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Dissequestro temporaneo: il rimedio è l’opposizione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la richiesta di dissequestro temporaneo di un bene sottoposto a sequestro preventivo attiene alle modalità di esecuzione della misura e non alla sua legittimità. Di conseguenza, il rimedio giuridico corretto contro il provvedimento di rigetto non è l’appello cautelare, ma l’opposizione dinanzi allo stesso giudice che ha emesso la decisione, secondo la procedura dell’incidente di esecuzione. La Corte ha quindi annullato l’ordinanza che aveva erroneamente dichiarato inammissibile l’opposizione proposta dall’interessato.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Dissequestro Temporaneo: Quando il Rimedio Corretto è l’Opposizione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 26277/2025) offre un chiarimento fondamentale sul corretto percorso processuale da seguire in caso di diniego di un’istanza di dissequestro temporaneo. La pronuncia stabilisce un principio cardine: tale richiesta non mette in discussione la legittimità del sequestro, ma ne riguarda le modalità esecutive. Per questo motivo, il rimedio esperibile non è l’appello cautelare, bensì l’opposizione in sede di incidente di esecuzione. Analizziamo insieme la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dal sequestro preventivo di un fabbricato a Napoli, disposto dal G.I.P. nel 2020 per reati edilizi. Il legale rappresentante della società proprietaria dell’immobile presentava un’istanza al Tribunale per ottenere il dissequestro temporaneo del bene, al fine di eseguire le necessarie opere di ripristino.

Il giudice monocratico rigettava la richiesta. Contro questa decisione, l’interessato proponeva opposizione ai sensi dell’art. 667, comma 4, del codice di procedura penale. Tuttavia, il Tribunale dichiarava l’opposizione inammissibile, sostenendo che il rimedio corretto avrebbe dovuto essere l’appello cautelare previsto dall’art. 322 bis c.p.p. La questione giungeva così all’esame della Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica sul Dissequestro Temporaneo

Il nodo cruciale della controversia era determinare la natura giuridica dell’istanza di dissequestro temporaneo e, di conseguenza, il giusto strumento di impugnazione contro un provvedimento di rigetto. Si fronteggiavano due tesi:

1. La tesi del Tribunale: Il diniego di dissequestro è un atto che incide sulla misura cautelare, pertanto va contestato con l’appello cautelare, strumento tipico per le impugnazioni in questo ambito.
2. La tesi della difesa: Il dissequestro temporaneo non contesta la validità o la necessità del sequestro in sé, ma chiede una modifica delle sue modalità esecutive per consentire un accesso limitato al bene. Rientra, quindi, nell’ambito dell’esecuzione dei provvedimenti e va gestito tramite l’incidente di esecuzione, il cui rimedio è l’opposizione.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi difensiva, ritenendo fondato il ricorso. I giudici hanno chiarito che figure come il cosiddetto “dissequestro temporaneo” o l’autorizzazione ad accedere ai luoghi sequestrati non attengono alla verifica della sussistenza delle condizioni per l’applicazione della misura cautelare. Al contrario, esse riguardano esclusivamente le modalità di esecuzione del sequestro.

L’obiettivo di tali istanze è consentire un ingresso momentaneo nel bene secondo modalità rigorosamente prestabilite, senza intaccare la validità e l’efficacia del vincolo. Di conseguenza, le questioni relative a queste richieste devono essere proposte in sede di incidente di esecuzione, come disciplinato dagli articoli 665 e seguenti del codice di procedura penale. Il rimedio corretto avverso una decisione presa dal giudice dell’esecuzione senza formalità è, appunto, l’opposizione dinanzi allo stesso giudice, ai sensi dell’art. 667, comma 4, c.p.p. Pertanto, il Tribunale aveva errato nel dichiarare inammissibile l’opposizione, confondendo il piano della legittimità della misura con quello della sua esecuzione.

Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e ha disposto la trasmissione degli atti al Tribunale di Napoli per l’ulteriore corso, ovvero per la trattazione nel merito dell’opposizione. Questa sentenza consolida un importante principio procedurale: le richieste che modulano l’esecuzione di una misura cautelare reale, come il dissequestro temporaneo, appartengono alla fase esecutiva. Ciò implica che le parti devono utilizzare gli strumenti propri di quella fase, come l’opposizione, evitando di incorrere in dichiarazioni di inammissibilità che possono ritardare o precludere la tutela dei propri diritti.

Qual è il rimedio corretto contro un provvedimento che nega il dissequestro temporaneo di un immobile sotto sequestro preventivo?
Il rimedio corretto è l’opposizione davanti allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento, da trattare secondo le regole dell’incidente di esecuzione (art. 667, comma 4, c.p.p.), e non l’appello cautelare.

Perché il dissequestro temporaneo rientra nella fase di esecuzione e non in quella cautelare?
Perché non riguarda la sussistenza delle condizioni per l’applicazione della misura (cioè la legittimità del sequestro), ma attiene alle modalità di esecuzione del provvedimento, consentendo un ingresso momentaneo e controllato nel bene per scopi specifici.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione nel caso specifico?
La Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza che aveva dichiarato inammissibile l’opposizione, disponendo la trasmissione degli atti al Tribunale di Napoli affinché proceda a esaminare l’opposizione nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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