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Elezione di domicilio appello: basta il richiamo

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 43161/2024, ha stabilito che un appello non può essere dichiarato inammissibile se l’atto di impugnazione, pur non allegando una nuova dichiarazione di domicilio, contiene un richiamo espresso e specifico a una precedente elezione di domicilio già presente nel fascicolo processuale. Questa decisione chiarisce i requisiti per una valida elezione di domicilio appello, privilegiando un approccio sostanziale rispetto a un rigido formalismo.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Elezione di Domicilio Appello: La Cassazione Fa Chiarezza sul Richiamo all’Atto Precedente

Nel processo penale, i requisiti formali di un atto di impugnazione sono fondamentali per garantire il corretto svolgimento del giudizio. Tuttavia, un eccessivo formalismo può talvolta pregiudicare il diritto sostanziale alla difesa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 43161 del 2024, interviene su un punto cruciale: i requisiti della elezione di domicilio appello. La Corte ha stabilito che non è necessaria una nuova elezione di domicilio se l’atto di appello fa un richiamo specifico a quella già effettuata nel primo grado di giudizio.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da una decisione della Corte di Appello di Torino, che aveva dichiarato inammissibile l’appello presentato da un’imputata. La ragione? La mancata allegazione all’atto di impugnazione della dichiarazione o elezione di domicilio, come richiesto dall’articolo 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale (norma all’epoca vigente). L’imputata, tramite il suo difensore, ha quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo che nel corso del giudizio di primo grado aveva già eletto domicilio presso lo studio del legale e che tale elezione era stata espressamente menzionata nell’atto di appello.

Elezione di Domicilio Appello e la Decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio il provvedimento di inammissibilità e trasmettendo gli atti alla Corte di Appello per il giudizio. Il punto centrale della decisione si fonda su un recente intervento delle Sezioni Unite della stessa Corte, che ha fornito un’interpretazione chiara e pragmatica della norma in questione.

Nonostante l’articolo 581, comma 1-ter, c.p.p. sia stato successivamente abrogato, le Sezioni Unite hanno chiarito che la sua disciplina continua ad applicarsi alle impugnazioni proposte prima della sua abolizione (25 agosto 2024). La novità interpretativa, però, risiede nei requisiti per soddisfare tale adempimento.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha spiegato che la previsione normativa deve essere interpretata nel senso che è sufficiente che l’impugnazione contenga un richiamo espresso e specifico a una precedente dichiarazione o elezione di domicilio e alla sua esatta collocazione nel fascicolo processuale. Questo richiamo deve essere tale da consentire un’individuazione immediata e inequivocabile del luogo dove eseguire le notificazioni.

Nel caso di specie, i giudici hanno verificato che l’atto di appello conteneva proprio un riferimento esplicito all’elezione di domicilio effettuata in primo grado presso lo studio del difensore. Inoltre, l’atto di elezione di domicilio era facilmente reperibile nel fascicolo del Tribunale. Di conseguenza, la finalità della norma – garantire la certezza delle notifiche – era pienamente soddisfatta. Dichiarare l’appello inammissibile per un mero formalismo, in presenza di un dato facilmente verificabile, rappresentava una violazione del diritto di difesa.

Le Conclusioni

Questa sentenza è di grande importanza pratica per gli operatori del diritto. Essa sancisce un principio di ragionevolezza e di prevalenza della sostanza sulla forma. Non è necessario duplicare adempimenti già svolti se l’atto successivo contiene tutte le informazioni per individuarli senza incertezze. La decisione tutela il diritto di impugnazione dell’imputato, evitando che possa essere vanificato da interpretazioni eccessivamente rigorose di norme procedurali, soprattutto quando lo scopo della norma è comunque raggiunto. Si afferma, quindi, un equilibrio tra la necessità di ordine processuale e la garanzia fondamentale del diritto alla difesa.

Un appello è inammissibile se l’atto non allega fisicamente una nuova dichiarazione di domicilio?
No, non è inammissibile se l’atto di impugnazione contiene un richiamo espresso e specifico a una precedente elezione di domicilio già presente nel fascicolo processuale, che sia facilmente individuabile.

La recente abrogazione dell’art. 581, comma 1-ter c.p.p. si applica anche agli appelli depositati prima della sua entrata in vigore?
No. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito che la disciplina contenuta nell’art. 581, comma 1-ter, continua ad applicarsi a tutte le impugnazioni proposte fino al 24 agosto 2024, data precedente all’entrata in vigore della legge di abrogazione.

Cosa è sufficiente per soddisfare il requisito di indicazione del domicilio nell’atto di appello secondo la Cassazione?
È sufficiente che l’atto di appello contenga un richiamo chiaro e specifico a una precedente dichiarazione o elezione di domicilio e alla sua collocazione nel fascicolo, in modo da permettere l’immediata e inequivoca individuazione del luogo per le notificazioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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