Un vice-brigadiere, accusato di aver falsificato atti di servizio mentre ricopriva un incarico di comando temporaneo, ottiene la revoca degli arresti domiciliari. Il Pubblico Ministero ricorre in Cassazione, ma la Corte Suprema conferma la decisione. Il caso ruota attorno alle esigenze cautelari e alla loro 'attualità': la Corte chiarisce che il mutamento delle condizioni lavorative dell'indagato, che non ricopre più il ruolo che gli ha permesso di commettere i reati, rende il pericolo di reiterazione non più attuale, giustificando la revoca della misura.
Continua »