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Disciplina transitoria: quando si applica la Riforma?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un condannato che chiedeva l’applicazione della Riforma Cartabia a una sentenza già definitiva. La corte ha ribadito che la disciplina transitoria si applica solo ai processi pendenti in Cassazione al momento dell’entrata in vigore della nuova legge, non a quelli con sentenza già divenuta irrevocabile.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disciplina Transitoria: la Cassazione fissa i paletti per la Riforma Cartabia

L’ordinanza n. 8468 del 2024 della Corte di Cassazione offre un chiarimento cruciale sull’applicazione della cosiddetta Riforma Cartabia, in particolare riguardo alla sua disciplina transitoria. La decisione sottolinea un principio fondamentale: le nuove norme non si applicano retroattivamente a sentenze già divenute irrevocabili. Questo intervento giurisprudenziale è essenziale per definire con certezza l’ambito temporale delle nuove disposizioni, evitando incertezze applicative nella fase di esecuzione della pena.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso di un soggetto condannato, la cui sentenza era già passata in giudicato. Quest’ultimo si era rivolto al Tribunale di Trento, in qualità di giudice dell’esecuzione, chiedendo la revoca della misura della libertà controllata e l’applicazione di una delle nuove misure previste dall’art. 20 bis del codice penale, introdotto dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022). Il Tribunale aveva rigettato la richiesta, spingendo il condannato a presentare ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge.

La Questione sulla Disciplina Transitoria

Il nucleo del ricorso si fondava sull’interpretazione dell’articolo 95 del D.Lgs. 150/2022, che detta la disciplina transitoria per l’applicazione della riforma. Secondo la tesi del ricorrente, le nuove e più favorevoli disposizioni avrebbero dovuto applicarsi anche al suo caso, nonostante la sentenza fosse già definitiva. La questione giuridica sottoposta alla Suprema Corte era, quindi, se l’efficacia delle nuove norme potesse estendersi a rapporti giuridici già esauriti, ovvero a condanne non più soggette a impugnazione ordinaria.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, allineandosi a un orientamento giurisprudenziale già consolidato. I giudici hanno ribadito con fermezza che la disciplina transitoria di cui all’art. 95 è chiara nel limitare la sua applicazione. Essa si applica esclusivamente ai processi nei quali, al momento dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia, era ancora pendente un ricorso per cassazione. La norma non è stata concepita per riaprire casi già definiti con sentenza irrevocabile. La Corte ha sottolineato che questa distinzione non è irragionevole, ma risponde alla necessità di garantire la certezza del diritto e la stabilità dei giudicati. La decisione fa esplicito riferimento a precedenti conformi (Cass. n. 36379/2023 e n. 36885/2023), rafforzando un principio ormai pacifico in giurisprudenza. La conclusione del giudice è stata, pertanto, che le doglianze del ricorrente erano prive di fondamento.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma un principio cardine del nostro ordinamento: il valore del giudicato penale. La Riforma Cartabia, pur introducendo importanti novità, non può travolgere le sentenze definitive. La disciplina transitoria è stata disegnata per gestire il passaggio al nuovo sistema solo per i procedimenti ancora in corso nel grado di legittimità, escludendo qualsiasi effetto retroattivo su condanne irrevocabili. Questa pronuncia ha importanti implicazioni pratiche: chiarisce che i condannati con sentenza definitiva non possono invocare le nuove norme per modificare la propria pena, a meno che non sia la legge stessa a prevederlo espressamente. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende suggella la perentorietà di tale principio.

La disciplina transitoria della Riforma Cartabia (art. 95 D.Lgs. 150/2022) si applica alle sentenze già passate in giudicato?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che si applica solo ai processi in cui, al momento dell’entrata in vigore della nuova disciplina, era pendente il ricorso per cassazione, e non a quelli in cui la sentenza era già divenuta irrevocabile.

Qual è la conseguenza della manifesta infondatezza di un ricorso in Cassazione?
La manifesta infondatezza delle doglianze porta a una declaratoria di inammissibilità del ricorso, impedendo alla Corte di esaminare il merito della questione.

Cosa comporta per il ricorrente la dichiarazione di inammissibilità del suo ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro, ritenuta congrua dal collegio, in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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