Un pubblico ufficiale, indagato per accessi abusivi a sistemi informatici e corruzione, era stato sottoposto agli arresti domiciliari. La Corte di Cassazione ha annullato tale provvedimento, non per carenza di indizi, ma perché le misure cautelari applicate sono state ritenute sproporzionate. Secondo la Corte, il tribunale non ha adeguatamente spiegato perché una misura meno afflittiva, come la sospensione dal servizio, non fosse sufficiente a prevenire il rischio di reiterazione dei reati, violando così il principio di proporzionalità.
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