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Documento contraffatto: quando scatta l’aggravante

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per possesso e fabbricazione di un documento contraffatto. La Corte chiarisce che chiunque partecipi alla creazione di un documento falso, anche solo apponendo la propria foto, risponde del reato in forma aggravata ai sensi dell’art. 497 bis, comma 2, c.p., a prescindere dal fatto che l’uso previsto sia meramente personale. La condotta di semplice possesso per uso personale, meno grave, è configurabile solo quando il detentore non ha contribuito alla falsificazione.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Documento Contraffatto per Uso Personale: La Cassazione Chiarisce i Limiti

La gestione di un documento contraffatto solleva complesse questioni legali, specialmente quando l’uso previsto è puramente personale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sulla differenza cruciale tra il semplice possesso e la partecipazione attiva alla falsificazione, delineando quando si applica l’ipotesi di reato aggravata. La pronuncia chiarisce che chi fabbrica, anche parzialmente, un documento falso, non può beneficiare del trattamento sanzionatorio più mite previsto per chi lo detiene soltanto per uso personale.

Il Caso in Esame: Un Passaporto Falso per Uso Personale

La vicenda trae origine dalla condanna, confermata in appello dalla Corte di Milano, di un individuo per il delitto di possesso e fabbricazione di un passaporto contraffatto. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la sua condotta dovesse essere inquadrata in un’ipotesi meno grave. La sua tesi difensiva si basava sul fatto che il documento era destinato a un uso strettamente personale, e che quindi mancasse l’elemento necessario per giustificare la maggiore gravità della pena prevista dalla forma aggravata del reato.

La Questione Giuridica sul Documento Contraffatto

Il nucleo del problema giuridico ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 497 bis del codice penale, che disciplina il possesso e la fabbricazione di documenti di identificazione falsi. La norma prevede due diverse fattispecie:
1. Comma 1: Punisce il possesso di un documento falso valido per l’espatrio, quando finalizzato all’uso personale.
2. Comma 2: Prevede una pena più severa per chi fabbrica il documento o ne è in possesso al di fuori dei casi di uso personale.

L’imputato sosteneva che il suo caso rientrasse nella prima ipotesi, meno grave. La Corte di Cassazione è stata chiamata a chiarire se chi partecipa attivamente alla creazione del documento contraffatto possa comunque invocare la finalità di uso personale per evitare l’aggravante.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici hanno chiarito che la Corte d’Appello ha correttamente applicato la normativa e i principi giurisprudenziali consolidati. La ratio della distinzione operata dall’art. 497 bis c.p. è quella di punire in modo più significativo chi fabbrica o forma il documento, rispetto a chi semplicemente lo possiede per uso personale.

Nel caso specifico, era emerso che l’imputato aveva partecipato attivamente alla contraffazione del passaporto, apponendo sul documento la propria fotografia. Questo atto di contribuzione materiale alla falsificazione è sufficiente, secondo la Corte, a integrare la condotta prevista dal comma 2, ovvero quella aggravata. I giudici hanno sottolineato che l’ipotesi meno grave del possesso per uso personale (comma 1) si applica solo e soltanto se il possessore non ha in alcun modo contribuito a creare il falso. La partecipazione alla fabbricazione, anche se finalizzata a un uso personale, fa scattare automaticamente l’aggravante, poiché la legge intende colpire più duramente la creazione del falso in sé.

Le Conclusioni: Fabbricazione e Possesso, una Differenza Cruciale

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio chiaro: la distinzione tra la fattispecie base e quella aggravata nel reato di documento contraffatto non dipende solo dalla finalità d’uso, ma anche dal ruolo del soggetto. Se l’individuo si limita a possedere un documento falso creato da altri per farne uso personale, si applicherà la pena più mite. Se, al contrario, contribuisce in qualsiasi modo alla sua fabbricazione, risponderà del reato in forma aggravata, a prescindere dall’uso che intendeva farne. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile e il ricorrente condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

Posso essere punito più gravemente se creo un documento falso solo per mio uso personale?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, chi partecipa alla fabbricazione di un documento di identificazione falso (ad esempio, apponendo la propria foto) commette il reato aggravato previsto dall’art. 497 bis, comma secondo, del codice penale, anche se l’intenzione è di farne un uso esclusivamente personale.

Qual è la differenza tra il semplice possesso di un documento falso e la sua fabbricazione?
Il semplice possesso di un documento falso per uso personale è punito in modo meno severo (art. 497 bis, comma primo, c.p.) solo se il possessore non ha partecipato in alcun modo alla sua contraffazione. La fabbricazione o la partecipazione alla creazione del documento, invece, costituisce un’ipotesi di reato più grave, punita dal secondo comma dello stesso articolo.

Cosa ha deciso la Corte nel caso specifico?
La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’imputato, confermando la sua condanna. Ha stabilito che, avendo egli partecipato alla contraffazione del passaporto apponendo la propria fotografia, la sua condotta rientrava correttamente nell’ipotesi aggravata del reato, a prescindere dal fatto che il documento fosse destinato a un uso personale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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