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Disobbedienza militare: ordine mascherina legittimo

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per disobbedienza militare a carico di un soldato che si era rifiutato di indossare la mascherina, come ordinato da un superiore. La Corte ha stabilito che l’ordine era legittimo, in quanto rientrava nei poteri del comandante per garantire la salute e la sicurezza durante le operazioni di servizio, anche se basato su una raccomandazione sanitaria e non su un obbligo di legge. Le convinzioni personali del militare sull’inutilità del dispositivo non costituiscono una giustificazione per la disobbedienza militare. La Corte ha inoltre escluso l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data la gravità della condotta e le sue conseguenze sul servizio.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Disobbedienza Militare: Rifiutare l’Ordine sulla Mascherina è Reato

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 29668/2025, affronta un caso emblematico di disobbedienza militare legato al rifiuto di un soldato di indossare una mascherina protettiva. La decisione chiarisce i confini della legittimità degli ordini impartiti dai superiori e l’irrilevanza delle convinzioni personali del subordinato, anche quando l’obbligo non discende direttamente da una legge generale ma da una disposizione interna finalizzata a tutelare la salute nell’ambiente di lavoro.

Il Caso: Il Rifiuto di Indossare la Mascherina

Un militare, durante lo svolgimento di operazioni concorsuali, si rifiutava di obbedire all’ordine, impartito e più volte reiterato da un superiore, di indossare la mascherina protettiva. La sua difesa si basava sull’argomentazione che l’ordine fosse illegittimo, in quanto l’obbligo generalizzato di indossare la mascherina era cessato con la fine dello stato di emergenza pandemico e residuava solo una mera raccomandazione. Secondo il militare, l’ordine era in contrasto con norme superiori e ledeva il suo diritto alla libertà personale.

La Decisione dei Giudici di Merito: un Contrasto Interpretativo

Il percorso giudiziario del caso è stato caratterizzato da un netto contrasto tra il primo e il secondo grado di giudizio:
* Il Tribunale di primo grado aveva assolto il militare, ritenendo l’ordine “giuridicamente inesistente”. Secondo il primo giudice, non essendo un obbligo di legge, ma una semplice raccomandazione, il comandante non aveva il potere di imporla, rendendo di conseguenza il rifiuto del subordinato non punibile.
* La Corte Militare di Appello, al contrario, ha riformato la sentenza e condannato il militare. I giudici d’appello hanno sostenuto che il comandante avesse la piena competenza e responsabilità in materia di salute e sicurezza del personale. Pertanto, l’ordine di indossare la mascherina, finalizzato a prevenire contagi in un ambiente affollato come quello di un concorso, era pienamente legittimo e rientrava nei suoi poteri organizzativi.

L’Analisi della Cassazione sulla Disobbedienza Militare

La Corte di Cassazione, chiamata a decidere sul ricorso del militare, ha confermato la sentenza di condanna della Corte d’Appello, rigettando tutte le doglianze della difesa. L’analisi della Suprema Corte si è concentrata su alcuni punti cardine del reato di disobbedienza militare.

La Legittimità dell’Ordine del Superiore

I giudici hanno stabilito che l’ordine impartito era legittimo e attinente al servizio e alla disciplina. Il fatto che fosse basato su una raccomandazione sanitaria non lo rendeva illegittimo. Al contrario, il comandante, in virtù della sua posizione e delle sue responsabilità, ha il dovere di adottare le misure che ritiene opportune per la tutela della salute di tutto il personale coinvolto nelle operazioni. L’ordine, quindi, non era un atto arbitrario, ma una concreta manifestazione del potere-dovere di organizzazione e protezione.

Limiti all’Obbligo di Obbedienza

La Corte ha ribadito un principio fondamentale dell’ordinamento militare: il dovere di obbedienza trova un limite solo di fronte a un ordine manifestamente rivolto contro le istituzioni dello Stato o la cui esecuzione costituisca, a sua volta, un reato. Al di fuori di questi casi estremi, il militare è tenuto a eseguire l’ordine, pur potendo esprimere le proprie rimostranze secondo le procedure previste (art. 729 D.P.R. n. 90/2010), ma senza potersi sottrarre all’esecuzione se l’ordine viene confermato.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Cassazione si fondano sulla netta distinzione tra la legalità dell’ordine e l’opinione personale del militare sulla sua opportunità o efficacia. I giudici hanno chiarito che il reato di disobbedienza si perfeziona con il semplice rifiuto di eseguire un ordine legittimo; l’elemento psicologico richiesto è il dolo generico, ovvero la coscienza e volontà di non obbedire, indipendentemente dalle ragioni personali che motivano il rifiuto. L’eventuale errore del militare sulla legittimità dell’ordine è stato qualificato come un irrilevante errore di diritto, che non esclude la punibilità. Infine, la Corte ha negato l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), sottolineando che la condotta aveva avuto un’offensività concreta, avendo creato un intralcio al servizio e richiesto la sostituzione del militare inadempiente.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio chiave nell’ambito militare: la struttura gerarchica e la disciplina richiedono l’esecuzione degli ordini attinenti al servizio, salvo i casi eccezionali di manifesta criminalità. Le valutazioni personali sull’utilità o sull’efficacia di una disposizione impartita da un superiore non possono mai giustificare una disobbedienza militare. Questo pronunciamento riafferma la rigidità dei doveri che governano l’ordinamento militare, dove l’interesse alla coesione e all’efficienza del servizio prevale sulle opinioni individuali.

Un ordine militare di indossare la mascherina è legittimo anche se basato solo su una raccomandazione sanitaria e non su una legge?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, un comandante ha il potere e il dovere di emanare ordini per tutelare la salute e la sicurezza del personale sotto la sua responsabilità. Un tale ordine è considerato legittimo e attinente al servizio, anche se traduce in un precetto una raccomandazione sanitaria generale.

Un militare può rifiutarsi di eseguire un ordine che ritiene inutile o illegittimo?
No, salvo casi eccezionali. Il militare può solo rifiutarsi di obbedire a un ordine che sia manifestamente diretto contro le istituzioni dello Stato o la cui esecuzione costituisca un reato. In tutti gli altri casi, anche se ritiene l’ordine non conforme, deve farlo presente al superiore e, se l’ordine viene confermato, è tenuto a eseguirlo. Le convinzioni personali sull’utilità o sull’opportunità dell’ordine sono irrilevanti.

Perché il rifiuto di indossare la mascherina non è stato considerato un fatto di ‘particolare tenuità’?
La Corte ha escluso la non punibilità per particolare tenuità del fatto perché la condotta del militare ha avuto un’offensività concreta. Il reato era aggravato dal grado rivestito e dalla presenza di altri militari. Inoltre, il rifiuto ha causato un’interruzione del servizio, rendendo necessaria la sostituzione del militare per poter proseguire con le attività programmate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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