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Dissequestro temporaneo: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 47541/2024, ha stabilito un principio procedurale cruciale in materia di sequestro preventivo. La Corte ha chiarito che una richiesta di dissequestro temporaneo di un bene, finalizzata a compiere lavori urgenti, attiene alle modalità esecutive della misura cautelare e non alla sua legittimità. Di conseguenza, lo strumento corretto per contestare il diniego non è l’appello, bensì l’opposizione tramite incidente di esecuzione. La sentenza annulla l’ordinanza del Tribunale che aveva erroneamente dichiarato inammissibile il ricorso, restituendo gli atti per la decisione nel merito.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Dissequestro Temporaneo: Quale Rimedio Processuale? La Cassazione Fa Chiarezza

Nel complesso panorama della procedura penale, la scelta dello strumento processuale corretto è fondamentale per la tutela dei propri diritti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 47541/2024) getta luce su una questione specifica ma di grande rilevanza pratica: come contestare un provvedimento relativo a un dissequestro temporaneo di un bene sottoposto a sequestro preventivo. La Corte ha stabilito un principio netto, distinguendo tra l’impugnazione della legittimità della misura e la contestazione delle sue modalità esecutive.

I Fatti del Caso

Il caso nasce dalla richiesta del legale rappresentante di una società di ottenere il dissequestro temporaneo di un immobile di sua proprietà, una villa, sottoposto a sequestro preventivo da diversi anni. L’obiettivo era quello di eseguire dei lavori necessari per eliminare una situazione di pericolo precedentemente accertata. Il Tribunale competente si pronunciava sulla richiesta e, avverso tale decisione, la società proponeva opposizione tramite l’istituto dell’incidente di esecuzione.

A sorpresa, il Tribunale dichiarava l’opposizione inammissibile, ritenendo che lo strumento corretto non fosse l’incidente di esecuzione, bensì l’appello previsto per le misure cautelari reali. Di fronte a questa decisione, la società ricorreva per Cassazione, lamentando un’errata applicazione della legge processuale.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Dissequestro Temporaneo

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata e disponendo la trasmissione degli atti al Tribunale di Napoli per la decisione nel merito. La Cassazione ha pienamente condiviso le argomentazioni del Procuratore Generale, affermando che il Tribunale aveva commesso un errore nel declinare la propria competenza a decidere sull’opposizione.

Il punto centrale della decisione è che le questioni riguardanti le modalità di esecuzione di un sequestro preventivo non sono né appellabili né ricorribili per cassazione in via diretta. Esse devono essere proposte e risolte in sede di incidente di esecuzione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. La motivazione ruota attorno alla distinzione fondamentale tra due piani di contestazione:

1. Legittimità della Misura: Riguarda la sussistenza delle condizioni per l’applicazione del sequestro (il cosiddetto fumus commissi delicti e il periculum in mora). Questo tipo di contestazione si effettua con gli strumenti di impugnazione tipici, come il riesame o l’appello cautelare.

2. Modalità Esecutive della Misura: Riguarda tutti gli aspetti pratici e gestionali del sequestro una volta che è stato disposto. In questa categoria rientrano questioni come l’autorizzazione ad accedere ai luoghi, la nomina di un amministratore o, come nel caso di specie, il dissequestro temporaneo per l’esecuzione di lavori.

Secondo la Corte, una richiesta di dissequestro temporaneo non mette in discussione la validità del sequestro, ma ne chiede una specifica modalità attuativa per un fine circoscritto (eseguire lavori). Di conseguenza, non si tratta di un’impugnazione, ma di una questione esecutiva. Lo strumento processuale designato dal legislatore per risolvere tali controversie è proprio l’incidente di esecuzione (art. 667, comma 4, c.p.p.). Il Tribunale, ritenendo che il provvedimento fosse appellabile, ha errato nell’individuare la natura della questione sottoposta al suo esame.

Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio procedurale di notevole importanza pratica. Chiunque si trovi a dover gestire un bene sotto sequestro preventivo e necessiti di compiere attività urgenti o necessarie, deve sapere che la via maestra per ottenere un’autorizzazione o un dissequestro temporaneo è quella dell’incidente di esecuzione. Confondere questo strumento con l’appello può portare a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente spreco di tempo e risorse. La pronuncia della Cassazione offre quindi una guida chiara agli operatori del diritto, garantendo una maggiore certezza sulle corrette vie procedurali da intraprendere per la gestione delle misure cautelari reali.

Qual è lo strumento corretto per contestare le modalità di esecuzione di un sequestro preventivo, come una richiesta di dissequestro temporaneo?
Secondo la Corte di Cassazione, lo strumento processuale corretto è l’incidente di esecuzione, previsto dall’art. 667, comma 4, del codice di procedura penale, e non l’appello.

Perché una richiesta di dissequestro temporaneo non riguarda la legittimità del sequestro?
Perché non contesta la validità o la necessità del vincolo cautelare in sé, ma si limita a chiedere una modifica temporanea delle modalità di esecuzione per consentire lo svolgimento di attività specifiche, come lavori urgenti, sull’immobile.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione riguardo all’ordinanza del Tribunale che aveva dichiarato inammissibile l’opposizione?
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza, riconoscendo l’errore del Tribunale, e ha disposto la trasmissione degli atti allo stesso Tribunale affinché proceda a esaminare e decidere nel merito l’opposizione presentata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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