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Diritto Penale

Reato continuato: i limiti secondo la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 10501/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto che chiedeva il riconoscimento del reato continuato tra reati di natura molto diversa, come rapina e spaccio di stupefacenti. La Corte ha ribadito che per applicare l'istituto è necessaria la prova di un'unica programmazione criminosa, che deve esistere già al momento del primo reato. L'eterogeneità dei reati commessi è un forte indizio contrario all'esistenza di tale disegno unitario, suggerendo piuttosto determinazioni estemporanee.
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Omicidio stradale: revoca patente e gravità condotta
Un automobilista, in stato di alterazione alcolica, provoca la morte di un ciclista. La Corte di Cassazione conferma la condanna per omicidio stradale e la revoca della patente. La Corte ha ritenuto che l'elevata gravità della condotta, caratterizzata da una notevole imprudenza e dall'incapacità di eseguire manovre di emergenza a causa dell'alcol, giustifichi pienamente sia il diniego delle attenuanti generiche sia la sanzione accessoria più severa, respingendo il ricorso del condannato.
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Continuazione tra reati: la decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un condannato che chiedeva il riconoscimento della continuazione tra reati di falso e bancarotta, risalenti al 2008, e un'associazione a delinquere finalizzata allo spaccio, attiva dal 2014. La Corte ha escluso il vincolo della continuazione tra reati data l'eterogeneità dei delitti e l'assenza di un'originaria programmazione unitaria.
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Ricorso tardivo: inammissibile l’appello del Comune
Un Comune, condannato in solido per un incidente stradale mortale causato da buche, presenta un ricorso tardivo alla Corte di Cassazione. La Corte dichiara l'inammissibilità per superamento dei termini perentori di impugnazione, confermando la condanna al risarcimento.
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Ricorso inammissibile: i limiti in Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per violazione della misura di prevenzione. La Corte ribadisce che il suo ruolo non è rivalutare le prove, ma verificare la corretta applicazione della legge. I motivi del ricorso, relativi alla non punibilità e alle attenuanti generiche, sono stati respinti per aspecificità e manifesta infondatezza, confermando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di un'ammenda.
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Interesse ad impugnare sequestro: guida completa
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un sequestro preventivo, ribadendo che l'interesse ad impugnare sorge solo con l'effettiva esecuzione della misura. L'appellante deve provare che il sequestro è avvenuto; la semplice emissione del decreto non è sufficiente. Il caso riguardava un sequestro per oltre 650.000 euro per presunta compensazione di crediti fittizi.
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Prescrizione della pena: quando non si applica
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un condannato che chiedeva l'estinzione della pena per prescrizione. La Corte ha chiarito che la prescrizione della pena è esclusa se, durante il tempo necessario per la sua maturazione, il condannato commette un altro delitto della stessa indole, come previsto dall'art. 172, comma 7, c.p. Nel caso di specie, il ricorrente aveva riportato nuove condanne irrevocabili che hanno interrotto il decorso del termine.
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Omicidio stradale: ricorso inammissibile se generico
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per omicidio stradale. La condanna, basata sulla velocità eccessiva che ha impedito di evitare l'impatto con la portiera di un veicolo fermo, è stata confermata. La Suprema Corte ha stabilito che il ricorso si limitava a riproporre una diversa valutazione dei fatti, compito non consentito in sede di legittimità, senza evidenziare reali vizi logici nella motivazione delle sentenze di merito.
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Procura speciale terzo: quando è necessaria nel riesame
La Corte di Cassazione ha confermato l'inammissibilità del ricorso di una società contro un sequestro preventivo. Il motivo risiede nella mancanza della procura speciale terzo, un requisito formale indispensabile quando a impugnare il provvedimento è un soggetto, come la società in questione, considerato terzo rispetto al procedimento penale avviato nei confronti del suo ex legale rappresentante per reati fiscali. La sentenza ribadisce che senza questo mandato specifico, il difensore non è legittimato a presentare l'istanza di riesame.
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Particolare tenuità del fatto: Cassazione chiarisce
Un automobilista, condannato per essersi rifiutato di sottoporsi a test tossicologici, ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte ha respinto i motivi relativi alla prescrizione e a presunti vizi procedurali, ma ha accolto quello sulla "particolare tenuità del fatto". I giudici hanno ritenuto incompleta la motivazione della Corte d'Appello, che aveva escluso tale causa di non punibilità basandosi su precedenti penali senza una valutazione completa della condotta e senza considerare l'avvenuta estinzione di un reato precedente. La sentenza è stata quindi annullata su questo punto con rinvio per un nuovo esame.
