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Diritto di difesa: DASPO annullato per convalida anticipata

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un provvedimento del Questore (obbligo di firma) poiché emessa prima della scadenza del termine di 48 ore concesso all’interessato per presentare le proprie memorie. Questa decisione anticipata ha impedito al giudice di valutare la memoria difensiva, depositata tempestivamente ma pochi minuti dopo il provvedimento di convalida, configurando una chiara violazione del diritto di difesa e portando alla nullità dell’atto.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Diritto di Difesa e DASPO: Perché 48 Ore Sono Sacre

Nel complesso mondo della procedura penale, i termini non sono semplici numeri su un calendario, ma pilastri che sorreggono i diritti fondamentali degli individui. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce con forza questo principio, sottolineando come il mancato rispetto del termine di 48 ore per presentare memorie scritte mini alla base il diritto di difesa, portando all’annullamento di misure restrittive come l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (noto come DASPO).

I Fatti del Caso

Un tifoso riceve la notifica di un provvedimento emesso dal Questore che gli impone l’obbligo di presentarsi in questura per cinque anni in occasione delle partite della sua squadra. La notifica avviene in data 15/03/2025 alle ore 11:30. Secondo la legge, l’interessato ha 48 ore di tempo da quel momento per depositare memorie e deduzioni difensive al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), che a sua volta deve decidere sulla convalida del provvedimento.

Tuttavia, il GIP emette e deposita l’ordinanza di convalida il 17/03/2025 alle ore 10:56, quindi prima che il termine di 48 ore fosse completamente scaduto. Appena tre minuti dopo, alle 10:59, il difensore del tifoso deposita via PEC una memoria difensiva. A causa della decisione anticipata, il giudice non ha potuto in alcun modo valutare gli argomenti della difesa.

La Violazione del Diritto di Difesa

Il cuore della questione, come evidenziato dalla Cassazione, risiede proprio in questa sfasatura temporale. Il termine di 48 ore concesso dalla legge non è una mera formalità, ma rappresenta la concretizzazione del diritto di difesa. È lo spazio temporale garantito per permettere all’interessato e al suo legale di articolare una risposta motivata a una misura che incide sulla libertà personale.

L’Importanza del Cont contraddittorio

La giurisprudenza è consolidata nel ritenere che, qualora l’interessato si avvalga della facoltà di presentare memorie difensive entro le 48 ore, l’ordinanza di convalida che non ne tenga conto è nulla. Il contraddittorio, anche se in questa fase si svolge in forma scritta, deve essere effettivo. Una decisione che precede il deposito delle difese, pur se tempestivo, rende il contraddittorio puramente illusorio e svuota di significato la garanzia difensiva.

le motivazioni

La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso, ha affermato che la violazione è palese. Il provvedimento del GIP, emesso prima della scadenza del termine e prima del deposito della memoria, ha di fatto impedito al giudice di valutare le ragioni della difesa. Questo vizio procedurale integra una nullità ai sensi dell’art. 178 lett. c) del codice di procedura penale, che sanziona l’inosservanza delle disposizioni concernenti l’intervento e l’assistenza dell’imputato.

La Corte sottolinea che la giurisprudenza è ferma nel considerare che il termine per depositare memorie non può essere inferiore alle 48 ore previste per la richiesta di convalida da parte del Pubblico Ministero. Di conseguenza, l’ordinanza emessa senza attendere tale scadenza e senza valutare la memoria ritualmente depositata è insanabilmente nulla per violazione del diritto di difesa.

le conclusioni

Con una decisione netta, la Suprema Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata. Ciò significa che la convalida del GIP è stata cancellata e, di conseguenza, il provvedimento del Questore ha perso la sua efficacia. La sentenza riafferma un principio cruciale: le garanzie procedurali sono la sostanza dei diritti. Il rispetto dei termini è essenziale per assicurare che ogni persona possa difendersi efficacemente, e nessuna esigenza di celerità può giustificare il sacrificio di un diritto fondamentale come quello alla difesa.

Entro quanto tempo l’interessato può presentare una memoria difensiva contro un provvedimento del Questore?
L’interessato ha a disposizione un termine di 48 ore, decorrente dalla notifica del provvedimento del Questore, per depositare memorie e deduzioni difensive al GIP competente per la convalida.

Cosa succede se il Giudice convalida il provvedimento prima della scadenza del termine per la difesa?
Se il Giudice emette l’ordinanza di convalida prima dello scadere delle 48 ore, e l’interessato deposita tempestivamente una memoria difensiva, l’ordinanza è nulla per violazione del diritto di difesa, in quanto il giudice non ha potuto valutare gli argomenti difensivi.

La presentazione di una memoria difensiva obbliga il giudice a valutarla?
Sì. Se la memoria difensiva è depositata ritualmente entro il termine di 48 ore, il giudice ha l’obbligo di prenderla in considerazione. Un’ordinanza di convalida che non contenga alcun riferimento alle deduzioni difensive è considerata nulla per violazione del diritto di difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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