più in vigore per le nuove impugnazioni, offre una lezione di portata generale sul rigore formale nel processo penale. Dimostra come la forma non sia un mero orpello, ma una garanzia fondamentale per il corretto funzionamento della giustizia. Per i professionisti legali, la decisione sottolinea l’importanza di una redazione meticolosa degli atti processuali: un richiamo specifico e puntuale a un documento già presente nel fascicolo può fare la differenza tra l’accoglimento e l’inammissibilità di un’impugnazione, con conseguenze decisive per l’assistito.

Per gli appelli proposti prima del 24 agosto 2024, è sufficiente che l’elezione di domicilio sia già presente nel fascicolo processuale?
No. Secondo la sentenza, basata su un’interpretazione delle Sezioni Unite, l’atto di impugnazione deve contenere un richiamo espresso e specifico alla precedente dichiarazione di domicilio e alla sua esatta collocazione nel fascicolo, per consentirne l’immediata individuazione.

La norma che imponeva di depositare l’elezione di domicilio con l’appello (art. 581, comma 1-ter c.p.p.) è ancora in vigore?
No, la norma è stata abrogata dalla legge 9 agosto 2024, n. 114. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha chiarito che essa continua ad applicarsi a tutte le impugnazioni proposte fino al 24 agosto 2024.

Cosa intende la Corte per ‘mera enunciazione’ dell’elezione di domicilio e perché non è valida?
Per ‘mera enunciazione’ si intende la semplice affermazione nell’atto di appello di essere domiciliati presso il proprio difensore, senza però richiamare lo specifico e precedente atto formale con cui tale elezione è stata effettuata e senza indicarne la posizione nel fascicolo. Non è valida perché non soddisfa il requisito di consentire l’immediata e inequivoca individuazione del luogo per le notificazioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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