Diritto di Difesa: Quando un Errore di Notifica Annulla la Sentenza
Nel processo penale, la forma è sostanza. Ogni notifica, ogni comunicazione e ogni termine sono presidiati da regole precise, la cui violazione può avere conseguenze drastiche. Un caso recente esaminato dalla Corte di Cassazione offre un esempio lampante di come la mancata notifica di un atto al difensore possa compromettere il fondamentale diritto di difesa e portare all’annullamento di una sentenza di condanna. Analizziamo insieme questa importante decisione.
I Fatti del Processo
Il caso ha origine da una condanna per il reato di truffa, emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte di Appello. L’imputato, tramite il suo avvocato, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando un grave errore procedurale avvenuto durante il giudizio di secondo grado.
Il processo d’appello si era svolto con la modalità del ‘contraddittorio cartolare’, una procedura scritta. Durante un’udienza, la Corte territoriale aveva deciso di sospendere il processo per acquisire un documento fondamentale: il verbale di un interrogatorio reso dall’imputato durante le indagini preliminari. Tuttavia, l’ordinanza che disponeva questa integrazione probatoria veniva notificata esclusivamente all’imputato, e non al suo difensore.
L’Errore Procedurale e la Violazione del Diritto di Difesa
L’omessa notifica al legale ha rappresentato il fulcro del ricorso. Il difensore ha sostenuto che tale mancanza gli ha impedito di esercitare pienamente il suo mandato, privandolo della possibilità di interloquire e di compiere attività difensive in relazione alla nuova prova richiesta dalla Corte. In sostanza, il diritto di difesa è stato leso perché il suo principale garante, l’avvocato, è stato tenuto all’oscuro di uno sviluppo cruciale del processo.
Il pregiudizio, secondo la difesa, è stato reso ancora più evidente dal fatto che, nella sentenza impugnata, i giudici di appello avevano affermato che il verbale richiesto non risultava agli atti. Se il difensore fosse stato tempestivamente informato dell’ordinanza, avrebbe potuto attivarsi per produrre il documento e dimostrarne l’esistenza, contribuendo così a chiarire la posizione del suo assistito.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo in pieno le argomentazioni della difesa. I giudici supremi hanno sottolineato che la notifica degli atti processuali al difensore non è una mera formalità, ma una garanzia essenziale per l’effettività del contraddittorio e, di conseguenza, del diritto di difesa.
L’articolo 127, comma 7, del codice di procedura penale, richiamato nel ricorso, è chiaro nel prescrivere che le notifiche di determinati atti debbano essere effettuate a tutte le parti, inclusi i loro difensori. L’omissione di tale comunicazione ha di fatto escluso il difensore da una fase processuale rilevante, quella dell’integrazione probatoria, impedendogli di svolgere il proprio ruolo attivo. La Corte ha concluso che questa violazione procedurale ha causato un danno concreto e irreparabile al diritto di difesa dell’imputato, tale da giustificare l’annullamento della sentenza di condanna.
Conclusioni: L’Importanza della Notifica al Difensore
Questa sentenza ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento giuridico: un processo non può essere giusto se la difesa non è messa in condizione di operare pienamente. La notifica di ogni atto rilevante al difensore è un presupposto indispensabile per garantire che l’imputato possa contare su un’assistenza tecnica efficace in ogni fase del giudizio. Un errore, anche se apparentemente piccolo come un’omessa notifica, può invalidare l’intero percorso giudiziario, a tutela di un diritto inviolabile come quello di difesa.
Perché la sentenza di condanna è stata annullata dalla Corte di Cassazione?
La sentenza è stata annullata perché l’ordinanza con cui la Corte di Appello disponeva l’acquisizione di nuove prove è stata notificata solo all’imputato e non al suo difensore, causando una grave violazione del diritto di difesa.
Quale diritto fondamentale è stato violato in questo caso?
È stato violato il diritto di difesa, poiché l’avvocato, non essendo stato informato dell’ordinanza, è stato privato della possibilità di interloquire e compiere attività difensive in relazione alla nuova prova richiesta dal giudice.
Cosa avrebbe potuto fare il difensore se avesse ricevuto la notifica?
Se fosse stato correttamente notificato, il difensore avrebbe potuto attivarsi per produrre il verbale di interrogatorio richiesto dalla Corte, dimostrandone l’esistenza e l’importanza ai fini della difesa del suo assistito.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 4537 Anno 2025
In nome del Popolo Italiano
Penale Sent. Sez. 2 Num. 4537 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 29/01/2025
SECONDA SEZIONE PENALE
– Presidente –
NOME COGNOME
NOME COGNOME
SENTENZA
sul ricorso proposto da: COGNOME Adriano nato a Roma il 10/09/1990
avverso la sentenza del 20/05/2024 della Corte di appello di Bologna visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale NOME
COGNOME che ha chiesto l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata;
ricorso trattato in forma cartolare ai sensi dell’art. 611, comma 1bis , cod. proc. pen.
RITENUTO IN FATTO e CONSIDERATO IN DIRITTO
Con sentenza del 20/05/2024 la Corte di appello di Bologna confermava la sentenza del Tribunale di Ferrara in data 07/09/2021, che aveva condannato NOME COGNOME per il reato di truffa.
L’imputato, a mezzo del difensore, ha interposto ricorso per cassazione, affidandolo ad un unico motivo, con cui deduce la violazione dell’art. 606, comma 1, lett. b), cod. proc. pen., in relazione agli artt. artt. 127, comma 7, cod. proc. pen., 23 D.L. 149/2020 e 23bis D.L. 137/2020. Rileva che il giudizio di appello si Ł svolto con contraddittorio cartolare e che all’udienza del 22/01/2024 la Corte territoriale disponeva il rinvio del processo al fine di acquisire il verbale di interrogatorio reso dall’imputato nella fase delle indagini preliminari, notificando l’ordinanza che disponeva il rinvio solo all’imputato e non anche al difensore; che detta omissione, che ha comportato la violazione del disposto di cui all’art. 127, comma 7, cod. proc. pen., ha compromesso il diritto di difesa, privando il difensore della possibilità di interloquire in relazione alla disposta integrazione probatoria; che il pregiudizio cagionato al diritto di difesa da tale violazione Ł ancor piø grave se si considera che nella motivazione del provvedimento impugnato i giudici di appello affermano che non risulta che il Cassia abbia reso l’interrogatorio di cui era stato richiesto il verbale; che, se l’ordinanza di rinvio del 22/01/2024 fosse stata notificata al difensore, questi avrebbe potuto farsi parte diligente,
R.G.N. 36163/2024
Motivazione Semplificata
producendo il verbale di interrogatorio di cui si discute; che tale violazione comporta l’annullamento della sentenza impugnata.
3. Il ricorso Ł fondato.
L’art. 598bis cod. proc. pen. stabilisce che il giudizio di appello si svolge in camera di consiglio e che, se non Ł diversamente stabilito, la Corte territoriale decide senza la partecipazione delle parti, a seguito di contraddittorio cartolare; che, comunque, l’appellante, l’imputato o il suo difensore possono chiedere di partecipare all’udienza, con istanza da presentare a pena di decadenza entro quindici giorni dalla notifica del decreto di citazione di cui all’art. 601 cod. proc. pen. ovvero dall’avviso della data fissata per il giudizio di appello.
P.Q.M
Il Consigliere estensore NOME COGNOME