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Diritto Penale

Obbligo di presentazione: legittimo anche senza precedenti
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un tifoso contro un DASPO con obbligo di presentazione. La sentenza chiarisce che la misura è legittima anche per soggetti incensurati se la loro condotta è grave e violenta, poiché la pericolosità si desume dai fatti stessi. L'obbligo di presentazione serve a rafforzare il divieto di accesso allo stadio quando questo, da solo, non è ritenuto sufficiente.
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Termine di 48 ore DASPO: la Cassazione annulla
La Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione. La decisione si fonda sulla violazione del diritto di difesa, in quanto non è stato possibile accertare con sicurezza il rispetto del termine di 48 ore DASPO concesso all'interessato per difendersi tra la notifica del provvedimento del Questore e il deposito dell'ordinanza del GIP. L'incertezza sull'orario di deposito ha portato all'annullamento della misura restrittiva della libertà personale.
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Obbligo di presentazione PG: quando è legittimo?
Un tifoso ricorre contro un provvedimento di DASPO con annesso obbligo di presentazione alla PG, sostenendone l'illegittimità per carenza di prove e motivazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la pericolosità del soggetto può essere desunta dalla gravità della singola condotta violenta, giustificando la misura anche in assenza di precedenti specifici. La Corte ha ritenuto la misura, inclusa la durata di due anni e le modalità di firma, proporzionata alla gravità dei fatti, qualificati come guerriglia urbana.
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Particolare tenuità del fatto: no a 47 animali protetti
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di assoluzione per particolare tenuità del fatto nei confronti di un imputato trovato in possesso di 47 ghiri congelati, una specie protetta. La Suprema Corte ha ritenuto che il Tribunale di primo grado avesse fornito una motivazione solo apparente, senza valutare concretamente la gravità del fatto, resa evidente dall'elevato numero di animali illegalmente detenuti.
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Competenza territoriale reato associativo: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza di sequestro preventivo per un reato associativo transnazionale, focalizzandosi sulla competenza territoriale. Il caso riguardava un'associazione dedita a frodi sulle accise, con base operativa estera e attività in Italia. La Corte ha stabilito che, se un reato permanente inizia all'estero, la competenza territoriale spetta al giudice del luogo in Italia dove si è manifestata l'ultima parte della condotta criminale, rinviando il caso al Tribunale per una nuova valutazione.
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Motivazione rafforzata: annullata assoluzione per truffa
La Corte di Cassazione, con la sentenza 4783/2024, ha annullato ai soli effetti civili una sentenza di assoluzione per truffa. La decisione si fonda sulla violazione dell'obbligo di motivazione rafforzata da parte della Corte d'Appello, che aveva ribaltato una condanna di primo grado senza analizzare in modo adeguato e completo le prove che l'avevano sostenuta, come testimonianze e prove documentali di falsificazione. Il caso è stato rinviato al giudice civile competente.
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DASPO: nullità per convalida anticipata del GIP
La Corte di Cassazione ha annullato la convalida di un provvedimento DASPO con obbligo di presentazione, poiché il Giudice non ha rispettato il termine perentorio di 48 ore concesso all'interessato per presentare le proprie difese. La sentenza sottolinea che la violazione di questo termine, finalizzato a garantire un effettivo contraddittorio, determina la nullità insanabile del provvedimento di convalida e l'inefficacia della misura restrittiva, in applicazione del principio del favor rei.
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Ricorso inammissibile: motivi di fatto e generici
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per lesioni personali. I motivi del ricorso sono stati ritenuti in parte contestazioni di fatto non ammesse in sede di legittimità, in parte generici e in parte un'infondata critica alla valutazione discrezionale del giudice di merito sul bilanciamento delle circostanze aggravanti e attenuanti. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.
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Sanzione amministrativa accessoria: i criteri del GUP
Un automobilista, dopo un patteggiamento per omicidio stradale, ha impugnato la durata della sanzione amministrativa accessoria di sospensione della patente. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, specificando che la durata di tale sanzione non si basa sui criteri della pena principale (art. 133 c.p.), ma su quelli autonomi previsti dal Codice della Strada (art. 218), quali la gravità della violazione e l'entità del danno. La motivazione del giudice, che ha considerato la morte di una persona, è stata ritenuta adeguata.
