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Domanda cautelare: nullo il sequestro diverso dal P.M.

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di sequestro preventivo contro una società. La decisione si fonda sulla violazione del principio della domanda cautelare: il Pubblico Ministero aveva richiesto un sequestro finalizzato alla confisca, ma il Giudice aveva disposto un sequestro con finalità impeditiva. Secondo la Corte, il Giudice non può modificare la natura della misura richiesta, poiché le due tipologie di sequestro hanno presupposti e finalità differenti. L’ordinanza è stata quindi annullata senza rinvio.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Domanda Cautelare: Se il Giudice Sbaglia Tipo di Sequestro, l’Atto è Nullo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione penale ha riaffermato un principio fondamentale in materia di misure cautelari reali: il rispetto del principio della domanda cautelare. Con la pronuncia in esame, i Giudici Supremi hanno annullato un sequestro preventivo disposto nei confronti di una società, poiché il provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) aveva una finalità diversa da quella richiesta dal Pubblico Ministero. Questa decisione sottolinea il rigido vincolo del giudice alla richiesta della pubblica accusa, a garanzia della legalità e del diritto di difesa.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un’indagine per il reato di estorsione. Il Pubblico Ministero aveva richiesto al G.i.p. di disporre un sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni di una società, ai sensi dell’art. 321, comma 2, del codice di procedura penale. Tuttavia, il G.i.p. emetteva un provvedimento di sequestro che, nelle sue motivazioni, si configurava come un sequestro preventivo ‘impeditivo’, disciplinato dal comma 1 dello stesso articolo. La società impugnava l’ordinanza, sostenendo che vi fosse stata una violazione del principio della domanda cautelare e un vizio di ultra-petizione, poiché il giudice aveva emesso una misura non richiesta. Il Tribunale del riesame confermava il provvedimento, spingendo la società a ricorrere in Cassazione.

Le Due Anime del Sequestro Preventivo e il Principio della Domanda Cautelare

Per comprendere la decisione, è essenziale distinguere le due tipologie di sequestro preventivo:
1. Sequestro Impeditivo (art. 321, co. 1 c.p.p.): Ha lo scopo di impedire che l’uso di un bene pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze del crimine o favorire la commissione di altri reati. Il presupposto è il periculum derivante dalla pericolosità della cosa in relazione al reato.
2. Sequestro Finalizzato alla Confisca (art. 321, co. 2 c.p.p.): Ha la funzione di ‘congelare’ un bene che potrebbe essere oggetto di confisca con la sentenza definitiva, per evitare che nel frattempo venga disperso, venduto o distrutto. Il presupposto è il periculum in mora, cioè il rischio concreto che il tempo del processo possa vanificare la successiva misura ablativa.

Il principio della domanda cautelare impone che il giudice debba decidere sulla base della specifica richiesta del P.M., senza poterla modificare. Se viene chiesto un sequestro per confisca, il giudice deve valutare la sussistenza del periculum in mora; se invece viene chiesto un sequestro impeditivo, deve valutare la pericolosità intrinseca del bene. Non può scambiare i due piani.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della società, ritenendolo fondato. Analizzando gli atti, i giudici hanno constatato che la richiesta del P.M. era inequivocabilmente orientata a un sequestro finalizzato alla confisca. Al contrario, sia il G.i.p. che il Tribunale del riesame avevano motivato il provvedimento sulla base di presupposti tipici del sequestro impeditivo.

Nelle loro ordinanze, i giudici di merito si erano soffermati sulla ‘strumentalità’ della società alla realizzazione del reato e sul pericolo che la sua libera disponibilità potesse ‘aggravare o protrarre le conseguenze del reato’. Queste argomentazioni, secondo la Cassazione, sono pertinenti esclusivamente al sequestro impeditivo (comma 1). Mancava, invece, qualsiasi riferimento al periculum in mora, ovvero alle ragioni specifiche per cui si riteneva necessario anticipare l’effetto della confisca, temendo una dispersione dei beni. Questa discrepanza tra il richiesto e il disposto ha determinato un vizio insanabile del provvedimento, per violazione di legge e del principio della domanda cautelare.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e il provvedimento genetico del G.i.p., disponendo la restituzione dei beni alla società. La sentenza ribadisce con forza che il giudice cautelare non ha il potere di sostituire la propria valutazione a quella del P.M. riguardo alla finalità della misura. Le differenze strutturali e finalistiche tra le due forme di sequestro preventivo sono tali da non consentire alcuna fungibilità. Un provvedimento che si discosta dalla domanda del P.M. è affetto da un vizio di motivazione che ne determina la nullità, non potendo nemmeno essere ‘sanato’ dal giudice del riesame. Questa pronuncia rappresenta un importante baluardo a tutela della legalità processuale e del diritto delle parti a confrontarsi su una richiesta cautelare chiara e definita.

Può un giudice disporre un sequestro preventivo con finalità diverse da quelle richieste dal pubblico ministero?
No. Secondo la sentenza, il giudice è strettamente vincolato dal principio della domanda cautelare. Se il P.M. chiede un sequestro finalizzato alla confisca, il giudice non può disporre un sequestro con finalità impeditiva, poiché le due misure hanno presupposti giuridici e scopi differenti. Un’azione del genere rende il provvedimento nullo.

Qual è la differenza fondamentale tra sequestro impeditivo e sequestro finalizzato alla confisca?
Il sequestro impeditivo mira a fermare l’uso di un bene per commettere o continuare un reato. Il sequestro finalizzato alla confisca, invece, serve a garantire che un bene, considerato profitto o strumento del reato, sia disponibile per essere confiscato alla fine del processo, impedendone la dispersione (il cosiddetto ‘periculum in mora’).

Cosa succede se la motivazione di un’ordinanza di sequestro non corrisponde alla richiesta del P.M.?
Il provvedimento è viziato e deve essere annullato. Nel caso di specie, la motivazione si basava sul pericolo di reiterazione del reato (tipico del sequestro impeditivo), mentre la richiesta del P.M. era per un sequestro finalizzato alla confisca, che avrebbe richiesto una motivazione sul pericolo di dispersione dei beni. Questa discrepanza costituisce una violazione di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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