La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4566/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imprenditore condannato per bancarotta fraudolenta. Il caso riguardava la distrazione di beni aziendali, inclusa un'auto di scarso valore, e la tenuta irregolare delle scritture contabili. La Corte ha ribadito che anche la sottrazione di beni di valore minimo costituisce reato, poiché lede la garanzia patrimoniale dei creditori. Inoltre, ha confermato che la mancata tenuta della contabilità, tale da impedire la ricostruzione del patrimonio, integra la bancarotta fraudolenta documentale, essendo sufficiente il dolo generico.
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