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Attenuanti generiche: quando il giudice le nega?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4777/2024, ha confermato la decisione di non concedere le attenuanti generiche a un imputato condannato per rapina e lesioni. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i giudici di merito avevano correttamente motivato il diniego basandosi sulla particolare gravità dei fatti, la reiterazione delle condotte violente e l'inadeguatezza dell'offerta di risarcimento del danno.
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Procura speciale: ricorso inammissibile per difetto
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società contro un sequestro preventivo. La decisione si fonda su un vizio procedurale: l'avvocato non era munito di una procura speciale valida per impugnare in Cassazione, poiché il mandato ricevuto si limitava al precedente grado di giudizio. La sentenza sottolinea la necessità di una procura speciale specifica quando a impugnare è un terzo interessato, come una società, distinto dalla persona fisica indagata.
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Ricorso inammissibile: quando è solo una ripetizione
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per furto. Il motivo è che l'imputato ha riproposto le stesse argomentazioni sulla recidiva, già respinte dalla Corte d'Appello, senza introdurre nuovi elementi di critica. Di conseguenza, l'imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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DASPO sportivo: quando è legittimo il divieto?
La Corte di Cassazione ha confermato un DASPO sportivo di due anni a carico di un tifoso per aver lanciato un petardo di notevole potenza nel settore ospiti durante una partita. Il ricorso del tifoso, che lamentava vizi di motivazione e definiva il gesto come 'coreografico', è stato respinto. La Corte ha stabilito che la gravità del gesto è di per sé sufficiente a dimostrare la pericolosità sociale del soggetto e a giustificare la misura preventiva, indipendentemente dalla presenza di disordini o dal fatto che nessuno sia stato colpito. L'urgenza del provvedimento è stata confermata dalla necessità di prevenire future condotte simili.
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Ricorso inammissibile: quando è mera ripetizione
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per furto in abitazione. La decisione si fonda sul fatto che l'unico motivo di appello era una mera riproduzione di argomenti già esaminati e respinti dalla Corte d'Appello, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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Giudicato cautelare: quando si può modificare?
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto sottoposto a obbligo di dimora per detenzione di stupefacenti. La Corte ribadisce il principio del 'giudicato cautelare', secondo cui una decisione su una misura cautelare, una volta definitiva, non può essere ridiscussa in assenza di fatti nuovi. Il mero decorso di un breve lasso di tempo non costituisce un fatto nuovo idoneo a giustificare una modifica della misura.
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Ricorso inammissibile: la Cassazione e i fatti
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per furto. Il motivo è che l'appello si limitava a una mera rilettura dei fatti, ignorando la confessione precedentemente resa dall'imputato stesso. La Corte ribadisce di non poter riesaminare il merito delle prove, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione.
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Sequestro preventivo: l’indagato può ricorrere?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal legale rappresentante di una società contro un sequestro preventivo disposto sui conti correnti dell'ente. La decisione si fonda sulla carenza di interesse diretto del ricorrente, non essendo titolare dei beni sequestrati. La sentenza ribadisce, inoltre, che il denaro è un bene fungibile, rendendo irrilevante la corrispondenza fisica tra le somme illecitamente ottenute e quelle sequestrate ai fini della confisca diretta del profitto del reato.
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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna
La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile presentato da due imputati condannati per lesioni. L'ordinanza conferma la decisione della Corte d'Appello, respingendo i motivi del ricorso come fattuali, ripetitivi o manifestamente infondati, e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese e di un'ammenda.
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Ricorso inammissibile: patente falsa e autosufficienza
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato in appello per l'uso di una patente di guida colombiana falsa. Il ricorso è stato respinto perché basato su motivi generici e privo del requisito di autosufficienza, non avendo allegato i documenti necessari a supporto delle proprie tesi. Di conseguenza, l'imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro.
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Ricorso inammissibile: valutazione prove e attenuanti
Un'ordinanza della Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per furto d'auto. La Corte ribadisce che non può riesaminare le prove e che la valutazione delle circostanze attenuanti da parte del giudice di merito è insindacabile se motivata logicamente. L'imputato è stato condannato al pagamento delle spese e a una sanzione pecuniaria.
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