Sentenza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 25785 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 2 Num. 25785 Anno 2025
Presidente: IMPERIALI NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 13/06/2025
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nata a CARLANTINO il 19/11/1964
avverso l’ordinanza del 03/02/2025 del TRIBUNALE RIESAME di ROMA
visti gli atti, letto il ricorso dell’Avv. COGNOME udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
lette le conclusioni del Pubblico ministero, nella persona del Sostituto P.G. NOME
SASSONE.
ricorso trattato con rito cartolare in assenza di richiesta ex art. 611, comma 1-bis, lett. a) c.p.p.
RITENUTO IN FATTO
Con provvedimento del 15/04/2024, il Tribunale di Roma, X^ Sezione in composizione collegiale, rigettava la richiesta di dissequestro dei beni di proprietà di COGNOME NOME (costituiti da una polizza vita e un conto corrente bancario intestati al COGNOME e in relazione ai quali NOME, moglie del COGNOME ed odierna ricorrente era rispettivamente beneficiaria e delegata ad operare), sottoposti a sequestro preventivo con decreto del Gip del Tribunale di Roma del 16/11/2012 in ordine a reati fiscali contestati al COGNOME. Il Tribunale motivava il rigetto sull’assenza di fatti nuovi rispetto ai precedenti provvedimenti con cui aveva respinto analoghe istanze e stante la preclusione, in sede incidentale, ad una disamina complessiva delle prove raccolte, da effettuarsi, invece, nella fase decisionale sul merito della res iudicanda, in corso dinanzi al Tribunale.
NOME NOME impugnava la decisione del Tribunale collegiale dinanzi al Tribunale del riesame di Roma che, con ordinanza del 24/04/2024, dichiarava inammissibile l’appello “in quanto risulta del tutto disallineato rispetto al tenore della stessa richiesta e del provvedimento impugnato”.
Avverso tale provvedimento Maggio NOMECOGNOME a mezzo del difensore di fiducia e procuratore speciale, ricorre per cassazione.
La difesa affida il ricorso a tre motivi con cui denuncia:
3.1. “Violazione dell’art. 321 cod. proc. pen. per la irragionevole ed immotivata durata del sequestro preventivo (quasi 13 anni a fronte di un processo ancora alla fase dibattimentale che aveva registrato l’ennesimo rinvio all’udienza del 28/03/2025 per le conclusioni), per sua natura destinato a venire meno in termini ragionevoli in conseguenza di una pronuncia di merito da parte dell’autorità giudiziaria e omessa motivazione sul punto, malgrado specifica impugnazione della difesa”.
3.2. “Violazione dell’art. 507 cod. proc. pen. nei suoi presupposti essenziali: prova assolutamente necessaria e novità della stessa, in relazione all’unico teste già sentito nella ricostruzione alla base del procedimento cautelare, non essendo emerso nel corso delle successive istruttorie circostanze nuove o in contrasto con quanto dal Monaco dichiarato e, quindi, necessità di chiarimenti, essendo l’unico teste sulle circostanze e fatti di cui ai capi di imputazione”;
3.3. “Incostituzionalità dell’art. 321 cod. proc. pen., in relazione agli artt. 42 e 27 Cost., nella parte in cui non preveda limiti temporali circa la durata della misura cautelare prima id una pronuncia nel merito da parte dell’autorità giudiziaria, in relazione alla presunzione di non colpevolezza dell’imputato”.
Il P.G. presso questa Corte, con requisitoria del 14/05/2025, ha concluso per il rigetto del ricorso.
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5. Con nota dell’11/06/2025, la difesa della ricorrente ha allegato copia del dispositivo della sentenza del Tribunale collegiale di Roma, emesso all’udienza del
9/06/2025, da cui risulta che COGNOME NOME è stato assolto, con la formula perché
il fatto non sussiste, in ordine ai reati tributari da cui dipendeva il sequestro preventivo disposto dal Gip del Tribunale di Roma con decreto del 16/11/2012, di
cui lo stesso Tribunale ha al contempo dichiarato la perdita di efficacia. Il difensore ha, pertanto, insistito per l’annullamento senza rinvio del provvedimento
impugnato.
CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Il ricorso è inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse.
2. Come indicato in premessa, l’istanza di dissequestro da cui origina il presente procedimento incidentale era volta ad ottenere la revoca del sequestro
preventivo disposto dal Gip del Tribunale di Roma in data 16/11/2012, avente ad oggetto la polizza vita n. 31000169411 di cui la ricorrente risulta beneficiaria ed il
conto corrente bancario n. 2000 acceso presso la BNL intestato al marito COGNOME
NOME e in relazione al quale la NOME NOME, quale coniuge, ha la delega ad operare.
Il vincolo reale risulta essere stato apposto in relazione ai reati fiscali di omessa e/o infedele dichiarazione dei redditi contestati al COGNOME e compendiati ai capi di imputazione BB1), BB2), BB4) e BB5), per come anche specificato dalla difesa nella memoria depositata al Tribunale del riesame ove si contestava, in relazione a dette fattispecie, la sussistenza del fumus commissi delicti.
Dalle allegazioni della difesa risulta che il COGNOME è stato assolto riguardo ai reati su cui si fondava il sequestro dei beni oggetto dell’istanza di restituzione, con la formula perché il fatto non sussiste, con sentenza resa all’udienza del 9 giugno 2025 del Tribunale collegiale di Roma X^ Sezione penale (che, come precisato in premessa, aveva rigettato nelle more del processo, l’istanza di dissequestro del COGNOME del 5 aprile 2024, poi appellata dalla ricorrente con un autonomo atto di impugnazione dinanzi al Tribunale del riesame di Roma, il cui provvedimento di rigetto è impugnato col presente ricorso per cassazione).