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Effetto estensivo: annullata inammissibilità appello

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello che aveva dichiarato inammissibile un ricorso. L’errore del giudice di secondo grado è stato applicare retroattivamente una norma della Riforma Cartabia a una sentenza emessa prima della sua entrata in vigore. Grazie al principio dell’effetto estensivo dell’impugnazione, la decisione favorevole è stata estesa anche al coimputato che non aveva presentato ricorso.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

L’Effetto Estensivo dell’Impugnazione Corregge l’Errore sull’Applicazione della Riforma Cartabia

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 46037/2024, ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale: le norme non possono essere applicate retroattivamente, specialmente quando la legge stessa lo esclude. Il caso in esame ha visto l’annullamento di una declaratoria di inammissibilità di un appello, con l’importante applicazione del principio dell’effetto estensivo dell’impugnazione a beneficio del coimputato non ricorrente. Un’analisi approfondita di questa decisione ci permette di comprendere meglio la successione delle leggi processuali nel tempo e i meccanismi di garanzia nel processo penale.

I Fatti del Caso

Due individui venivano condannati in primo grado dal Tribunale di Palermo nel novembre 2022 per tentato sequestro di persona aggravato. La difesa di uno degli imputati presentava appello contro la sentenza. Tuttavia, la Corte d’Appello di Palermo, con una decisione del 10 aprile 2024, dichiarava il gravame inammissibile. La ragione addotta era il mancato rispetto delle nuove disposizioni introdotte dalla cosiddetta Riforma Cartabia (d.lgs. n. 150/2022), in particolare l’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale. Questa norma impone requisiti di forma più stringenti per l’impugnazione, specialmente per gli imputati giudicati in assenza. Contro tale declaratoria di inammissibilità, la difesa proponeva ricorso per Cassazione.

L’Errata Applicazione della Legge e l’Effetto Estensivo dell’Impugnazione

Il nucleo del ricorso in Cassazione si basava su un punto cruciale: la Corte d’Appello aveva applicato una norma entrata in vigore il 30 dicembre 2022 a una sentenza di primo grado che era stata pronunciata il 23 novembre 2022, quindi prima dell’efficacia della nuova legge. Il ricorrente sosteneva che ciò violasse le disposizioni transitorie della Riforma Cartabia stessa. L’art. 89, comma 3, del d.lgs. 150/2022 stabilisce infatti in modo esplicito che le nuove regole sull’appello si applicano “per le sole impugnazioni proposte avverso sentenze pronunciate in data successiva a quella di entrata in vigore del presente decreto”. La Corte d’Appello aveva quindi commesso un chiaro errore di diritto, ignorando il principio tempus regit actum (il tempo regola l’atto) e la specifica disciplina transitoria.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente le argomentazioni della difesa, ritenendo il ricorso fondato. I giudici hanno sottolineato come sia dirimente il dato temporale: la sentenza di primo grado era stata emessa prima del 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore delle nuove norme procedurali. Di conseguenza, l’appello non poteva essere soggetto ai nuovi e più rigorosi requisiti formali. La Corte di merito aveva erroneamente fondato la sua declaratoria di inammissibilità su una norma non applicabile al caso di specie. L’errore era talmente evidente che la Cassazione ha annullato la sentenza impugnata senza bisogno di un ulteriore rinvio per la decisione sulla questione procedurale, disponendo la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello per la celebrazione del giudizio di merito.

Le Conclusioni

La conclusione più significativa della sentenza non riguarda solo l’annullamento della decisione errata, ma anche l’applicazione dell’art. 587 c.p.p. sull’effetto estensivo dell’impugnazione. La Cassazione ha stabilito che, poiché il motivo del ricorso non era di natura esclusivamente personale ma riguardava un vizio procedurale comune a entrambi gli imputati, la decisione favorevole doveva estendersi anche al coimputato che non aveva presentato ricorso in Cassazione. Il suo appello, dichiarato inammissibile per la stessa identica (ed errata) ragione, è stato quindi ‘riabilitato’. Questa sentenza ribadisce l’importanza del rispetto delle norme transitorie e il valore garantista dell’effetto estensivo, che assicura parità di trattamento tra coimputati in situazioni processuali identiche, evitando ingiuste disparità basate sulla sola iniziativa processuale.

Le nuove regole sulle impugnazioni della Riforma Cartabia si applicano alle sentenze emesse prima del 30 dicembre 2022?
No, la Cassazione chiarisce che, in base alle disposizioni transitorie (art. 89, comma 3, d.lgs. 150/2022), le nuove norme come quella dell’art. 581, comma 1-quater c.p.p., si applicano solo alle sentenze pronunciate dopo la loro entrata in vigore (30 dicembre 2022).

Cos’è l’effetto estensivo dell’impugnazione e come ha funzionato in questo caso?
È il principio (art. 587 c.p.p.) per cui, in un processo con più imputati per lo stesso reato, l’accoglimento del ricorso di uno di loro per motivi non personali, come un errore procedurale, si estende anche agli altri coimputati. In questo caso, l’annullamento della sentenza di inammissibilità ha giovato anche al coimputato che non aveva presentato ricorso in Cassazione.

Cosa succede quando la Cassazione annulla una declaratoria di inammissibilità dell’appello?
La sentenza della Corte d’Appello che dichiarava l’inammissibilità viene annullata. Gli atti vengono trasmessi nuovamente alla stessa Corte d’Appello, che dovrà procedere a un nuovo giudizio per esaminare nel merito i motivi dell’appello originario, che era stato erroneamente bloccato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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