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Astensione avvocati rito cartolare: quando è valida?
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'astensione avvocati rito cartolare non costituisce un legittimo impedimento e non obbliga al rinvio dell'udienza se il difensore non ha preventivamente richiesto la discussione orale. In un caso di omissione di soccorso, la Corte ha rigettato il ricorso di un imputato, confermando che senza la richiesta di trattazione orale, la presenza del difensore non è prevista e la sua adesione a uno sciopero è irrilevante. La sentenza ha anche confermato la valutazione sulla non applicabilità della particolare tenuità del fatto.
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Arresto in flagranza: quando è illegittimo? Cassazione
La Corte di Cassazione annulla l'ordinanza di convalida di un arresto in flagranza per detenzione di stupefacenti. L'indagato non era presente al momento del ritrovamento della droga, mancando così il presupposto della flagranza o quasi flagranza, e il Giudice per le Indagini Preliminari non ha fornito una motivazione adeguata a giustificare la misura.
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Attenuante lesioni stradali: serve una colpa provata
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che riconosceva l'attenuante per lesioni stradali a un automobilista. La Corte ha stabilito che per applicare tale attenuante, il concorso di colpa della vittima non può essere presunto o basato su elementi generici come 'l'inappropriatezza della guida' o la pericolosità dell'incrocio, ma deve essere supportato da prove concrete e specifiche. La motivazione della Corte d'Appello è stata ritenuta carente e illogica.
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Circostanze attenuanti: motivazione apparente annulla
Un automobilista, condannato per guida in stato di ebbrezza aggravata da un incidente, ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte Suprema ha respinto i motivi relativi al funzionamento dell'etilometro e all'interazione tra alcol e farmaci, ma ha accolto quello sul diniego delle circostanze attenuanti generiche. La sentenza è stata annullata su questo punto perché la Corte d'Appello aveva fornito una motivazione solo apparente, senza analizzare concretamente gli elementi positivi portati dalla difesa, come l'assenza di precedenti e la lieve entità del danno. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio sul tema delle attenuanti.
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Diritto alla difesa: discussione finale omessa annulla la sentenza
Una sentenza della Corte di Appello, che aveva modificato un'assoluzione in un proscioglimento per particolare tenuità del fatto, è stata annullata dalla Corte di Cassazione. Il motivo non risiede nel merito, ma in una grave violazione procedurale: la mancata concessione della discussione finale alle parti, lesiva del diritto alla difesa. La Corte ha quindi dichiarato l'annullamento senza rinvio per intervenuta prescrizione del reato.
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Abbandono di rifiuti: inammissibile il ricorso
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due imputati condannati per il reato di abbandono di rifiuti. La Corte ha ritenuto le doglianze infondate o relative a questioni di merito non riesaminabili in sede di legittimità. È stato invece accolto il ricorso della parte civile, con annullamento con rinvio della sentenza limitatamente alla quantificazione delle spese legali, giudicata errata.
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Reddito illecito tassabile: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione conferma la condanna di un amministratore di condominio per omessa dichiarazione dei redditi. La difesa sosteneva che le somme sottratte, essendo state usate per coprire altri ammanchi, non costituissero un arricchimento personale. La Corte ha stabilito che il momento in cui l'amministratore ha ottenuto la disponibilità dei fondi (impossessamento) è sufficiente a qualificarli come reddito illecito tassabile, indipendentemente dal loro successivo impiego.
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Esigenze cautelari: inammissibile il ricorso in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un indagato contro l'ordinanza di custodia cautelare per traffico di droga. La Corte ha stabilito che i motivi relativi al tempo trascorso non potevano essere sollevati per la prima volta in Cassazione. Ha inoltre confermato la valutazione sulle esigenze cautelari basata sulla gravità dei fatti e la pericolosità del soggetto.
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Speciale tenuità del lucro: sì anche con più droghe
La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio una sentenza di condanna per spaccio, limitatamente al diniego dell'attenuante della speciale tenuità del lucro. I giudici hanno stabilito che la presenza di due diversi tipi di sostanze stupefacenti non esclude a priori l'applicazione di tale attenuante, che deve essere valutata in base al carattere modesto del guadagno perseguito e non sulla base della sola diversità qualitativa della droga.
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Presunzione cautelare: quando il carcere è inevitabile
La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro la custodia in carcere per un indagato per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. La Corte ha ribadito la forza della presunzione cautelare, che impone il carcere come misura adeguata, a meno che l'indagato non fornisca prove specifiche e concrete per dimostrare il contrario, cosa che non è avvenuta nel caso di specie.
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