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Diritto di difesa: DASPO annullato per violazione termini

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione, poiché il Giudice per le Indagini Preliminari aveva emesso la sua decisione prima dello scadere del termine di 48 ore concesso alla difesa per presentare le proprie memorie. La sentenza ha ribadito che il mancato rispetto di questo termine perentorio costituisce una grave violazione del diritto di difesa, comportando la nullità del provvedimento di convalida.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Diritto di Difesa e DASPO: La Cassazione Annulla la Convalida Troppo Veloce

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cardine del nostro ordinamento giuridico: il diritto di difesa non può essere compresso da decisioni affrettate. Nel caso specifico, la Corte ha annullato la convalida di un provvedimento del Questore (noto come DASPO), poiché il giudice aveva deciso prima che fosse scaduto il termine di 48 ore a disposizione della difesa per presentare le proprie argomentazioni. Questa pronuncia sottolinea come il rispetto dei termini procedurali sia essenziale per garantire un giusto processo.

I Fatti del Caso: Un Provvedimento e una Convalida Anticipata

Due soggetti si sono visti notificare un provvedimento emesso dal Questore che imponeva loro il divieto di accesso a tutti i luoghi sul territorio nazionale dove si svolgono competizioni calcistiche, unitamente all’obbligo di presentarsi presso un’autorità di Pubblica Sicurezza durante le partite della loro squadra del cuore. Tale provvedimento era stato notificato il 17 luglio alle ore 12:33.

Successivamente, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale competente ha emesso l’ordinanza di convalida il 19 luglio alle ore 10:40. La difesa, tuttavia, aveva depositato le proprie memorie difensive alle 12:31 dello stesso giorno, ovvero appena due minuti prima della scadenza del termine di 48 ore dalla notifica. Il problema fondamentale è che la decisione del GIP era già stata presa e depositata oltre due ore prima della scadenza del termine a difesa.

Il Ricorso in Cassazione e la Violazione del Diritto di Difesa

I ricorrenti hanno impugnato l’ordinanza del GIP davanti alla Corte di Cassazione, lamentando una chiara violazione del diritto di difesa. I motivi del ricorso erano principalmente due:

1. Violazione del termine di 48 ore: La difesa ha sostenuto che il GIP, decidendo prima della scadenza del termine, non aveva rispettato l’intervallo di tempo indispensabile per consentire agli interessati di prendere visione degli atti, preparare una difesa adeguata e depositare controdeduzioni. Di fatto, le memorie depositate, seppur tempestivamente, non sono state prese in considerazione.
2. Menomazione dell’accesso agli atti: Il difensore ha inoltre evidenziato di aver avuto difficoltà ad ottenere copia del fascicolo, che non era stato scansionato, limitando ulteriormente il tempo a disposizione per un’efficace difesa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto i ricorsi fondati, accogliendo in pieno la tesi della violazione del diritto di difesa. Richiamando un orientamento giurisprudenziale consolidato, i giudici hanno ribadito che il destinatario di un provvedimento del Questore ha il diritto insopprimibile di esaminare gli atti e presentare le proprie deduzioni al giudice della convalida.

Per garantire questo diritto, la giurisprudenza ha individuato un termine ‘incomprimibile’ di 48 ore, decorrenti dalla notifica del provvedimento amministrativo, entro cui la difesa può esplicare le sue facoltà. La convalida del giudice non può intervenire prima che questo termine sia completamente trascorso.

La Corte ha specificato che l’inosservanza di questo termine incide direttamente sul diritto di difesa e sul principio del contraddittorio, causando una ‘nullità generale’ dell’atto di convalida ai sensi dell’art. 178, lett. c) del codice di procedura penale. Nel caso di specie, essendo la decisione del GIP intervenuta alle 10:40 del 19 luglio, ovvero prima delle 12:33 (scadenza delle 48 ore), l’ordinanza è stata considerata nulla.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio le ordinanze impugnate. Di conseguenza, ha dichiarato l’inefficacia dei provvedimenti del Questore, ma limitatamente all’obbligo di presentazione. Questa sentenza rappresenta un importante monito sull’importanza del rispetto rigoroso dei termini procedurali, che non sono mere formalità, ma presidi fondamentali a garanzia dei diritti dei cittadini, primo fra tutti il diritto di difendersi adeguatamente prima che un’autorità giudiziaria si pronunci.

Quanto tempo ha la difesa per presentare memorie dopo la notifica di un provvedimento del Questore come il DASPO?
La difesa ha un termine indispensabile e incomprimibile di 48 ore, che decorrono dal momento della notificazione del provvedimento, per poter esaminare gli atti e presentare memorie e deduzioni al giudice della convalida.

Cosa succede se il giudice convalida il provvedimento prima che siano trascorse le 48 ore?
Se il giudice emette la sua decisione di convalida prima dello scadere del termine di 48 ore, commette una violazione del diritto di difesa. Secondo la Corte di Cassazione, tale violazione è causa di nullità generale dell’ordinanza di convalida, che deve quindi essere annullata.

L’annullamento della convalida rende automaticamente inefficace l’intero provvedimento del Questore?
Nel caso specifico esaminato dalla sentenza, la Corte ha annullato le ordinanze di convalida e ha dichiarato l’inefficacia dei provvedimenti del Questore, ma limitatamente alla parte che imponeva l’obbligo di presentazione all’autorità di Pubblica Sicurezza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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