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Effetto devolutivo appello: Cassazione chiarisce limiti

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale della Libertà che revocava un sequestro preventivo. La decisione è stata presa per violazione del principio dell’effetto devolutivo appello, poiché il Tribunale aveva basato la sua decisione su un motivo (il difetto di motivazione originario) che non era stato sollevato dalla difesa nell’atto di appello. L’appello si fondava unicamente sulla richiesta di estendere gli effetti favorevoli di un’altra decisione, motivo ritenuto infondato. La Corte ha quindi riaffermato che il giudice d’appello non può decidere su questioni non devolute.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

L’Effetto Devolutivo dell’Appello: i Confini del Giudice

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 693 del 2024, ha riaffermato un principio cardine della procedura penale: l’effetto devolutivo appello. Questo principio stabilisce che il giudice del gravame può pronunciarsi esclusivamente sui punti della decisione impugnata che sono stati specificamente contestati dalla parte appellante. La pronuncia chiarisce che il giudice non può andare ultra petita, cioè oltre le richieste, annullando un provvedimento per motivi non dedotti. Analizziamo insieme il caso e la decisione della Suprema Corte.

Il Caso: Sequestro, Appello e la Decisione del Tribunale

La vicenda ha origine da un sequestro preventivo disposto sui beni di una società (chiamiamola Società A), il cui amministratore era indagato per reati ambientali. Inizialmente, la società non aveva impugnato il provvedimento di sequestro attraverso il riesame.

Successivamente, la difesa presentava un appello cautelare al Tribunale della Libertà, ma non per contestare la legittimità originaria del sequestro, bensì per chiedere l’estensione di una decisione favorevole ottenuta da un’altra società (la Società B) nello stesso procedimento. Il Tribunale, tuttavia, accoglieva l’appello e annullava il sequestro, non per il motivo richiesto dalla difesa, ma perché riteneva che il provvedimento originario mancasse di un’adeguata motivazione. In pratica, il Tribunale ha deciso su una questione che non gli era stata sottoposta.

Il Ricorso in Cassazione e l’effetto devolutivo appello

Il Pubblico Ministero ha prontamente impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando proprio la violazione dell’effetto devolutivo appello, sancito dall’art. 597 del codice di procedura penale. Secondo il ricorrente, il Tribunale aveva ecceduto i suoi poteri, decidendo su un punto – la mancanza di motivazione originaria – che non faceva parte dei motivi di appello proposti dalla difesa. L’appello della Società A era, infatti, circoscritto alla sola richiesta di estensione degli effetti favorevoli di un’altra sentenza, questione peraltro già rigettata in precedenti occasioni.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno ricordato che l’appello cautelare, disciplinato dall’art. 310 c.p.p., ha una natura puramente devolutiva. Questo significa che la cognizione del giudice è rigorosamente limitata ai punti della decisione che sono stati oggetto dei motivi di impugnazione.

A differenza del procedimento di riesame, dove il Tribunale può annullare un provvedimento anche per motivi diversi da quelli enunciati, nell’appello il principio del tantum devolutum quantum appellatum è pienamente applicabile. Il Tribunale della Libertà ha commesso un errore nel desumere l’eccezione di mancanza di motivazione da un atto (un’istanza di revoca precedente) del tutto estraneo al procedimento di appello in corso. Così facendo, ha esteso d’ufficio la propria cognizione a una questione non dedotta, violando l’art. 597 c.p.p. e travalicando i limiti imposti dall’effetto devolutivo appello.

Le conclusioni

Per queste ragioni, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata. La conseguenza pratica è che il sequestro preventivo a carico della Società A torna a essere pienamente efficace. La sentenza rappresenta un’importante riaffermazione della rigida applicazione del principio devolutivo nei procedimenti di appello cautelare. Il messaggio è chiaro: le parti devono definire con precisione l’oggetto della controversia nei loro motivi di appello, e il giudice non può sostituirsi ad esse introducendo d’ufficio questioni non sollevate.

Cos’è l’effetto devolutivo dell’appello e come limita il potere del giudice?
È un principio fondamentale secondo cui il giudice d’appello può esaminare e decidere solo sui punti specifici della sentenza di primo grado che sono stati contestati nell’atto di impugnazione. Questo impedisce al giudice di pronunciarsi su altre questioni non sollevate dalle parti.

Può un giudice d’appello annullare un provvedimento per una ragione non indicata nei motivi di ricorso?
No. Secondo la Corte di Cassazione, nel procedimento di appello (anche cautelare), il giudice è vincolato ai motivi presentati dalla parte che impugna. Annullare un provvedimento per ragioni diverse, non dedotte nell’atto di appello, costituisce una violazione del principio devolutivo e un eccesso di potere.

Cosa significa che la Corte di Cassazione annulla un’ordinanza “senza rinvio”?
Significa che la decisione della Corte è definitiva e conclude il procedimento incidentale. L’ordinanza annullata perde ogni efficacia e non viene trasmessa a un altro giudice per una nuova decisione. Nel caso specifico, l’annullamento dell’ordinanza di revoca del sequestro comporta che il sequestro stesso torni a essere pienamente valido ed efficace.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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