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Diffamazione online: i limiti del diritto di critica

La Corte di Cassazione, con la sentenza 7053/2025, ha confermato una condanna per diffamazione online. Ha stabilito che il diritto di critica non può sfociare in attacchi personali e gratuiti, soprattutto quando non basati su un nucleo di verità fattuale. La sentenza ribadisce l’importanza della continenza espressiva anche sul web.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Diffamazione online: quando la critica supera il limite?

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 7053 del 2025 offre un’importante lezione sui confini della diffamazione online, un tema sempre più attuale nell’era digitale. La pronuncia chiarisce la sottile linea che separa il legittimo diritto di critica dalla condotta penalmente rilevante, specialmente quando le opinioni vengono espresse su piattaforme web e social network.

I fatti del caso

La vicenda trae origine da una recensione particolarmente negativa pubblicata su un portale online da un cliente insoddisfatto nei confronti di un professionista. Nel suo post, l’imputato non si era limitato a esporre i motivi della sua insoddisfazione, ma aveva utilizzato espressioni offensive e denigratorie, mettendo in dubbio la competenza e l’onestà del professionista con toni sprezzanti e affermazioni non verificate.

Il professionista, sentendosi leso nella sua reputazione, aveva querelato l’autore del post. I giudici di primo e secondo grado avevano entrambi condannato l’imputato per il reato di diffamazione aggravata, ritenendo che le espressioni utilizzate avessero superato i limiti del consentito diritto di critica.

Il ricorso in Cassazione e la diffamazione online

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo di aver semplicemente esercitato il proprio diritto di critica, tutelato dall’articolo 21 della Costituzione. A suo dire, le frasi incriminate rappresentavano un’opinione personale, seppur aspra, e non un attacco alla persona.

Le motivazioni della Corte

La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, fornendo una motivazione chiara e precisa. Gli Ermellini hanno ribadito che il diritto di critica, per essere considerato legittimo, deve rispettare tre requisiti fondamentali:

1. Verità del fatto: La critica deve basarsi su un nucleo di fatti sostanzialmente veri.
2. Interesse pubblico: Deve esistere un interesse pubblico alla conoscenza del fatto criticato.
3. Continenza espressiva: Le opinioni devono essere espresse con un linguaggio misurato, senza trascendere in attacchi personali, insulti gratuiti o espressioni umilianti.

Nel caso specifico, la Corte ha rilevato che l’imputato non solo aveva utilizzato un linguaggio volgare e aggressivo, ma aveva anche mosso accuse non supportate da alcuna prova concreta, trasformando la critica in un attacco personale volto unicamente a ledere la reputazione del professionista. La vasta diffusività del mezzo telematico, inoltre, ha aggravato la condotta, amplificando il danno reputazionale.

Le conclusioni

Questa sentenza è un monito fondamentale per chiunque utilizzi il web per esprimere opinioni. Se da un lato la libertà di parola è un pilastro della nostra società, dall’altro non può essere utilizzata come scudo per condotte illecite. La diffamazione online è un reato grave e la giurisprudenza è ormai consolidata nel richiedere un’attenta ponderazione delle parole usate. Prima di pubblicare una recensione o un commento negativo, è essenziale assicurarsi che sia fondato su fatti reali e che il linguaggio utilizzato rimanga entro i binari della civiltà e del rispetto, anche nel dissenso più acceso.

Quando una critica negativa online diventa diffamazione?
Una critica diventa diffamazione quando non si limita a un giudizio sull’operato di una persona ma si traduce in un attacco personale, utilizzando espressioni offensive, denigratorie o basate su fatti non veritieri, con l’intento di ledere la reputazione altrui.

Posso esprimere un’opinione molto dura senza commettere un reato?
Sì, è possibile esprimere un’opinione anche molto severa (critica aspra) a condizione che sia basata su fatti veri, vi sia un interesse pubblico alla conoscenza di tali fatti e si utilizzi un linguaggio che, pur se duro, non sia gratuitamente offensivo o umiliante (principio di continenza espressiva).

Perché la diffamazione commessa su internet è considerata più grave?
La diffamazione online è considerata aggravata perché il mezzo utilizzato (internet, social network, blog) ha la capacità di raggiungere un numero indeterminato e vastissimo di persone in modo rapido e permanente, amplificando notevolmente il danno alla reputazione della persona offesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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